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La vicenda della Grecia smaschera l’oligarchia europea ed i suoi interessi

di Luciano Lago - 30/06/2015

Fonte: controinformazione


 

La vicenda della Grecia, ancora in corso di evoluzione, a prescindere da tutti i suoi possibili sbocchi che deriveranno dallo svolgimento del referendum popolare ( una astuta mossa tirata fuori all’ultimo momento dal giovane Tsipras che ha spiazzato i vertici della troika europea) , acquista un particolare valore davanti agli occhi dei cittadini europei ed in particolare per i cittadini italiani.
Il valore aggiunto di questa vicenda sta nel fatto che è stata tolta la maschera definitivamente all’oligarchia europea che siede nei lussuosi uffici di Bruxelles e Francoforte e gli eurocrati sono apparsi agli occhi dell’opinione pubblica per quello che realmente sono, un gruppo di burocrati ben pagati al servizio del potere finanziario che costituiscono una oligarchia autoreferente, antidemocratica e subordinata agli interessi delle grandi lobby (bancarie e multinazionali).

Così la Angela Merkel, Jean C.Juncker, M. Draghi , Donald Tusk, Pierre Moscovici,Cecilia Malmström e tutti gli altri nei loro rispettivi ruoli dimostrano di essere gli esecutori delle direttive che provengano dai grandi potentati finanziari che incombono al di sopra di tutte le decisioni prese dagli organismi europei.

 

Viene a cadere tutto il manto di retorica sull’Europa con cui è stata avvolta la realtà dell’oligarchia europea per far credere ai popoli il mito dell'”Europa buona”, sinonimo di “progresso e di sviluppo”, di “integrazione e di solidarietà” fra le nazioni europee. Tutte menzogne della propaganda diffusa dai grandi media che oggi sono smentite dai fatti e dalla realtà di una Europa mai come oggi frazionata, con paesi rivali fra di loro ed in forte competizione, ciascuno geloso di difendere le sue linee di forza a spese degli altri, una Europa incapace di una linea politica unica, imbelle di fronte alle minacce ed ai fenomeni come immigrazione di massa e terrorismo.

Si svela quindi una realtà ben diversa da quella dipinta dai media del sistema: il fallimento della costruzione europea basata sulle banche e sul sistema usuraio che ha imposto misure di austerità per permettere alle banche d’affari di recuperare le perdite delle proprie attività speculative a spese delle classi medie e popolari, affossando l’economia e producendo miseria in paesi, una volta prosperi, come Spagna, Italia, Portogallo, Grecia e la stessa Francia.

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La Troika europea, nonostante tutto, insiste nel ribadire lo stesso disastroso programma economico di austerità, di privatizzazioni dei servizi pubblici, di riduzione di salari e  pensioni, e nel volerlo perseguire ad ogni costo.  Si  tratta di un programma che il celebre economista James Galbraith, ebbe a definire lo “stalinismo del mercato”,  per la sua rigida fiducia nella capacità di autoregolazione del mercato al di fuori di qualsivoglia  intervento pubblico.

Si comprende che dietro questa ostinazione esiste un chiaro obiettivo politico: piegare la Grecia per evitare che impulsi al cambiamento democratico provenienti da altri paesi, come Spagna, Portogallo, Italia, Irlanda e Francia, possano modificare la posizione di vassallaggio di questi paesi verso l’oligarchia finanziaria dominante: primo obiettivo è quello di imporre il principio di autorità.
Dall’ opinione pubblica di paesi che hanno sofferto questa politica che ha arricchito i profitti di pochi speculatori e che ha apportato vantaggi esclusivamente alla Germania, dominatrice del sistema, sorge spontanea la domanda: perchè si deve continuare con questa politica disastrosa?

Piuttosto che rispondere a questa semplice domanda, l’establishment europeo, attraverso i suoi organismi, si è arroccato in una dinamica autoritaria, opaca e ostile ad ogni proclamazione di verifica popolare su tali temi, senza nascondere la propria contrarietà. Esemplare a questo proposito la risposta che Jean C. Junker diede in una intervista a “Le Figaro” il 29 Gennaio del 2015: ….”non ci può essere una opzione democratica contro i trattati europei”; si riferiva a quei trattati che non sono stati votati da alcun popolo e che anzi sono stati rifiutati in alcuni casi sotto forma di referendum per la Costituzione europea e subito vanificati dall’oligarchia europea.

Tutti i burocrati della Commissione Europea ,come anche i responsabili dei principali governi europei, da Francosis Hollande a Matteo Renzi, a Mariano Rajoy, ecc. sono di fatto schierati con l’ideologia neoliberista e, al di là delle apparenti differenze politiche, appartengono allo stesso partito che si può denominare il Partito neoliberista europeo (PPE in Europa, il PD in Italia) e sono gli esecutori di questa ideologia che caratterizza tutte le scelte dell’establishment europeo.
I più rigidi a difesa delle misure di austerità sono i tedeschi, la Merkel ed il suo ministro delle finanze Wolfgang Schäuble, i quali ( non si capisce a che titolo) conducono in prima persona le trattative con la Grecia rifiutando la possibilità di un ripianamento del debito. Il rifiuto per paradosso proviene da un paese, la Germania, che, nella sua storia, ha usufruito del ripianamento del suo debito almeno i tre occasioni: nel 1924 (l’epoca di Weimar), nel 1932 e nel 1953. Quello che è stato possibile per la Germania oggi non lo è altrettanto per la Grecia.

La Storia non ha insegnato niente ai tedeschi che ancora una volta vogliono mettere l’Europa sotto il loro tallone utilizzando la forza e l’efficienza della loro economia : la Germania è riuscita ad imporre le sue regole e la sua moneta, il marco travestito da euro, con il risultato di mettere fuori gioco buona parte dell’apparato industriale manifatturiero di paesi come Italia che erano considerati pericolosi concorrenti.

L’apparato dei media ha subito iniziato una campagna per colpevolizzare il governo greco per il fallimento delle trattative e sono iniziate a circolare una serie di menzogne su presunti privilegi di cui godrebbero ancora parte dei cittadini greci, occultando le reali disastrose condizioni sociali in cui è caduta una buona parte della popolazione greca per causa delle misure di austerità imposte dall’Europa. Basta visitare un ospedale in Grecia per accorgersi di quali siano le condizioni in cui si trovano le persone prive di mezzi, di assistenza e di medicinali che muoiono prematuramente nelle corsie e nei corridoi fatiscenti. Nessuno tanto meno descrive la realtà di migliaia di famiglie costrette a vivere per strada e della fame di cui soffrono anche molti bambini greci che svengono a scuola durante le ore di lezione per mancanza di alimentazione adeguata.

Si tratta di una realtà con cui ci si potrebbe presto confrontare anche in Italia dove, grazie alla classe politica servile e subordinata agli organismi dell’oligarchia europea, si nasconde la reale situazione economica derivante dalle politiche di austerità imposte dai governi non eletti ma fiduciari della troika (Monti, Letta e Renzi,) che ha portato al maggior disastro economico dal dopoguerra con la perdita del 25% dell’industria manifatturiera, con la cessione all’estero di buona parte delle eccellenze imprenditoriali italiane, con lo smantellamento dei principali diritti sociali, facendo dilagare disoccupazione e povertà come mai era avvenuto nel recente passato.

Tutto questo è avvenuto mentre dal reddito e dai risparmi degli italiani, mediante una imposizione fiscale abnorme, sono stati sottratti in questi anni centinaia di miliardi di denaro pubblico per versarli nelle banche e nei fondi di stabilità europei (ESM/MES) per adeguarsi ai trattati imposti dall’Europa. Con il doppio effetto di far aumentare il debito pubblico e affossare i principali settori economici del paese, dall’edilizia alla meccanica, al manifatturiero, ecc..

Da notare il ruolo servile svolto in Italia dalla grande stampa e delle TV che, in buona parte, salutarono l’avvento di Mario Monti, il primo fiduciario dei potentati finanziari sovranazionali, nominato da Napolitano, come una “liberazione” e plaudirono concordemente alle grandi doti del “liberatore” che riuscì a versare circa 57 miliardi di denaro pubblico ai fondi di stabilità europei, alla Morgan Stanley ed al Monte dei Paschi di Siena, mentre si negarono i fondi per gli “esodati” e per le famiglie in difficoltà.
Se la costruzione europea dovesse sgretolarsi e mostrare quali erano i suoi veri obiettivi politici e quali interessi erano preminenti, allora si dovranno allestire, suppongo, processi pubblici per tutti coloro che si sono prestati a questo gioco a spese dei popoli.