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Arabia Saudita silenziosamente in crisi?

di Debora Billi - 07/09/2006

Fonte: petrolio.blogosfere.it

 
Arrivano notizie strane ed inquietanti dall'Arabia Saudita. Si è visto anche sui nostri media, ad esempio (forse perché fa sensazione...) l'annuncio che la Russia ha superato l'Arabia come principale produttore di petrolio al mondo. Ma le news non finiscono qui.

Ad esempio, il consumo interno di petrolio è esploso di ben l'11% , sia per gli investimenti in infrastrutture che per l'aumento demografico. Non siamo ancora al punto di doverci preoccupare che il bilancio finisca negativo, ovvero che l'Arabia, come l'Iran, si ritrovi presto a dover usare tutto il petrolio sul mercato interno, ma la tendenza getta una luce inquietante sull'entità delle future esportazioni.

Inoltre, la produzione saudita è scesa nel mese di maggio di altri 250.000 barili al giorno, arrivando a 8,9 milioni di barili (sempre al giorno), e facendo segnare quindi il record negativo dal gennaio 2005.

La causa potrebbe essere quella individuata da tempo da Matthew Simmons: che il giacimento gigante di Ghawar sia ormai in declino irreversibile.I sauditi continuano ad annunciare nuove produzioni (in vecchi giacimenti...), ma ad uno sguardo più approfondito si scopre che si tratta di pie speranze. Come tirar fuori milioni di barili al giorno da giacimenti, come Khurais, che al meglio della produzione hanno offerto solo 140.000 barili?

Ma la notizia più interessante è quella di cui nessuno ha parlato, come spesso accade. Anche l'Arabia Saudita (come in precedenza già Venezuela ed Iraq) ha per la prima volta comprato olio combustibile . Il motivo? Onorare le commesse estere. Sembra che tutta la produzione raffinata saudita basti appena per il mercato interno. Non una bella notizia, per il resto del mondo.