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Colonia Italia: gli Usa ci mandano un qaedista per motivi umanitari

di Ernesto Ferrante - 12/07/2016

Colonia Italia: gli Usa ci mandano un qaedista per motivi umanitari

Fonte: l'Opinione Pubblica

Da Guantanamo al nostro paese per volere degli Stati Uniti. L’Italia accoglierà un detenuto yemenita della base statunitense di Guantanamo, della quale Barack Obama aveva promesso la chiusura già nel 2009, senza riuscirci, per l’opposizione di molti deputati repubblicani e di alcuni democratici. 

“L’Italia, acconsentendo alla richiesta degli Stati Uniti, ha accettato l’istanza di Fayiz Ahmad Yahia Suleiman, cittadino yemenita detenuto nel campo della base di Guantanamo, di essere accolto in Italia per motivi umanitari. La decisione del governo italiano è in linea con la dichiarazione congiunta UE-USA del 15 giugno 2009 a sostegno della chiusura del campo di detenzione e con la Dichiarazione della Commissione Europea dell’aprile 2013”, si legge in una nota ufficiale della Farnesina.

Suleiman, 40 anni, arrestato dalla polizia del Pakistan nel 2001, è detenuto nel campo di detenzione cubano da 14 anni. E’ sospettato di aver combattuto al fianco di Al Qaeda in Afghanistan contro gli Usa e le forze della coalizione ma non è mai stato incriminato.

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Era stato vicino al rilascio già 6 anni fa, nel 2010, ma non è stato mai trasferito nello Yemen, a causa dell’instabilità politica del suo paese ed è stato trattenuto in attesa del via libera di un altro stato più ospitale e disponibile. Il suo rilascio riduce a 78 il numero dei prigionieri ancora presenti a Guantanamo e porta a tre quelli trasferiti in Italia. Già nel novembre del 2009, infatti, due tunisini erano infatti stati trasferiti nella penisola.

“Gli Stati Uniti sono molto grati al governo italiano per la sua continua assistenza nella chiusura del centro di detenzione di Guantanamo Bay”, ha detto Lee Wolosky, l’inviato speciale degli Stati Uniti per la chiusura di Guantanamo, che ha definito il tentativo di chiudere la prigione come un “obiettivo comune”.

Gli Usa, si legge in una nota del Pentagono, “si sono coordinati con il governo italiano per garantire che questo trasferimento avvenga rispettando le misure di sicurezza e il trattamento umano”.

La struttura, aperta dal George W. Bush, è diventata il simbolo di pratiche di detenzione aggressive e torture.

Gli Stati Uniti stanno usando da tempo tutta la propria influenza per convincere i paesi “alleati” ad accettare nei loro territori i prigionieri di Guantanamo per evitare reazioni popolari in casa propria. E’ forte, infatti, il timore di contraccolpi non solo d’immagine qualora questi, presentati come mostri al servizio dell’internazionale del terrore capaci di qualsiasi nefandezza, dovessero essere trasferiti nelle carceri di massima sicurezza a stelle e strisce.