Le implicazioni geopolitiche di un golpe fallito
di Fabio Falchi - 19/07/2016
Fonte: Fabio Falchi
Una "veloce" considerazione sul fallito golpe in Turchia. Quasi tutti sembrano confondere la questione della organizzaione del golpe con la pronta reazione di Erdogan. Questa non sarebbe (stata) possibile se Erdogan non avesse saldamente in pugno il controllo della polizia, dei servizi e delle forze armate turche. Dei servizi stranieri (americani o israeliani ad esempio) POSSONO pure avere appoggiato il golpe o AL CONTRARIO POSSONO aver informato Erdogan su quello che bolliva in pentola. Ma in questo ultimo caso ben poco Erdogan avrebbe potuto fare se parti rilevanti delle forze armate e dei servizi turchi non fossero stati fedeli al governo di Ankara.
In effetti, il NUMERO dei funzionari, dei militari e dei poliziotti turchi arrestati in così breve tempo LASCIA SUPPORRE che il governo turco NON sia stato preso del tutto alla sprovvista e, al fine di sbarazzarsi definitivamente della "fronda kemalista" presente ancora nell'esercito e nelle istituzioni, POSSA anche avere lasciato che i golpisti FACESSERO LA PRIMA MOSSA.
Certo, le ambizioni geopolitiche, consistenti nel fare della Turchia il perno geopolitico del Medio Oriente a spese dellla Siria, sono state frustarate dalla resistenza dell'esercito di Damasco e dalla decisa opposizione della Russia ad ogni tentativo di rovesciare Assad. Erdogan quindi non solo deve come sempre risolvere il difficile problema dei curdi, ma ora deve pure sbrogliare la difficile matassa dei rapporti con l'Isis e con le altre bande islamiste che aggrediscono da anni la Siria trovando ospitalità in territorio turco. Una situazione che ha contribuito a rendere incandescente la politica interna turca e che si deve tener presente anche per capire questo fallito tentativo di golpe.
In queste ore comunque Erdogan si sta mostrando deciso a fare piazza pulita dei suoi nemici interni e anche in grado di tenere unito il Paese. Ma la tensione con gli Usa pare essere alle stelle e i rapporti con la Russia e Israele sono tutti da ridefinire.
In definitiva, la Turchia in questi ultimi anni ha fatto il passo più lungo della gamba e ora ne paga le conseguenze. D'altronde, è pur vero che Erdogan ha già più volte deluso chi sperava che con lui finisse la tradizionale politica filo-occidentale e filo-israeliana della Turchia. Tuttavia, se davvero ambienti americani (non necessariamente la Casa Bianca) fossero coinvolti nella organizzazione del golpe, si può immaginare che Erdogan non potrebbe non "correggere" decisamente quella (disastrosa) linea (geo)politica che finora la Turchia ha seguito. In ogni caso è ancora presto per capire come agirà Ankara nelle prossime settimane, benché anche questa vicenda sembri confermare le crescenti difficoltà che incontra Washington sotto il profilo geopolitico, e non solo nel Medio e Vicino Oriente.
PS Due rapidissime considerazioni su Erdogan e gli Usa.
1) Di quanto è accaduto in Turchia ne sappiamo ancora poco. Sappiamo che Erdogan è un voltagabbana , un lestofante che ha pugnalato alle spalle la Siria, che appoggia bande islamiste d'ogni genere e intrattiene pure rapporti, a dir poco ambigui, con l'Isis. Tuttavia, SE questo fallito golpe dovesse indurlo a rivedere la sua disastrosa e criminale linea (geo)politica e portarlo a sigillare il confine con la Siria, questo equivarrebbe alla definitiva sconfitta delle bande di terroristi islamisti che da anni aggrediscono la Siria. Insomma, la Siria di Assad uscirebbe finalmente da questa tragica vicenda, salva e integra.
In politica, piaccia o non piaccia, conta più dove si va che da dove si viene. Ovviamente non sostengo che questo accadrà ma solo che potrebbe pure accadere SE ad Erdogan convenisse (ecco il punto da capire) voltare pagina .
2) Troppi antiamericani manifestano un forma di criptoamericanismo deteriore ritenendo la Cia o l'America infallibili, senza nemmeno capire che né gli Usa né la Cia sono un blocco di potere monolitico, perché vi sono lotte intestine e spesso gruppi che perseguono fini diversi e talvolta perfino opposti. Peraltro, gli insuccessi e gli errori della Cia non si contano, dalla Corea al Vietnam, da Cuba all'Iraq. E i fallimenti in Libia, in Egitto e nel Medio Oriente sono storia recente non del secolo scorso. Quindi studiate la storia e soprattutto cercate di capirla.