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Destra e sinistra: che ne è stato?

di Francesco Lamendola - 03/01/2019

Destra e sinistra: che ne è stato?

Fonte: Accademia nuova Italia

 A parole lo dicono tutti, ma in pratica la maggior parte di noi continua a ragionare come se si fosse ancora in pieno XX secolo, il secolo delle ideologie: invece quel tempo è passato e non tornerà, ora viviamo in un’epoca post-ideologica, nella quale tutti i parametri del ragionamento e del giudizio politico devono essere radicalmente rivisti e modificati; e chi non lo sa fare, si trova semplicemente a vivere fuori dalla realtà, come un marziano piovuto chi sa come sulla Terra. Non è facile adattarsi al cambio di paradigma, anche perché le persone più sensibili a queste tematiche sono, di solito, anche quelle più fortemente ideologizzate, e quindi le meno adatte a rimettere in discussione ciò che sanno, o ciò che credono di sapere, e le meno inclini a rivedere delle certezze ormai acquisite e a riconoscere che la loro prospettiva sulla realtà necessita urgentemente di un radicale aggiustamento. Oltre a ciò – in fondo si tratta di una difficoltà comune a tutte le persone anche negli altri ambiti della vita contemporanea, da quelli implicati dai mutamenti tecnologici, e specialmente infornatici, a quelli scientifici, psicologici, sociologici e culturali: il nostro sapere è fondamentalmente un sapere ottocentesco, che ha fatto il suo tempo e non è più adeguato a rappresentare il mondo – vi è una ulteriore difficoltà: i padroni del Discorso, cioè i detentori di quel potere finanziario che controlla i mass-media a livello planetario, ha interesse a far sì che di questo cambio di paradigma ideologico si parli molto, ma si comprenda poco o niente, perché sono proprio quelli che hanno tutto da guadagnare e moltissimo da perdere se si diffondesse fra ampi strati della popolazione la consapevolezza di quel che significa, realmente e concretamente, che le vecchie ideologie non sono più in grado di darci una lettura adeguata della realtà; e quindi stanno moltiplicando i loro sforzi per attuare una sistematica e capillare disinformazione al riguardo. Per fare un esempio: quanti di noi si son resi conto, per tempo, che le banche centrali stavano diventando delle banche private d’affari, e perciò stesso i rispettivi stati consegnavano le chiavi della propria cassaforte a dei gruppi finanziari totalmente e definitivamente slegati da ogni responsabilità, sia giuridica, sia morale, nei confronti della popolazione, a cominciare dai cittadini-risparmiatori e dai cittadini contribuenti? Quanti hanno capito che la Banca d’Italia è ormai una banca privata, che bada ovviamente ai suoi interessi e se ne frega degli interessi del popolo italiano? E quanti hanno capito che la Banca Centrale Europea funziona esattamente allo stesso modo? Quanti hanno capito che la distonia crescente fra l’Europa di Bruxelles e l’Europa dei popoli è dovuta essenzialmente a questo fatto e che, pertanto, non può essere risolta con dei criteri di pura e semplice buona volontà? Quanti hanno capito che Merkel, Macron, Renzi, sono agenti di questo nuovo ordine finanziario, e che i rispettivi partiti sono ormai tutt’altra cosa da ciò che erano i vecchi partiti, i quali, pur con tutti i loro limiti e difetti, erano pur sempre legati a un elettorato, quindi a un territorio ed esprimevano bene o male, speranze,  desideri,  bisogni delle popolazioni, e non semplicemente gli interessi della élite finanziaria?

Ora, qual è l’aspetto essenziale del cambio di paradigma ideologico? Semplice: che destra e sinistra si sono letteralmente scambiati i ruoli; e che si sono scambiati i ruoli perché l’economia è diventata finanza, e la finanza è ormai del tutto de-territorializzata. Però, mi raccomando, che nessuno lo sappia, che nessuno lo dica: sarebbe un delitto di lesa maestà! Nel Discorso dei mass-media e in quello degli intellettuali politicamente corretti, compresi quasi tutti i professori universitari, bisogna che tutto vada avanti come prima; bisogna seguitare a raccontare la realtà come se la sinistra fosse ancora la parte che difende le classi lavoratrici, la parte che si fa carico delle necessità dei più deboli: e infatti lo dicono continuamente, avendo spostato i riflettori sui migranti africani ed asiatici e presentando costoro come “i più poveri”, e quindi facendo leva sul buon cuore, sulla compassione, sul senso di umana solidarietà dell’opinione pubblica (e silenzio e riflettori spenti, intanto, sull’impressionante pauperizzazione dei cittadini italiani ed europei). Ed è precisamente quel che sta dicendo la neochiesa per bocca dei neoteologi, dei neocardinali, dei neovescovi e dei neopreti: il signore argentino ha spinto la sua improntitudine sino ad affermare che Gesù e la Sacra Famiglia erano dei migranti, e quindi che essere favorevoli agli sbarchi dei migranti nel nostro Paese, e alla loro accoglienza incondizionata e illimitata (che si sappia, nessuno di loro parla mai di un “tetto”, di un limite, oltre il quale l’accoglienza diventa materialmente impossibile) è come accogliere Gesù, ricatto morale fondato su una menzogna bella e buona. La Madonna e San Giuseppe  non erano per niente dei migranti; erano cittadini dell’Impero Romano che si presentavano per farsi registrare al censimento, come tutti gli altri; Gesù nacque in una mangiatoia non perché era un piccolo migrate, ma perché le locande di Gesusalemme erano piene, e i pochi posti ancora liberi costavano cifre impossibili; e tutti e tre non erano dei migranti neppure quando fuggirono in Egitto, perché non vedevano l’ora di tornare a casa loro, cosa che fecero non appena giunse loro la notizia che re Erode era morto e il pericolo era cessato. Al contrario, è evidente che i cosiddetti migranti dei nostri giorni non hanno la minima intenzione di tornare ai loro Paesi, per la semplice ragione che, nel 90% e più dei casi, non fuggono da guerre né da pericoli o difficoltà reali, ma semplicemente perché vogliono venire in Europa e stabilirvisi definitivamente, convinti che vivranno meglio di come vivevano prima, e, in parte, anche per la precisa volontà di conquistarla e colonizzarla mediante l’arma della loro prolificità, che contrasta drammaticamente con la sterilità delle popolazioni europee, impegnate in tutt’altri stili di vita che quello di creare una famiglia e mettere al mondo dei figli.

Scrive Marcello De Angelis in Cosa significa oggi essere di destra? Alla ricerca di un popolo disperso e di una nazione negata (Cosenza, Luigi Pellegrini Editore, 2017, pp. 159-162):

 

Se vogliamo tenere ancora conto oggi  delle categorie Destra e Sinistra, dunque, dobbiamo registrare che per molti aspetti il loro significato si è scambiato e in parte addirittura invertito.

Se prima si sentenziava che la Destra era dalla parte dei potenti e la Sinistra dalla parte dei popoli oppressi, ora è l'esatto contrario. Perché i potenti sono diventati loro. Se prima si diceva che i ricchi erano di destra e i poveri di sinistra  ora è tendenzialmente l'opposto.

Sia chiaro, al contrario di quanto immaginato da visioni utopiche di varia natura, i ricchi ci sono sempre stati e ci saranno sempre, ma questi nuovi ricchi sono diversi. Prima le ricchezze erano per lo più ereditate ed erano fatte di terra e mattoni.  Anche quando i latifondisti si sono trasformati in capitani di industria hanno costruito le loro fabbriche e le loro miniere sulle terre feudali che avevano ereditato. I vecchi ricchi erano radicati in un territorio e questo radicamento li costringeva ad una sorta di responsabilità sociale d'impresa che oggi non si riesce ad imporre nemmeno con leggi e sgravi fiscali. Erano capitalisti con una appartenenza: inglesi, francesi, italiani. Pur nel più orrido sfruttamento creavano almeno posti di lavoro, servizi basici  per i lavoratori che vivevano sul proprio territorio, un minimo di scolarizzazione e di assistenza medica.

I nuovi ricchi fanno soldi con i soldi, che sono ormai anch'essi solo numeri che viaggiano alla velocità della luce in una realtà virtuale, senza mai fermarsi in nessun luogo. E oggi siamo anche tutti consapevoli che, al contrario di quanto hanno cercato di sostenere per decenni i sacerdoti del mercato finanziario, non è affatto vero che la ricchezza produce ricchezza, né tanto meno che la ricchezza possa crescere all'infinito. La ricchezza si sposta e se cresce in un luogo della terra o nel portafoglio azionario di qualcuno, è perché è stata drenata dal territorio o dalla disponibilità di qualcun altro. 

Si diceva che la destra fosse dalla parte dei padroni e la sinistra dalla parte dei lavoratori, ora il fronte si è capovolto. I padroni leggono "La Repubblica" assieme al "Financial times" (o più probabilmente possiedono le azioni di entrambi, vanno nella spiagge radical-chic e finanziano del "convention" del Pd e degli altermondisti. (...)

Gli orrendi capitalisti affamatori del popolo, che vivevano del sudore dei lavoratori, erano anche i padroni della stampa. Erano proprietari di tutti i giornali, eccetto quelli dei partiti che li combattevano. Nella forma erano rigidi bacchettoni altezzosi e moralisti e bazzicavano vescovi e generali. Ora i pro-nipoti di quei capitalisti hanno chiuso le fabbriche  e i lavoratori non possono più nemmeno sudare; mettono i loro soldi in mano ai "broker" dell'alta finanza, per moltiplicarli senza produrre più né beni né posti di lavoro; adottano bambini policromi, come se fossero vestiti nuovi da indossare con le amiche; giocano a golf con gli attori e gozzovigliano con le "rock star" e controllano tutti i media globali. Amano "farlo strano". E i giornali di partito sono spariti assieme ai partiti stessi.

La sinistra liberal-progressista condiziona i ceti dominanti e tutti quelli che occupano posti che contano e vuole conservare questo monopolio del potere. Le Destre, che vanno come sempre e confusamente in ordine sparso, mettono in discussione questo potere, chiedono di cambiare, sognano di fare la rivoluzione.

La Sinistra rivendicava la difesa dell'autodeterminazione dei popoli e delle sovranità nazionali contro le ingerenze delle grandi potenze e accusava la destra di essere asservita agli imperialisti. Oggi la sinistra usa come strumento le istituzioni sovranazionali per calpestare le sovranità nazionali, vuole la cancellazione dei confini per realizzare un unico governo globale e la cancellazione dei popoli tramite un "melting-pot" universale e ha utilizzato l'unica grande potenza rimasta - cioè gli USA - come motore di questa mondializzazione (ed  è per questo che la vittoria dell'alieno Trump gli dà così fastidio, perché ha occupato il posto di guida della macchina  di dominio che loro avevano così precisamente messo a punto).

Prima la sinistra era affascinata dalla molteplicità delle culture e dei popoli, un mondo di differenze minacciato dalla colonizzazione della cultura occidentale; ora pressa come uno schiacciasassi per la realizzazione in tempi record di una cultura unica per tutta l'Umanità, abbattendo ogni distinzione di razza, religione, nazionalità e tradizione. E parla, anche se male, solo la lingua inglese.

 

È un’analisi che ci sembra sostanzialmente condivisibile; ed è condivisibile perché è onesta. Oggi è molto raro sentire dei discorsi intellettualmente onesti sulle questioni del nostro futuro, perché il Discorso è interamente nelle mani dei padroni occulti, i grandi finanzieri: e i giornalisti sono tutti sul loro libro paga, tanto è vero che vengono invitati perfino alle segretissime riunioni del Gruppo Bilderberg. Il fatto che ora siano invitati anche dei pezzi grossi della Chiesa cattolica è altrettanto rivelatore e ci aiuta a capire, meglio di qualsiasi altra cosa, quale sia la ragione profonda del cambio di paradigma della neochiesa rispetto alla vera Chiesa cattolica (cambio di paradigma attuato, con un colpo di mano, dal Concilio Vaticano II, ma ora più che mai accelerato sotto l’azione di quelli che se ne sono fatti i promotori impazienti di maggioranza: i gesuiti). In pratica, è successo che il potere finanziario, attraverso la mafia di San Gallo, è riuscito a porre definitivamente un suo uomo sul soglio pontificio: il signore argentino non è altri che l’agente del Nuovo Ordine Mondiale voluto dalle grandi banche, e quindi ha ricevuto un incarico preciso: distruggere la Chiesa dall’interno, svuotare la dottrina, stravolgere la liturgia e la pastorale, perché la Chiesa era l‘ultima grande istituzione che avrebbe potuto opporsi alla globalizzazione scellerata dei finanzieri-usurai. Perciò, quando il signore argentino dice che Gesù e i suoi genitori erano dei migranti, sa benissimo di dire una grande mistificazione, ma lo fa perché questo è il compito che deve portare a termine: contribuire, dal suo versante, a fare quel che Soros, i Rotschild e i Rockefeller stanno facendo dall’altro: far crollare i confini – sia quelli politici, sia quelli morali – e agevolare l’avvento della società del terzo millennio: una società sradicata, senza identità, senza legami organici con nulla e con nessuno, degradata cioè a un’immensa plebe che dovrà mendicare un lavoro e che sarà disposta a farlo a qualsiasi condizione, anche la più miserevole, perché ci saranno milioni e milioni di disoccupati pronti ad offrirsi se qualcuno si rifiutasse. In confronto, lo sfruttamento degli operai all’inizio della Rivoluzione industriale sembrerà una bazzecola.  Se non sapremo mettere a fuoco i problemi e porli nella giusta prospettiva, quand’anche volessimo tentare di opporci al Nuovo Ordine Mondiale – che prevede, per l’Europa, l’attuazione del Piano Kalergi, con la sostituzione dei suoi popoli da parte di milioni d’immigrati – ci troveremo a lottare con armi spuntate. Bisogna capire perché La Repubblica è diventato il giornale che difende gl’interessi delle élite; perché il Pd si è svuotato di operai e riempito di miliardari; perché il signore argentino e i suoi cardinali non parlano più di Dio e del peccato, ma dei migranti e del clima: tutte queste cose son legate fra loro e hanno a che fare col cambio di paradigma che avviene sotto i nostri occhi, purché siamo capaci di vederlo…