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Capitalismo?

di Pierluigi Fagan - 04/05/2019

Capitalismo?

Fonte: Pierluigi Fagan

Col termine, in genere, s’intendono due diverse cose. La prima è una forma economica. Tale forma basata sul continuo reimpiego di un capitale che accresce il suo valore, si rinviene sin dalla nascita delle forme complesse di società. Ma storicamente, non si presenta mai come unica forma dell’economia all’interno delle varie società. L’altro significato del termine capitalismo attiene ad una forma sociale per la quale quella forma economica diventa l’unica e soprattutto acquisisce il potere politico. E’ proprio perché acquisisce il potere politico, quindi giuridico e militare, che diventa l’unica. Molti problemi concettuali derivano dall’utilizzo di un solo termine per due cose radicalmente diverse.

Mentre la prima forma ha una origine sfumata nel tempo lungo, la seconda ha una origine ben precisa. La sequenza di questa seconda origine vede tre tappe. La prima è il formarsi della forma economica tipicamente basata sul reimpiego ed accumulo di capitale sia nella produzione che nel commercio, con scambi di mercato a base di prezzi variabili con circolazione monetaria e sviluppo dell’economia banco-finanziaria a supporto di quella produttivo-scambista. Questa prima tappa giunge nel XV secolo in Italia al suo primo sviluppo sistemico. In questa prima tappa si notano almeno due casi di potere economico che tende a fondersi con quello politico ovvero Genova e Venezia, due città-Stato. Altre città-Stato lungo il XVI secolo mostrano questa impostazione: Amsterdam, Anversa, l’Hansa baltica.

La seconda tappa vede una prima osmosi tra questa forma economica per altro ulteriormente affinata ed evoluta, e la decisione politica nell’Olanda del XVI e sopratutto del XVII secolo. Qui il modello Genova e Venezia, comincia ad assumere una dimensione non solo cittadina (Province Unite) ma statale (Paesi Bassi-Olanda).

La terza, decisiva tappa, vede lo sviluppo del modello italo-olandese in Inghilterra lungo la sequenza che va dalla Guerra Civile alla Gloriosa Rivoluzione del 1688-89 dove si compie l’atto finale della presa del potere politico (giuridico-militare) da parte dei possessori di capitale. Nel 1707 con l’Atto di Unione tra Inghilterra e Scozia a formare la Gran Bretagna, il sistema definito nel 1688-89 assume un volume critico decisivo, quello di uno Stato territoriale vasto e potente.

La sequenza quindi è l’intreccio di un filo economico ed uno politico che si stringono sempre più strettamente mentre il volume, quindi la potenza sia dello Stato, sia del sistema economico, cresce progressivamente di dimensione ed intensità. Alla Gran Bretagna subentrò poi il Regno Unito e poi gli Stati Uniti d’America. In questo tragitto evolutivo, Lo Stato potenzierà costantemente la sua forma economica e questa potenzierà sempre più il suo Stato.

Tra il significato stretto di forma economica e quello della forma socio-politica c’è dunque decisiva eterogeneità e sarebbe meglio dare alle due forme due distinti termini significanti. Se pare utile lasciare “capitalismo” a denotare la forma strettamente economica, sarebbe meglio usare “econocrazia” per denotare la forma per la quale un certo tipo di economica (capitalistica) prende il potere politico. Questo aggiungendo due corollari. Il primo è che non è proprietà intrinseca della forma economica capitalistica giungere al possesso del potere politico. Le ragioni che portarono la forma economica a subentrare al potere prima nelle mani della monarchia aristocratica sono nel contesto e sono molteplici ed intrecciate, non nella forza interna di quella forma economica. Il secondo è che l’ottenimento del potere politico giuridico e militare da parte della forma economica retroagirono potentemente sulla forma economica stessa. La forma economica che diciamo capitalistica ha una natura quando non in possesso dei poteri connessi con il dominio politico (giuridico-militare) ed una natura diversa quando invece giunge a possederli, anche solo sotto lo stretto profilo economico.

Il destino della forma economica capitalistica è probabilmente quello di tornare ad essere solo “una delle forme” con cui organizzare il fare economico. Il destino della forma politico-economica invece, pare sia quello di lasciare il posto ad altro. Nata infatti nel XV-XVII secolo europeo, ha sino a qui mostrato grande potenza adattiva per i sistemi che l’hanno sposata, ma le condizioni di ciò che andrà dal XXI secolo in poi, non sembrano offrire più tali condizioni di possibilità.

Come svincolare la forma politica da quella economica, ripristinando il potere della prima sulla seconda, potere collegato a chi e come, è il punto centrale del problema adattivo occidentale di questa difficile fase storica.