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Cambiamenti climatici: gas serra o qualcosa di più?

di Tarcisio Bonotto - 17/11/2006

Fonte: emergenzaacqua.net

 

 

I fatti sono certi: aumento delle emissioni di gas serra. Ma anche un altro fatto è certo, che per gli scienziati riunitisi a Erice (Sicilia), l'anno scorso, le attività umane incidono, sui cambiamenti climatici, solo per il 4 per cento. Il problema: quali altri fenomeni sono responsabili, allora, dei cambiamenti climatici in atto?
Se così fosse non dovremmo considerare i gas serra come i maggiori responsabili dei cambiamenti climatici. E indicare, perciò, la sola diminuzione delle emissioni come soluzione, in queste circostanze, non andrebbe certamente a risolvere il problema.
Quali altri fenomeni stanno influenzando il clima e possono essere all'origine di cambiamenti di così vasta portata?

Secondo gli scienziati vi sono ragioni cosmologiche che incidono per una percentuale maggiore: riscaldamento globale inteso di tutto il sistema solare. Plutone ha aumentato la sua temperatura di due gradi (Nasa). Aumentano le emissioni gamma ad alta intensità. Il magnetismo terrestre, responsabile in parte dell'assetto della terra, della formazione delle nubi, assieme alle alte pressioni sugli oceani, sta cambiando, si inverte la sua polarità in alcune zone del pianeta.

Inoltre Sarkar afferma: "I poli terrestri hanno già iniziato il loro movimento di spostamento verso l'equatore"1. Quali le possibile cause di questo spostamento? La deriva dei continenti, influenze planetarie? "Se conoscessimo di più i fenomeni magnetici, potremmo risolvere molti problemi" - afferma Sarkar. Lo tsunami ha spostato il Polo Nord di qualche decimo di grado, quindi è possibile che i poli si muovano dalla loro traiettoria spiraliforme (Chandler Wobble) e dalla attuale direzione di spostamento Nord-Est/Sud-Ovest.
Per ciò che riguarda le attività umane, quello che possiamo fare, è già stato accennato da molte fonti e accettato come protocollo internazionale (Kyoto): diminuzione delle emissioni di gas serra. Certamente potremmo sostenere, che è arrivato il momento di applicare un modo di vivere e lavorare più razionale e scientifico.

Emissioni da riscaldamento, da gas di scarico, da attività industriali?
La strada della diminuzione delle emissioni potrebbe essere percorribile in parte, visti i precedenti degli ultimi anni. Si possono cambiare le caldaie inquinanti, diminuire i gas di scarico auto, aumentare l'isolamento termico delle case per risparmiare fino al 7 per cento del riscaldamento, etc. Questo comporta un notevole dispendio di denaro, ma ne varrebbe la pena. Molto di questo lavoro dipende dallo stato dell'economia nazionale e dal potere di acquisto dei redditi.

Un autore, economista indiano Ravi Batra, suggerisce: "Se la tecnologia ha creato i problemi, che sia la tecnologia a risolverli. Diamante taglia diamante!". Quindi se l'industrializzazione provoca inquinamento, la stessa tecnologia dovrebbe essere utilizzata per la purificazione dell'aria, suolo e acqua. Perché no? "Ogni invenzione dovrebbe essere approvata solo dopo aver appurato il suo impatto positivo e negativo non solo ambientale, ma pure sulla salute e sull'equilibrio ecologico" - continua Ravi Batra.
Ebbene, se iniziamo oggi una politica di diminuzione dei gas serra, isolamento termico etc. ci vorrebbero degli anni per arrivare ad un regime accettabile e tuttavia potrebbe non essere sufficiente, ma è doveroso realizzare l'obiettivo.

Resta il fatto che grossi cambiamenti, che modificano la geologia e non solo, sono in atto o in potenziale. Come pervenire a questa conclusione?
Quali sono stati e sono i campanelli di allarme di un iniziato trend di cambiamenti globali? Sarkar afferma che siamo sulla soglia, anzi abbiamo già oltrepassato la soglia di una nuova era geologica. Come per tutte le ere geologiche del passato, dove le piante e gli animali dell'una non si sono più trovati nell'altra, perché scoparsi o profondamente trasformati, così anche per questo attuale passaggio, varranno le stesse modalità. Non sono sconvolgimenti catastrofici, tiene a precisare Sarkar, ma eventi naturali avvenuti molte volte nel passato.


Vediamo qualche campanello di allarme

Lo Tsunami asiatico, che cosa potrebbe significare per una politica ambientale globale?
Che le isole a pelo d'acqua saranno le più colpite se non spazzate via da mutamenti dell'equlibrio ecologico. Che le coste oceaniche e dei grossi mari, sarebbero le più vulnerabili, se non protette da mangrovie e se le abitazioni non distano per lo meno 1 chilometro dalla costa (Sarkar) potrebbero diventare pericolose per i residenti.

Che cosa ci rivelano i terremoti, aumentati, in tutto il mondo, in modo esponenziale negli ultimi 20 anni, (nel mondo 134.000 terremoti di cui 40.000 sopra 1,5 gradi della scala Richther)? Vedi la cintura di vulcani dell'Indonesia, tra gli ultimi in attività. Potrebbero dirci che zone sismiche come l'Indonesia o altre aree potrebbero essere sconvolte. Il monitoraggio assiduo del Vesuvio degli ultimi 6 anni, l'aumento di attività dello Stromboli e dell'Etna, potrebbero indurci ad un ripensamento della mappa delle strutture abitative in quelle aree e coste...

Che cosa ci può insegnare l''affondamento' di New Orleans? Che le situazioni a rischio vanno corrette e non resistono ai fenomeni naturali. New Orleans è sei metri sotto il livello del mare, vi sono idrovore che pompano l'acqua in mare, una situazione artificiale non sostenibile... New Orleans dovrebbe essere forse abbandonata...

Che cosa ci dicono le colline non piantumate, che ad ogni acquazzone rilasciano un mare di fango? Probabilmente che le piante, i boschi, giocano un ruolo essenziale per la salvaguardia ambientale.
Le abitazioni sui grossi corsi d'acqua? Che ad ogni piena vi saranno dei senza tetto e dei morti.
Le fognature delle città che non riescono a smaltire l'acqua piovana delle piogge torrenziali? Che è necessario ridisegnare le fognature e le infrastrutture sotterranee relative a luce acqua e gas...
Vi sono molti moniti che potremmo far nostri e lavorare per il breve e lungo periodo.

Certo non saranno cambiamenti repentini perchè la loro preparazione dura in genere un trentennio, ma poichè è gia da parecchio tempo che sono iniziati, 'potrebbe darsi che siano abbastanza vicini' (tratto liberamente da P.R. Sarkar) e forse siamo ancora in tempo per approntare delle soluzioni.
La domanda che sorge spontanea, come prepararci, se ci si deve preparare, o lasciamo tutto al caso?
Sarkar ricorda che molti degli animali preistorici sono scomparsi per sempre a causa della loro bassissima capacità intellettuale, gli altri si sono trasformati adattandosi ai cambiamenti delle ere geologiche, grazie al loro intelletto più evoluto.

'Speriamo che io me la cavo' scriveva un alunno della scuola di Barbiana.