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Iraq, nessuna tutela per le infrastrutture e la popolazione

di Dahr Jamail e Ali al-Fadhily - 22/11/2006


Il Facilities Protection Service (FPS), creato dopo l’invasione dell’Iraq nel 2003 per proteggere le infrastrutture del paese, è diventato il principale scenario degli squadroni della morte in Iraq, secondo quanto riferiscono alti funzionari. A Baghdad è risaputo che l’FPS sarebbe costituito soprattutto da criminali che rapinarono banche e uffici pubblici all’inizio dell’invasione Usa nell’aprile 2003

“Il primo risultato di Paul Bremer (l’ex amministratore Usa in Iraq) è stato disgregare l’esercito e l’intero sistema della sicurezza iracheni”, ha rivelato all’IPS [Inter Press Service] il consulente di un ministro iracheno che ha chiesto di rimanere anonimo: “(Bremer) è stato insignito dal presidente delle più alte onorificenze per l’ottimo lavoro svolto”.

Le autorità d’occupazione Usa, e i leader iracheni che vi collaboravano, hanno istituito un nuovo esercito e nuove forze di polizia sotto la supervisione della Forza multinazionale (MNF). È stato deciso che ciascun ministro potesse creare una propria forza di protezione, al di là del controllo dei ministeri degli interni e della difesa.

L’FPS fu istituito, con l’ordine n. 27 dell’Autorità provvisoria della coalizione (CPA), il 10 aprile 2003, il giorno dopo la caduta di Baghdad.

Nel documento si legge: “L’FPS può essere costituito anche da dipendenti di società private di sicurezza assunte tramite contratto per svolgere servizi per conto di ministeri o governatorati, purché tali società private e i loro dipendenti siano accreditati e autorizzati dal ministero dell’interno”.

Global Security.Org, un gruppo di studio sulla sicurezza con sede negli Stati Uniti (Usa), afferma: “Il Facilities Protection Service lavora per tutti i ministeri e le agenzie governative, ma i suoi parametri vengono stabiliti e attuati dal ministero dell’interno. Può anche essere ingaggiato privatamente. L’FPS viene incaricato specificatamente della protezione di edifici, infrastrutture e personale ministeriali, governativi o privati”.

Sul sito web di Security.org si aggiunge: “La maggior parte del personale dell’FPS è composto di ex membri dei servizi ed ex guardie della sicurezza. L’FPS garantisce la sicurezza di infrastrutture pubbliche come ospedali, banche e centrali elettriche per ogni zona di competenza. Dopo aver ricevuto un addestramento, le guardie collaborano con le forze dell’esercito Usa per proteggere luoghi critici come scuole, ospedali e impianti di produzione elettrica”.

Secondo il generale Harith al-Fahad, membro del vecchio esercito iracheno, l’FPS sarebbe diventato in realtà qualcosa di diverso: “Tutte le forze costituite erano di fatto milizie, non forze organizzate, poiché erano state formate a seconda delle quote assegnate a ciascun partito al potere”; ha spiegato all’IPS in un caffè di Baghdad, mentre gli echi delle esplosioni rimbombavano in lontananza.

“Alcuni di quei politici hanno portato i propri seguaci nelle cosiddette forze di sicurezza. Altri hanno preso tangenti di 500, 700 dollari dai candidati che vi volevano accedere, incuranti dei regolamenti”.

Con l’esplodere della violenza settaria in Iraq dopo la distruzione del sacrario sciita a Samarra nel febbraio di quest’anno, “sembra che l’FPS fosse il principale responsabile degli omicidi a Baghdad, e alcune prove dimostrano che agì per denaro”.

E ancora, alcuni funzionari Usa incaricati dell’addestramento della polizia irachena avrebbero riferito ai giornalisti due settimane fa che l’infiltrazione nelle unità di polizia di membri delle milizie avrebbe potuto ritardare il trasferimento del controllo alle forze di sicurezza irachene per anni.

“Come possiamo pensare che gli iracheni abbiano fiducia nella polizia, quando non possiamo nemmeno confidare che non uccidano i nostri stessi uomini?”, ha detto il capitano Alexander Shaw, a capo della squadra di polizia militare di transizione del 372° battaglione, un’unità con sede a Washington incaricata di coordinare l’addestramento di tutta la polizia irachena di Baghdad ovest.

“In tutta onestà, non sono nemmeno sicuro che qui potremo avere una polizia libera dall’influenza delle milizie”, ha ammesso.

La maggior parte delle infiltrazioni provengono dalle due grandi milizie sciite: l’organizzazione Badr, braccio armato del Consiglio supremo per la rivoluzione islamica in Iraq (o SCIRI), filo-iraniano, e l’esercito Mehdi, le milizie del leader sciita Muqtada al-Sadr.

Secondo Shaw, circa il 70 per cento delle forze di polizia irachene sarebbero infiltrate, e i funzionari di polizia avrebbero troppa paura di pattugliare molte zone della capitale.

“Nessun poliziotto iracheno sta lavorando per migliorare il paese”, ha detto recentemente ai giornalisti il generale di brigata Salah al-Ani, capo di polizia di Baghdad ovest. “Lavorano per le milizie, o per mettere il denaro nelle proprie tasche”.

Nameer Hadi ha da poco lasciato il posto di lavoro in un importante ospedale di Baghdad, perché si sentiva minacciato dall’FPS.

“Li ho visti uccidere a sangue freddo una paziente, dopo aver saputo che era la moglie del leader di una tribù sunnita”, ha raccontato all’IPS. “Io sono un fedele sciita, ma un crimine di questo tipo è intollerabile”.

A Baghdad è risaputo che l’FPS sarebbe costituito soprattutto da criminali che rapinarono banche e uffici pubblici all’inizio dell’invasione Usa nell’aprile 2003. Si pensa anche che dopo aver speso tutto il denaro rubato, gli sciacalli avevano bisogno di nuove fonti di reddito, e così sarebbero stati assunti dai poteri locali e regionali per le attività del crimine organizzato.

Jawad al-Bolani, ministro dell’interno iracheno, ha respinto alcune ipotesi avanzate lo scorso ottobre, secondo le quali polizia ed esercito iracheni avrebbero avuto un ruolo decisivo negli squadroni della morte. Il ministro ha dichiarato che proprio l’FPS, composto da circa 150.000 unità, sarebbe il principale responsabile degli elevatissimi livelli di violenza.

”Quando catturiamo qualcuno, raramente si tratta di un impiegato presso un ministero statale”, ha detto Bolani. “Si rivelano per lo più appartenenti all’FPS”.

In un’intervista al canale satellitare al-Arabiya del 21 ottobre scorso, il portavoce ufficiale del governo iracheno Ali al-Dabbagh ha ammesso che le forze di sicurezza dovrebbero essere “ripulite”, attribuendo la responsabilità degli attuali livelli di violenza agli errori commessi nel “periodo di Bremer”.

Con l’aumento degli attacchi contro obiettivi governativi, ci si chiede anche quanto l’FPS sia stato efficace nel proteggere le infrastrutture.

 

Dahr Jamail è un giornalista free lance che ha trascorso oltre otto mesi nell’Iraq occupato. Lo scorso gennaio a New York ha fornito le prove dei crimini di guerra Usa alla Commissione Internazionale d’Inchiesta sui Crimini contro l’Umanità commessi dall’Amministrazione Bush. Scrive regolarmente per ‘Inter Press Service’, ‘Truthout.org’, ‘Asia Times’, ‘TomDispatch’; il suo sito è www.dahrjamailiraq.com.
Dahr Jamail è tra gli autori dell’antologia Tutto in vendita – Ogni cosa ha un prezzo. Anche noi.
Sull'Iraq vedi Iraq Confidential – Intrighi e raggiri: la testimonianza del più famoso ispettore ONU (prefazione di Seymour Hersh, prefazione all'edizione italiana di Gino Strada).

 

Fonte: Inter Press Service News Agency