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Cina inarrestabile: airbus, treni, caccia ed altro

di Joseph Halevi - 28/11/2006

 
Nelle ultime settimane si sono sommate delle notizie importanti in relazione all' evoluzione dell'industria in Cina. Si tratta dell'accordo tra la società Airbus e la China Aviation Industry Corporation per la costruzione di una fabbrica di assemblaggio a Tiajin degli A320. La Cina si impegna ad acquistarne 150 oltre che ad ordinare 20 velivoli a medio raggio A350. Una joint venture della Datong Electric Locomotive con l'azienda di materiale rotabile francese Alstom per la produzione di locomotori per treni merci. Infine, la produzione e vendita all'aviazione militare del Pakistan di 150 aerei cinesi con reattori di fabbricazione russa.

I primi due accordi fanno parte della politica di trasferimento di tecnologia; graduale nel caso dell'A320, immediato invece nel caso dei locomotori. Il Ministero cinese delle ferrovie ha ordinato 500 locomotori pesanti, i più grandi mai costruiti. Le unità, dopo l'invio in Cina di alcuni prototipi da copiare, verranno prodotte in loco. La Datong Electric avrà pieno accesso alle progettazioni ed alle tecnologie del gruppo francese. Secondo il Financial Times del 26 ottobre, edizione asiatica, la Cina sarà in grado di produrre un numero molto elevato di locomotori e si appresta ad entrare nel mercato europeo. Nulla possono però i due grandi gruppi internazionali, appunto il francese Alstom ed il canadese Bombardier, perchè perderebbero l'accesso al mercato cinese ove la crescita è molto superiore che altrove. Sia nel caso di Airbus che in quello di Alstom, la Cina, grazie all'esistenza delle imprese statali o statalistiche, usa il mercato interno per ottenere trasferimenti di tecnologia, diventare autonoma nella produzione ed indi lanciarsi sul mercato estero.
Comunque Pechino sta già operando sui due fronti, quello dell'importazione di tecnologie e quello della produzione ed esportazione di prodotti avanzati. Nel campo dei trasporti ferroviari la Cina è impegnata nella costruzione della più grande opera ferroviaria internazionale mai effettuata in America Latina: la linea che collegherà Santos sulla costa Atlantica del Brasile ad Antofagasta in Cile sulla costa del Pacifico. Tale progetto non solo immette la Cina, che si porterà dietro con le joint ventures anche gruppi occidentali, come agente diretto e statuale nelle grandi opere internazionali ma, guarda caso, è perfettamente funzionale alle fame di materie prime e di derrate, come la soia, cui è soggetto il paese. Emblematico inoltre è il caso dei 150 aerei militari polifunzionali che Pechino si appresta a costruire per il Pakistan. Il governo si è detto certo di poter superare la reticenza dei russi di vedere i propri reattori avanzati finire nella mani di un paese strettamente nella sfera americana.

Nessuno spiega perchè la Cina sia capace di operare su un ventaglio così ampio di attività con iniziative talmente massicce. Se dovessimo limitarci al calcolo del Pil cinese in termini monetari, corretto dalla variazione dei prezzi, si arriverebbe alla conclusione che è ancora inferiore a quello tedesco. Invece se si usa come metro la produzione dei settori che sono assolutamente necessari, direttamente ed indirettamente, alla produzione della maggioranza delle merci, il quadro cambia radicalmente. Sotto quest'aspetto la Cina ha superato largamente la Germania e non è molto distante dal Giappone. Infatti la RPC produce circa 300 milioni di tonnellate di acciaio, oltre 950 milioni di cemento, per non parlare dell'oceano di produzione chimica che esce dalle sue fabbriche. Appestando oggi ed appestando domani, si fanno le scarpe alla vita ed anche al capitalismo mondiale (con l'aiuto degli stessi capitalisti!), perchè da tutto questo acciaio, cemento, e produzione chimica escono annualmente gli oltre 230 milioni di cellulari prodotti in Cin., i 45 milioni di computers, i 70 milioni di televisori, i sei milioni di autoveicoli e via appestando. Il segreto di questa immensa produzione di merci, sta nel fatto che quando Deng Xiaoping lanciò le 4 modernizzazioni nel 1978 i settori portanti erano già in piedi ad un livello più alto che in India il cui emergere a ruota della Cina è, me ne sono convinto, un puro mito. In termini di bilanci settoriali l'India - con una popolazione che si avvicina ormai a quella cinese - se raggiunge il 15% dei livelli cinesi è grasso che cola. L'India non può fungere da polo di attrazione del capitale nel suo complesso, la Cina invece sempre di più. Del perchè ne riparleremo.