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Un colpo alle missioni estere del Cremlino

di Piero Sinatti - 30/11/2006





Intervista con Piero Sinatti nella rielaborazione di un giornalista del gruppo Quotidiani l'Espresso apparsa senza firma (per lo sciopero delle firme) sul quotidiano “Il Tirreno” del 26 novembre 06.

Roma. “Non si può non notare come la morte di Anna Politkovskaja e di Aleksandr Litvinenko avvengano proprio mentre Putin si trova ad affrontare due difficili missioni all'estero”. Piero Sinatti , esperto di politica russa non condivide le accuse rivolte in questi giorni al presidente russo.

“Quando è stata assassinata la giornalista Anna Politkovskaja – spiega – Putin doveva incontrare il premier tedesco Angela Merkel e discutere i rapporti energetici tra i due paesi. In ballo c'era la questione delle forniture energetiche alla Germania e la questione del gasdotto settentrionale baltico, l'NEPG North European Pipeline Gas) che è stato ed è avversato fortemente da una parte di nuovi partner dell'UE, Polonia e paesi baltici. La morte di Litvinenko avviene invece all'apertura del summit di Helsinki in cui si doveva definire il nuovo stato della partnership tra l'UE e la Russia. Anche qui l'elemento energetico è fondamentale , perché una parte degli europei insiste sullo smembramento di Gazprom e la “liberalizzazione” (le virgolette le aggiungo ora, P.S.) del gas russo che Putin invece rifiuta”.

D. Sta dicendo che Putin è vittima di un complotto ?

R. “Le vittime sono i morti. Direi che Putin è oggetto di circostanze quanto meno singolari , visto che gli omicidi sono avvenuti in un momento particolarmente importante della strategia internazionale russa, che sta facendo di questo paese una superpotenza mondiale energetica con relazioni con Paesi che non rientrano nella sfera dell'influenza degli Stati Uniti.

Pensiamo agli accordi di Mosca con l'Algeria (compagnia Sonatrach) sul tema del gas o a quelli in campo energetico (gas petrolio e nucleare) con l'Iran”.

D. Fatto sta che un uomo, Litvinenko, è stato ucciso.

R. E' un fatto incontestabile. Non sono corredate da fatti le accuse rivolte personalmente a Putin dal morto e dalla stampa occidentale che subito ha sposato un'ipotesi senza alcuna prova o indizio. Niente. Straordinario. “Nessuno però racconta della sua vita. Litvinenko è un ex-tenente colonnello dell'FSB, i servizi segreti russi, in cui si occupava di lotta contro la criminalità organizzata. Negli anni duemila pubblica in Occidente un libro inchiesta in cui accusa Putin di aver provocato le esplosioni di palazzi di civile abitazione a Bujnaksk e a Mosca per spianare la strada alla guerra in Cecenia. Il libro viene pubblicato con i sostegno finanziario di Boris Berezovskij, il potente oligarca a cui Litvinenko faceva da guardia del corpo e consigliere . Proprio Litvinenko denunciò un complotto ordito secondo lui dall'FSB per uccidere Berezovskij, uno degli artefici della “svendita del secolo”, vale a dire la concessione per pochi milioni di dollari degli assetti più redditizi dell'industria russa delle materie prime a banchieri d'assalto , per così dire e uno dei membri più influenti del clan Eltsin , la famigerata “Famiglia”.

Per gli osservatori più attenti il presunto complotto era una fabbricazione , serviva solo per far risaltare l'attenzione pubblica su questo personaggio , che arrivò persino ad occupare un'altissima carica dello stato, divenendo vicesegretario del Consiglio di sicurezza. Un anno dopo, nel 99, Litvinenko viene arrestato con accuse di inchieste illegali e violazione dei suoi doveri di ufficio.

Nel 2000 fugge e trova asilo politico con la sua famiglia nel Regno Unito, dove è vissuto fino alla tragica morte. Nel corso di una tortuosa vicenda giudiziaria viene condannato a 3,5 anni di reclusione con la condizionale (uslovno).

A raccontralo è un giornalista americano , Paul Klebnikov, assassinato a Mosca il 9 giugno 2004.

D. E cosa c'entra con Berezovskij ?

R.Nel 2000 Klebnikov aveva pubblicato un libro intitolato (The Godfather of Kremlin – Boris Berezovskij – the looting of Russia) ” Il Padrino del Cremlino – B.B. – Il saccheggio della Russia , edito dalla nota casa editrice Harcourt. E' ricostruita la vita e la carriera di Berezovskij e si ricorda l'assassinio di un grande giornalista Vlad Listèev , avvenuta nel 1994, quando già si discutevano i progetti di privatizzazione del primo canale russo pubblico e la distribuzione della pubblicità. Gli assassini materiali e i mandanti non vennero mai scoperti. Però Berezovskij , grazie alle relazioni con il Cremino, si impadronì di quel canale tv”.