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La Russia di Putin arma l'Iran di Mahmud Ahmadinejad

di Carlo Benedetti - 01/12/2006

 

All’Iran di Mahmud Ahmadinejad arrivano le prime forniture di armi russe. Il programma delle consegne è avviato con una partita di 29 missili “terra-aria” (i potentissimi “Tor-M1” montati su autocarri trasportabili per aereo). Il costo totale della partita è di 1,4 miliardi di dollari. La scelta di tali armamenti è stata fatta da Teheran con l’obiettivo di “difendere obiettivi statali e militari, in primo luogo i siti nucleari situati a Isfahan, Busher, Teheran ed altri nella zona orientale del Paese”. E’ questa, in sintesi, la spiegazione data dagli iraniani alle diplomazie di tutto il mondo. Da parte russa si precisa invece che si tratta di una normale vendita di armamenti missilistici - “tattici di contraerea” - della quinta generazione. Mosca sottolinea poi che i “Tor-M1” sono armamenti destinati a risolvere compiti di difesa contraerea a livello di divisione, e quindi in grado di garantire un'efficace difesa nei confronti di missili terra-aria, bombe aeree regolate, aerei, elicotteri, nonché apparati d'attacco privi di pilota e manovrati a distanza.

Secondo i dati tattico-tecnici, tali complessi missilistici sono inoltre in grado di identificare contemporaneamente 48 obiettivi nonché attaccarne in contemporanea due volanti sino ad un'altezza di 6 chilometri. I complessi missilistici "Tor-M1" vengono inoltre ritenuti armamenti di carattere difensivo e non compaiono nell'elenco di quelli proibiti dagli organi internazionali. L’efficacia del sistema in questione – come hanno spiegato a Mosca nel corso di una conferenza stampa i tecnici del complesso militare-industriale - consiste anche nel fatto che il “Tor” può lanciare un missile 9K331 di breve gittata (da 100 metri a 12 chilometri di raggio, ma secondo alcune fonti fino a 25) ad altitudine fino a 6 chilometri, con una leggera carica esplosiva (15 chili).

Ma la vera “efficacia” del sistema sta nel controllo del lancio. Perché si è in presenza di un sistema radar-computerizzato completamente autonomo in grado di identificare in modo automatico il missile o la bomba in avvicinamento, e di reagire distruggendone anche due per volta. La velocità del “Tor” è di 800 metri al secondo e colpisce bersagli in avvicinamento a 700 metri al secondo in tutte le condizioni di tempo, diurne o notturne, serene o coperte. Non solo, ma i missili del “Tor” possono essere lanciati a intervalli di tre secondi. Sin qui le questioni “tecniche” (che riportiamo riferendoci ai depliant russi…) sulle quali si soffermano i due paesi: la Russia che vende e l’Iran che compera.

Eppure l'Occidente non risparmia alla Russia aspre critiche. Il Cremlino è accusato di essersi schierato dalla parte della dirigenza iraniana fornendo all’esercito di quel paese armamenti moderni e sofisticati sistemi di contraerea missilistica. Mosca risponde sostenendo che dal punto di vista commerciale si è in presenza dell’affare più vantaggioso per il Cremlino a partire dal 2000, quando la Russia uscì dal protocollo "Gore-Cernomyrdin", un accordo segreto con gli Stati Uniti relativo a restrizioni nell'ambito delle forniture di armamenti a favore dell'Iran.
Ma in contemporanea all'affare tra Russia ed Iran, l'ex direttore dei servizi segreti militari israeliani Zeevi Farkash dichiara che in questo modo Teheran è entrata in possesso di 12 missili dal raggio d'azione sino a 3000 chilometri, in grado di venir muniti di testate nucleari, aggiungendo inoltre che in un primo tempo essi erano destinati all'Ucraina, ma che, per una qualche ragione misteriosa, si sono rivelati a disposizione di Teheran. Risponde il ministro della Difesa della Federazione Russa Serghej Ivanov. E’ lui a sostenere che tutta questa vicenda "non modifica in nessun modo il bilancio di forze nella regione".

E’ comunque chiaro che l’Iran, attualmente, disponendo di armamenti non convenzionali in grado di colpire qualsiasi obiettivo sul territorio israeliano - grazie, appunto, ai missili appena ricevuti dalla Russia - potrebbe essere in grado di rispondere contemporaneamente ad un eventuale attacco sia di carattere preventivo che di risposta.
Ed è ovvio, in questo contesto di sviluppo della forza militare iraniana, che in molti ambienti occidentali l’asse Mosca-Teheran è fortemente condannato. E si ricordano quelle dichiarazioni del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad sulla legittimità dell’esistenza di Israele. Dichiarazioni, come è noto, che hanno scatenato reazioni veementi dell’Occidente. Tutto questo anche in seguito al fatto che l’Iran disponeva sempre di razzi “Shehab-3” con una gittata massima di 1300 km. Ma ora il potenziale sembra notevolmente aumentato in seguito alle forniture russe. Muta, quindi, la strategia regionale e si ridisegnano i rapporti di forza.