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Kashmir, aperture pachistane, l'India reagisce freddamente

di Cecilia Strada - 06/12/2006

Il presidente Musharraf propone un piano in quattro punti, l'India reagisce freddamente
Se i leopardi e gli orsi della regione del Kashmir potessero dire la loro, probabilmente appoggerebbero la proposta del presidente pachistano Musharraf di eliminare la cosiddetta “linea di controllo” che dal 1949 divide la zona sotto il controllo indiano da quella pachistana. Una barriera alta tre metri, eretta tre anni fa lungo i 750 chilometri della linea di controllo, ostacola infatti i naturali movimenti migratori della fauna selvatica. Così, leopardi e orsi si riversano nei villaggi kashmiri, uccidendo bestiame e terrorizzando la popolazione. Cinque persone sono state uccise dagli animali nel solo mese di novembre.

esercito pachistanoI quattro punti di Musharraf. Il braccio di ferro tra India e Pakistan per il controllo sul Kashmir dura dal 1946. Cinquant'anni e tre guerre dopo, questa regione himalayana rimane divisa in due dalla linea di controllo. La popolazione della zona pachistana è quasi esclusivamente musulmana, così come musulmana è la maggioranza degli abitanti della Valle del Kashmir, in territorio indiano. Il resto dell'area controllata da Nuova Delhi è invece buddista e indù. Numerosi gruppi separatisti sono attivi nella zona: alcuni chiedono uno Stato autonomo e indipendente dalle due potenze, mentre i gruppi di ribelli musulmani chiedono l'annessione al Pakistan. Gli ultimi colloqui di pace fra Nuova Delhi e Islamabad, aperti nel 2004, hanno subito una battuta d'arresto per più di un anno, a seguito degli attentati a Mumbai che nel luglio 2005 hanno fatto più di duecento morti. L'India aveva accusato i servizi segreti pachistani di avere avuto un ruolo nei fatti di Mumbai – accusa sempre respinta dai diretti interessati - e aveva lasciato il tavolo dei negoziati, che sono ripresi solo il mese scorso. Lunedì il presidente pachistano, generale Pervez Musharraf, nel corso di un'intervista a una televisione indiana ha proposto un piano in quattro punti per una soluzione della disputa territoriale, e si è detto disposto a rinunciare alle pretese pachistane sulla regione, se l'India farà altrettanto. I quattro punti di Musharraf prevedono la graduale smilitarizzazione della regione, l'eliminazione della Linea di controllo, che consentirebbe alla popolazione di muoversi liberamente, il mantenimento dei confini esterni della zona e, soprattutto, un meccanismo di autogoverno o autonomia del Kashmir, sotto la supervisione congiunta delle autorità kashmire, indiane e pachistane. Ma non, ha sottolineato il generale, l'indipendenza della regione.

forze di sicurezza indiane in KashmirLe reazioni. L'India, a quanto pare, ha accolto piuttosto freddamente le dichiarazioni di Musharraf. Anand Sharma, ministro indiano per gli Affari esteri, ha detto che non è “né possibile né opportuno” commentare ogni intervista di Musharraf, e che “la posizione indiana sul Kashmir rimane invariata. Il primo ministro Singh ha detto chiaramente che non si possono ridisegnare i confini, ma che bisogna fare degli sforzi per superare la Linea di controllo. L'India vuole fumare il calumet della pace con il Pakistan.” Dure invece le reazioni dei movimenti ribelli separatisti del Kashmir. Secondo Shabir Shah, leader del Democratic Freedom Party, “l'indipendenza può essere una delle opzioni per risolvere la disputa. Nessuno dovrebbe escluderla tassativamente”. Javed Mir, leader del Jammu and Kashmir Liberation Front, ha sottolineato che “la scelta finale deve spettare alla popolazione”. Cosa che né India né Pakistan sembrano disposti ad accettare.