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Guerra metereologica?

di globalresearch.ca - 11/11/2005

Fonte: comedonchisciotte.org

Nuove prove fanno pensare che Stati Uniti e Russia siano immischiate in un’illegale corsa allo sviluppo di tecnologie per controllare e sfruttare la potenza di uragani e terremoti.
The Daily Express (UK)

Un’enorme nuvola a forma di fungo si alza in cielo, il capitano è paralizzato dalla paura e pensa che il suo aereo stia per essere inghiottito da un’esplosione nucleare. Dopo aver lanciato il mayday e aver ordinato al suo equipaggio di indossare le maschere ad ossigeno, l’esperto pilota ha la prontezza di capire che la nuvola in questione ha un diametro di circa 200 miglia ed è circondata da una strana e misteriosa luce: non aveva mai visto nulla di simile prima. Questo strano fenomeno si innalza innocuo verso l’atmosfera, permettendo al jet di linea di continuare tranquillamente il suo viaggio da Anchorage (Alaska) verso Tokyo.

Ma molte miglia più in basso una flottiglia di pescherecci nel mare che divide il Giappone dall’Unione Sovietica viene investita da un breve ma violentissimo diluvio prima che il tempo torni rapidamente come qualche minuto prima. In seguito gli scienziati escluderanno che si sia trattato di un test nucleare o di una sorta di attività vulcanica, catalogando questo evento come un “fenomeno non naturale”.
Dopo due decenni c’è ancora il sospetto che, in quel giorno del 1973, lo sbalordito equipaggio del jet e i pescatori siano stati testimoni di un esperimento di Guerra Fredda per mezzo del quale tonnellate d’acqua del Mar del Giappone vennero “pompate” in aria per creare nuvole e pioggia.

Alcuni documenti del governo britannico appena resi pubblici dagli Archivi Nazionali testimoniano come durante gli anni Settanta ci fossero profondi sospetti tra le due superpotenze mondiali riguardo un’eventuale “guerra ambientale”. Questi documenti rivelano che sia gli Stati Uniti, i precursori in questo campo, che l’Unione Sovietica avevano messo a punto dei programmi militari con lo scopo di controllare il clima del pianeta; pare che alcuni scienziati si vantassero che “entro l’anno 2025 gli USA avrebbero dominato il tempo atmosferico”.

Da allora è stato firmato un trattato delle Nazioni Unite con il quale sono stati vietati gli esperimenti di “guerra ambientale”, per esempio quelli volti a causare terremoti, a far sciogliere le calotte polari e ad alterare il clima. Nonostante ciò alcuni esperti sono convinti che clandestinamente si stia continuando a lavorare per creare l’arma di distruzione di massa definitiva.

 

 

 

(Pakistan 2005)
Gli scettici bollano queste tesi come folli teorie cospiratorie o roba da film di James Bond, ma è meglio non dimenticare che ormai i confini tra fantascienza è realtà stanno diventando sempre più confusi. Gli Americani hanno ammesso di aver investito in cinque anni durante la guerra del Vietnam 12 milioni di sterline nella “produzione di nuvole”, creando deliberatamente forti piogge per danneggiare i raccolti dei nemici e distruggere le vie di approvvigionamento sul sentiero di Ho Chi Minh, in un’operazione chiamata Project Popeye.

Si pensa che le precipitazioni siano aumentate di un terzo nelle zone colpite rendendo quest’ “arma meteorologica” un vero successo. All’epoca i vertici del governo americano dissero infatti che quella zona era propensa a forti piogge.

Questo tipo di esperimento per la creazione di pioggia non fu certo una novità. In Gran Bretagna è stata avanzata l’ipotesi che prima delle inondazioni che hanno devastato Devon nel 1952, la RAF avrebbe effettuato segretamente dei test di questo tipo. Degli aerei avrebbero innaffiato le nuvole con cristalli d’argento grazie ai quali si formò del vapore acqueo, divenne pesante per poi cadere al suolo sotto forma di pioggia. Nel 12 ore successive caddero 3 centimetri di pioggia (250 volte la media registrata solitamente nel mese di agosto), e 35 persone morirono in seguito alle inondazioni.

Tony Speller, che al tempo era un soldato 22enne della North Devon Militar Policy impiegato nei soccorsi dopo la tragedia, ha poi cercato delle risposte presso il Ministero della Difesa: “Non ho dubbi che stessero facendo esperimenti nella zona, e ci sono gli archivi della RAF a confermarlo”, afferma Tony, ora 76enne. “Ovviamente il Ministero della Difesa ha negato tutto ma ciò non significa che il fatto non sia accaduto. Dubito che sapremo mai la verità.”

I primi test per il controllo del clima erano abbastanza grezzi e davano risultati difficilmente controllabili, ma si pensa che sia Americani che Russi abbiano continuato a sviluppare questi progetti “a porte chiuse” anche dopo il divieto imposto dalle Nazioni Unite a metà degli anni ’80, e probabilmente ora le due superpotenze hanno a disposizione sofisticati strumenti di controllo del tempo atmosferico in grado di provocare effetti devastanti.

Negli USA questa tecnologia è stata sviluppata con il programma di ricerca chiamato “High-Frequency Active Auroral Research Programme”(HAARP), il quale faceva parte originariamente del controverso sistema di difesa tipo “Star Wars” lanciato da Ronald Reagan. Questa nuova arma è situata a Gokoma, in Alaska, e funziona diffondendo delle potenti onde radio nella parte alta dell’atmosfera, le quali alterano lo schema comportamentale del tempo atmosferico; alcuni esperti sostengono che questo sistema sia già attivo, per altri invece non sarà pronto prima dei prossimi 20 anni.

Michel Chossudovsky, professore di economia alla University of Ottawa (Canada), ha studiato alcuni documenti ufficiali riguardanti HAARP e non ha dubbi che la nuova arma sia già funzionante.

“Ci sono delle dichiarazioni rilasciate dai portavoce della US Air Force che sono molto chiare riguardo alla disponibilità di tecnologia in grado di modificare il tempo atmosferico. HAARP sarà pienamente operativo entro l’anno prossimo e potrà essere usato nei conflitti in corso” sostiene Chossudovsky.

“Affermare che questo sistema abbia scopi non militari significa distorcere la verità.
Non credo possa esistere un utilizzo pacifico di questa tecnologia – è un’arma di distruzione di massa, in grado di provocare grosse perturbazioni atmosferiche. Un eventuale nemico potrebbe persino non accorgersi che un’arma sia stata usata contro di lui; in questo risiede l’innovazione più interessante in termini militari. Sono fermamente convinto che le disposizioni delle Nazioni Unite sono state violate”.

Chossudovsky afferma inoltre che almeno una ditta britannica è coinvolta nello sviluppo di questo progetto.

“E’ ora che le persone comincino a prestare attenzione a queste armi invece di concentrarsi esclusivamente sugli effetti dell’effetto serra.” aggiunge “Sono entrambi dei grossi problemi.”

Si crede che anche i Russi abbiano a disposizione il loro dispositivo per modificare il tempo (chiamato Woodpecker), il quale agisce trasmettendo delle onde a bassa frequenza in grado di smembrare l’atmosfera e alterare i percorsi delle correnti a getto. Una prolungata siccità avvenuta nella metà degli anni ’80 in California pare possa essere stata causata dal blocco artificioso per diverse settimane delle correnti di aria calda e umida.

Secondo Damian Wilson, fisico presso il Met Office, il controllo del clima è già realtà ma non ancora una scienza precisa. “Una tecnica in uso da diversi anni è quella di far diradare la nebbia facendo cadere ghiaccio secco tra le nubi.” afferma.

“Grosse somme sono state investite nella ricerca per tentare di inseminare nubi al fine di generare pioggia, specialmente in paesi dove c’è carenza d’acqua. Il problema è che si tratta di un processo difficilmente prevedibile e soprattutto sono necessarie delle nuvole per iniziarlo; non esiste una tecnologia che permetta di far cadere pioggia da un cielo completamente terso e quindi non è possibile mettere in atto questo tipo di processo in zone desertiche per porre fine a carestie e siccità.”

Wilson crede sia possibile modificare la direzione di un uragano, il che potrebbe salvare un elevatissimo numero di vite umane; l’attuale situazione infernale nelle coste caraibiche e in quelle dell’America orientale dimostra chiaramente come possa una tempesta ben indirizzata contro un obiettivo trasformarsi in un’arma altamente distruttiva.
Gli americani usarono questa tattica per controllare un uragano nel 1947 ma si rivelò altamente controproducente in quanto esso si rafforzò e finì per colpire Savannah, in Georgia.

 

 

 

(Uragano Wilma 2005)
E’ risaputo che gli Stati Uniti hanno portato avanti esperimenti sugli uragani tra il 1962 e il 1983 con un progetto chiamato in codice Project Stormfury, dopo che fu calcolato che un singolo uragano sprigiona più energia di tutte le centrali elettriche del mondo messe assieme. In esperimenti più recenti si è deciso di cospargere ampie superfici marine con ettolitri di olio vegetale.

“Gli uragani accrescono la loro potenza grazie alla superficie calda del mare,” spiega Wilson. “Coprendo la superficie con una vasta pellicola di olio verrebbe ridotta l’intensità del fenomeno in quanto proprio l’olio contribuirebbe a raffreddare la superficie. Non sarei sorpreso se i test per controllare il tempo atmosferico continuassero; siccome il sud-est dell’Inghilterra è colpito da siccità da parecchie estati mi aspetto diverse pressioni per introdurre anche qui manipolazioni del clima.”

Ma non è solo il tempo atmosferico ad aver attratto l’attenzione dell’esercito.

Gli scienziati hanno anche studiato il modo per scatenare dei terremoti; producendo delle piccole scosse sarebbe possibile allentare la pressione di un fenomeno di questo tipo allontanandone la minaccia. Gli scienziati militari credono inoltre sia possibile irradiare energia in zone particolarmente vulnerabili facendo spostare la superficie terrestre in modo da creare una forte scossa. La stessa tecnologia potrebbe essere applicata alle faglie tra gli oceani in modo da produrre degli tsunami devastanti.

Vietare questo genere di esperimenti non è però facile: parte del problema è riuscire a dare una precisa definizione di “arma ambientale”. Si è discusso a lungo sul fatto se definire “arma ambientale” o meno la famosa missione Dambusters nella Seconda Guerra Mondiale, in cui delle bombe a grappolo vennero utilizzate per inondare la zona industriale nel cuore della Germania.

Mezzo secolo dopo, la minaccia continua a essere presa abbastanza sul serio.

William Cohen, ex segretario della Difesa americana avverte: “I terroristi si stanno impegnando per sviluppare una sorta di eco-terrorismo con il quale sarebbero in grado di alterare il clima, provocare terremoti o eruzioni vulcaniche attraverso l’uso di onde elettromagnetiche. E’ realtà, ed è questa la ragione per cui occorre intensificare i nostri sforzi.”

Owen Green, direttore di sviluppo e ricerca presso la facoltà Peace Studies della Bradford University, crede che gli sforzi per sviluppare armi che danneggiano la natura stanno continuando.

“Il Pentagono ha disponibilità finanziarie talmente elevate che mi stupirei del contrario,” afferma. “Sospetto che tutto ciò stia accadendo sia in negli Stati Uniti che in Russia. Non impedire alle persone di studiare gli eventi meteorologici è impossibile, mentre per quanto riguarda i terremoti non c’è neppure la necessità di spendere soldi per dei test militari in quanto ci sono già diversi altri progetti ai quali questo può essere facilmente adattato. Alcune di queste idee sono abbastanza credibili.”

Un’altra fonte del Ministro della Difesa americano dice: “Il rischio è che scherzando con la natura potremmo causare dei danni irreversibili e cambiare l’atmosfera dell’intero pianeta.”

Nonostante questi severi avvertimenti uniti all’immensa forza della natura, sembra inevitabile che l’Uomo continuerà a giocare a fare Dio.

Fonte: www.globalresearch.ca
Link:http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=THE20051008&articleId=1061
8.10.05

Trdauzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANDREA GUSMEROLI