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Guerra segreta di commandos Usa contro l’Iran

di Bruno Marolo - 17/01/2007

 
È in atto una guerra segreta. Le forze speciali americane hanno sferrato il contrattacco contro agenti della Siria e dell’Iran che secondo Bush fomentano l’insurrezione in Iraq. Il senatore democratico Joseph Biden, presidente della commissione esteri, ha scritto a Bush per chiedere spiegazioni. Vuole sapere se i servizi segreti Usa hanno ricevuto l'ordine di lanciare operazioni clandestine contro i governi di Damasco e di Teheran.

Il presidente ha allarmato il Congresso con una frase pronunciata mercoledì nella diretta tv con cui ha annunciato una «nuova strategia» in Iraq. Ha sostenuto che è necessario l'invio di altri soldati americani per «interrompere il flusso di rinforzi dall'Iran e dalla Siria», e ha promesso di «scoprire e distruggere la rete». Giovedì la commissione del senatore Biden ha convocato la segretaria di stato Condoleezza Rice e ha sollecitato risposte chiare a due domande. Prima domanda: l'amminitrazione Bush ha intenzione di mandare commandos in Siria e in Iran? Seconda domanda: una azione del genere sarebbe possibile senza una autorizzazione esplicita del Congresso?

La segretaria di stato ha eluso le domande e il senatore Biden è tornato alla carica con una interpellanza a Bush. La Casa Bianca non ha risposto ufficialmente ma ufficiosamente ha negato che il presidente abbia firmato ordini segreti. I segni dello scontro tuttavia sono evidenti. Un servizio di Newsweek descrive la situazione: «Nonostante la raccomandazione di trattare con l'Iran formulata dal gruppo di studio dei due partiti sull'Iraq, Washington si muove in una direzione più antagonistica. Ha dispiegato lungo la costa iraniana più batterie navali, aeree e antimissile. Ha convinto molte imprese internazionali a recedere dai contratti con l'Iran. È intervenuta contro gli iraniani in terrritorio iracheno.

Nelle ultime tre settimane le forze Usa sono intervnute due volte contro le «guardie della rivoluzione», milizie volontarie inviate in Iraq dal governo iraniano. Il ministro degli Esteri iracheno Zebari ha spiegato alla Cnn che 5 iraniani sono stati catturati giovedì a Erbil in Iraq. «Si tratta - ha spiegato - di guardie rivoluzionarie, parte del sistema politico iraniano». Stephen Hadley, il consigliere di Bush per la sicurezza nazionale, ha affermato che gli Usa «resistono al tentativo dell'Iran di stabilire una egemonia in Medio Oriente».

Secondo Newsweek la decisione di intervenire contro gli iraniani che fomentano la rivolta in Iraq è stata presa dal consiglio di sicurezza americano mesi fa, anche se Bush ne ha parlato per la prima volta mercoledì.

Il ministro della Difesa Robert Gates, interpellato dal Congresso, ha sostenuto che le truppe americane «non hanno bisogno» di entrare nel territorio iraniano. Il consigliere per la sicurezza nazionale Hadley ha risposto a una domanda sulla possiblità di uno sconfinamnento in Iran: «Per ora l'Iraq è il terreno migliore per affrontare gli infiltrati iraniani». L'intervistatore George Stephanoupoulous ha incalzato: «Così lei non crede che le truppe abbiano l'autorità di entrare in Iran?». «Non ho detto questo», ha risposto Hadley.

Il vicepresidente Dick Cheney in questi giorni parla dell'Iran con lo stesso tono che usava per l'Iraq di Saddam alla vigilia della guerra. Domenica ha detto: «L’Iran è una minaccia crescente per tutti i Paesi della regione».