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Donne e Islam: a colloquio con Zainah Anwar

di Herman Bashiron - 21/01/2007

 

Zainah Anwar, di origine malese, è la direttrice di una delle più importanti organizzazioni di donne musulmane, Sisters in Islam. Grazie alle sue parole ci fa comprendere, in questa intervista, come la donna musulmana si trovi oggi nel mezzo di due sfide: quella contro il patriarcato nelle società tradizionali islamiche e quella contro lo stereotipo occidentale che la vede eternamente “oppressa”. Prima di andare a “liberarla”, la donna musulmana bisognerebbe ascoltarla.

 

Parlaci dell’organizzazione “Sisters in Islam”. Di cosa si occupa?

 

E’ fondamentalmente un gruppo formato da donne che lavora per i diritti delle donne in seno alla struttura dell’Islam. Tali diritti si basano su principi di uguaglianza, giustizia, libertà e dignità e non c’è nulla che contraddica la coesistenza della religione con la richiesta dei diritti delle donne. Per avere un panorama più ampio delle attività dell’organizzazione vi invito a visitare il sito internet www.sistersinislam.org.my

 

Credi che i problemi di cui soffrono le donne dipendono dall’Islam? Ossia l’Islam, in quanto religione, è il problema?

 

Penso che il problema sia innanzitutto il patriarcato, non la religione, ma come l’uomo ha preparato  convenientemente l’uso della religione nascondendosi dietro l’infallibilità della parola di Dio. E’ quindi realmente il patriarcato il problema e non l’Islam in sé stesso. Non è la religione, ma l’uso della religione, attraverso una cattiva interpretazione, che giustifica la discriminazione.

 

Credi che la rappresentazione della donna musulmana in Occidente sia un ritratto reale?

 

L’Occidente spesso presenta la donna islamica solo come oppressa, controllata, discriminata, ma non tutte le donne sono oppresse, controllate o discriminate nel mondo musulmano, specialmente nel corso degli ultimi dieci anni. Sono le donne musulmane che hanno cominciato a porre nuove sfide all’interno della società, sfidando le tradizionali politiche religiose e l’uso della religione per fini discriminatori. Sono le donne, più degli uomini, ad avere il coraggio di spingere per le riforme nell’Islam e nelle società islamiche.

 

Credi che la condizione di alcune donne musulmane possa essere utilizzata come un cavallo di Troia, come strumento, per criticare l’Islam e i Paesi islamici?

 

Certo, e questo non è niente di nuovo. Nel periodo coloniale succedeva la stessa cosa. I colonialisti dicono sempre che stanno venendo a liberare le donne, a portare la civiltà, a portare la giustizia, quando nei loro propri Paesi la donna è discriminata. Guarda cosa sta succedendo in Afghanistan, le donne hanno ancora problemi enormi per conseguire i propri diritti e il governo afgano è supportato dagli USA!  E poi gli USA sono andati in Afghanistan raccontandoci che una delle loro motivazioni e ragioni era liberare la donna dal burqa!!!

 

L’Islam in Occidente, in Europa ad esempio, sta crescendo molto. Ho sentito dire che spesso le donne musulmane, all’interno del proprio contesto islamico, soffrono maggiori problemi qui piuttosto che nei loro paesi. Ciò è dovuto alla mancanza di un contesto sociale omogeneo e familiare?

 

Sì, certo. Stiamo parlando della funzione della Comunità, che è molto consistente. Se vivi in un paese straniero innanzitutto non hai la tua famiglia stabile, il cambiamento è molto consistente, sei a contatto con un ambiente diverso, una cultura straniera, ed è chiaro che puoi avere dei problemi. Sserto che in mancanza di ciò e vivendo in una terra straniera, diventi tutto più difficile). enza la famiglia vicino diventa tutto più complicato. Non avere accanto i diversi membri della tua famiglia, gli amici di sempre, le persone dalle quali dipendi, significa non poter accedere ad una importante rete di ausilio ed è quindi certo che in mancanza di tale rete e vivendo in una terra straniera, diventi tutto più difficile.

                                                                          

In tali situazioni alle volte si riscontra un’interpretazione ancor peggiore dell’Islam e dei suoi precetti.

 

Sì, e in questo caso penso che se fai parte di una Comunità minoritaria, di una identità minoritaria, dovresti fare in modo di preservare l’unità della Comunità, mostrare il piacere di esserne parte e non gettare vergogna su di essa davanti alle altre comunità maggioritarie.

 

Nell’ultimo periodo si stanno creando molte organizzazioni di donne musulmane; uno degli ultimi esempi lo possiamo trovare in Italia, dove due settimane fa è nato “l’Osservatorio su Islam e Genere”. Donne che chiedono di parlare con la propria voce e che non vogliono essere più l’oggetto di discussioni fin troppo spesso sbagliate.

 

Vedo come una cosa positiva il fatto che le donne islamiche si stiano organizzando e penso sia anche una particolare sfida in Occidente. Chi parla per i musulmani in Occidente? Molto spesso è l’uomo, l’uomo patriarca, il vecchio uomo che parla per conto della Comunità, ma la Comunità è composta da elementi di una grande diversità. Certamente essi parlano per conto della Comunità, ma come se essa fosse un monolite e spesso non rappresentano gli interessi delle donne musulmane. Ho interagito diverse volte con le Comunità islamiche, in particolare in Gran Bretagna, e anche lì le donne si stanno organizzando per ottenere i loro diritti, i loro interessi. Sono loro stesse che vogliono rappresentare i propri interessi e non delegarli a qualche patriarca all’interno della Comunità.

Ci sono comunque anche donne molto conservatrici nelle comunità musulmane occidentali.

In ogni caso queste organizzazioni sono molto utili e possono inoltre fornire una base e un supporto a donne in difficoltà e che devono affrontare dei problemi.

 

Quindi, da un lato ci sono le società patriarcali e conservatrici dei paesi islamici, dall’altro lato invece, nei paesi occidentali, abbiamo una sbagliata e superficiale interpretazione dell’Islam e della donna nell’Islam. Di conseguenza si può dire che la donna musulmana è sola?

 

Beh no, non direi che la donna musulmana è sola. E’ in atto un processo nel quale le donne si stanno sollevando e stanno guadagnando terreno. Guarda ad esempio cosa succede nelle università nei paesi islamici, le donne sono molto di più degli uomini, la situazione sta rapidamente cambiando, la realtà sta rapidamente cambiando ed è per questo che ora vogliono parlare con la propria voce. E c’è una sferzata da parte dei tradizionali gruppi islamici conservatori contro la loro organizzazione perché sanno che è in corso un cambiamento reale della base. E lo temono! Davvero non penso che la donna musulmana sia sola, anzi le donne musulmane si stanno sollevando, organizzando, stanno lottando per i propri interessi e sono in prima fila, più degli uomini, nella battaglia per i cambiamenti e le riforme nella società. E’ una grande sfida.

 

Secondo l’ultimo documento dell’ONU sullo sviluppo umano nel mondo arabo, i problemi della donna e la propria condizione, non dipendono esclusivamente dall’esistenza di società conservatrici o da una errata interpretazione dell’Islam, ma spesso dipendono dall’esistenza di conflitti, guerre, occupazioni straniere, terrorismo, crisi economiche. Cosa ne pensi?

 

Certo, è vero, però non è solo la donna, ma è l’intera Comunità musulmana che soffre a causa di queste situazioni. Sono problemi enormi e questioni reali che l’intera popolazione musulmana sta provando a fronteggiare, cercando di portare al suo interno sviluppo, pace e uguaglianza. Non c’è dubbio che in presenza di tali condizioni le donne soffrano le maggiori conseguenze.

 

Quale consiglio puoi dare, quale soluzione puoi proporre affinché non si abbia una visione errata dell’Islam e una visione errata della relazione tra l’Islam e la donna?

 

Credo che i media giochino un ruolo fondamentale in questo senso e dovrebbero soprattutto mostrare la diversità da cui è composta la comunità musulmana. Ci sono molti musulmani, come me, che non rientrano assolutamente nei topici, negli stereotipi tradizionali ritratti dai media occidentali. Bisogna inoltre essere coscienti che le Comunità musulmane e le donne di queste comunità si stanno organizzando, stanno sfidando, si stanno sollevando contro il patriarcato e contro l’uso della religione. Bisogna sapere che c’è un crescente movimento formato da donne che sta sfidando i radicalismi, ed è molto importante quindi che i media mostrino le diversità di voci esistenti nel mondo musulmano.