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Ha vinto Berlusconi?

di Riccardo Toniolo - 25/01/2007





 

La domanda è lecita. Quello che sta accadendo non ce lo possiamo più spiegare semplicemente con il fatto che il centrosinistra sia in realtà più centro che sinistra , o con la banale considerazione che il governo debba dimostrare serietà , e quindi prendersi la responsabilità di fare qualche guerra mentre i pacifisti, bambini testardi capricciosi, chiedono la pace.

É evidente che questo governo, quasi dovesse giustificarsi per aver vinto, (pro)segue la delirante strategia bellica dell'ex governo Berlusconi, e sembra quasi dover rendere conto a lui, e non ai suoi esterrefatti elettori, delle scelte che fa.

Eppure quando la carica di presidente del consiglio fu affidata a Prodi qualche illusione che le cose cambiassero (almeno un po') ce l'eravamo fatta.

Evidentemente ci sbagliavamo. Berlusconi ha perso le elezioni, ma il berlusconismo è rimasto in sella e continua a governarci, seppur ufficiosamente. I suonatori sono diversi, ma la musica di fondo è rimasta la stessa.

Si è iniziato col rifinanziamento delle missioni italiane all'estero. Tutte in blocco. Alla faccia della costituzione, della logica ed anche dello stesso programma dell'unione che a pag 99 (secondo capoverso) affermava:

crediamo che il Parlamento debba autorizzare le spese relative ad un'eventuale partecipazione dell'Italia con votazione separata per ogni singola missione”.

Citazione testuale, tanto per confermare che non ce l'eravamo sognato.

Quell'occasione è servita anche a scoraggiare altre future eventuali discussioni interne, con l'esposizione alla pubblica gogna mediatica degli otto parlamentari dissidenti . O, come avrebbero dovuto dire più correttamente, coerenti. Già, coerenti con quanto promesso a qualche milione di elettori.

S'è proseguito con il silenzioso ma sostanzioso aumento delle spese militari nella finanziaria, in controtendenza visto il periodo di “tagli” generalizzati.

Il recente episodio dell'aeroporto Dal Molin di Vicenza, poi, è la ciliegina sulla torta. Via di corsa ad inclinarsi al volere di un padrone (Usa) che sta dimenando furiosi colpi di coda, pur trovandosi di fronte all'evidenza del fallimento “globale” della sua strategia di guerra.

Visto come vanno le cose, Berlusconi ha vinto. L'Italia sta andando dove voleva lui, e gli italiani non si arrabbiano nemmeno più. La televisione ci racconta che c'è il centrosinistra al potere, e questo basta a sopire animi sempre più distratti e addomesticati dalla scatola magica, nella quale non a caso, retequattro continua ad occupare un posto non suo. I governi passano, Emilio Fede resta. E poi ... siamo campioni del mondo, Cannavaro ha vinto il pallone d'oro... ma che vuoi di più?

Prodi ci aveva avvisato di come stavano le cose lo scorso novembre, in occasione di una marcia propalestina. “Basta giocare con la piazza”, ci aveva detto, ma non avevamo capito.

Distratti da quei fantocci che bruciavano in continuazione in ogni TG, avevamo pensato che avesse rivolto quelle parole a Diliberto, l'unico leader politico presente a quella specifica manifestazione.

Ma non era un richiamo all'innocuo Diliberto, piuttosto era una comunicazione rivolta a tutti coloro che erano andati in più occasioni a riempire le piazze per comunicare pacificamente e civilmente il proprio dissenso, il proprio ripudio della guerra.

Una comunicazione chiara e semplice: fino ad allora, Romano e company, con la piazza ci avevano solo giocato. Guarda caso, ora che è all'opposizione, ha iniziato a giocarci addirittura (l'ex-allergico) Silvio.

Prodi spiegò che era arrivato il momento della realpolitik , che purtroppo si sta concretizzando in una serie di scelte miopi e senza futuro.

La prima, ad onor del vero, la fece rifondazione comunista, quando accettò la carica di presidente della Camera per Bertinotti, forse ingannata dalla candidatura di D'Alema che invece, guarda caso, si trova ad occupare esattamente il posto che voleva. Altro che ripieghi.

Mettere il discolo a fare il capoclasse è un trucchetto da maestre elementari, ma di fatto ha funzionato anche in parlamento.

Al termine delle elezioni, una delle prime dichiarazioni dell'allora segretario di rifondazione fu: “mediaset deve dimagrire”. L'attuale presidente della Camera, probabilmente, nemmeno se ne ricorda.

Di fatto, la voce di Bertinotti è sparita, e nessun'altra l'ha sostituita. Si, ha proprio vinto Berlusconi, ma non è un motivo sufficiente per arrendersi: la pace è un valore troppo importante per lasciarla distruggere dalla realpolitik, di destra o di sinistra che sia (o di dica di essere). Ne va del futuro di tutti.


di Riccardo Toniolo