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Unabomber: perizie e disastri giudiziari. E se fosse un uomo in divisa?

di redazionale - 26/01/2007

Fonte: misteriditalia

 

Come volevasi dimostrare.

La cieca fede che ormai molte procure riversano nelle perizie scientifiche - per non parlare della stampa - ci riporta ai tempi della lotta alla mafia quando i “pentiti”, in realtà solo criminali con uno spiccato senso dell’opportunità, venivano trattati come oracoli infallibili.

In assenza di una qualsiasi forma di cultura investigativa, ormai gran parte dei magistrati e la quasi totalità delle strutture investigative nazionali giocano tutte le loro carte solo ed esclusivamente sui rilievi scientifici.

Ed ecco che magistrati, poliziotti e carabinieri che guardano troppo il canale 112 di Sky, ed in particolare Csi Las Vegas, Miami e New York, ritengono di poter risolvere casi intricati, complessi e diluiti nel tempo, com’è il caso di Unabomber, con il solo aiuto della scienza, dimenticando che i criminali si prendono investigando.

Il risultato è ora sotto gli occhi di tutti. La poderosa difesa dell’ing. Elvo Zornitta ha sbaragliato ben due procure, facendo fare a magistrati di livello e di esperienza, come Fortuna e Borraccetti, una figura davvero barbina.

UNABOMBER (2):
CHI E’ EZIO ZERNAR

Ezio Zernar, l'assistente di polizia nei cui confronti la procura di Venezia ha ora avviato un procedimento penale per manomissione di materiale sottoposto a perizia nell'ambito dell'inchiesta Unabomber, è ritenuto un “superperito” della balistica.

Responsabile tecnico del Laboratorio investigazioni criminalistiche (Lic) di Mestre, Zernar, che è sposato ed ha due figli, è descritto come una persona schiva e poco incline ad apparire in pubblico, ma sarebbe stato determinate in importanti inchieste giudiziarie grazie alle sue competenze acquisite anche dopo i suoi studi a Londra che lo hanno portato a specializzarsi in materie criminali, alle quali ha dedicato 24 anni di attività.

Tra le inchieste di rilievo che lo hanno visto protagonista ce ne sono in realtà alcune assai dubbie, come due vicende giudiziarie dall’esito quanto meno opinabile: la vicenda di Marta Russo, la studentessa uccisa da un colpo d'arma da fuoco all'Università di Roma, per la quale si assistette ad un incredibile balletto di perizie, a volte contrarie a volte favorevoli agli imputati, e la strage di via D' Amelio nella quale fu ucciso il giudice Borsellino.

Nella vicenda di Marta Russo, Zernar fu incaricato dalla corte d'Assise di Roma di fare le perizie sul proiettile estratto dal corpo della giovane e di valutare la sua compatibilità con una precisa arma da fuoco, ma senza che la vera arma da fuoco che uccise la Russo fosse stata mai trovata. I “buchi” balistici nell’assassinio di Paolo Borsellino sono infiniti.

Nella vicenda Una bomber, Zernar era entrato in silenzio. Aveva parlato con i giornalisti ricordando solo la propria sorpresa ed emozione alla scoperta della compatibilità della forbice sequestrata nel capanno di Elvo Zornitta, l'ingegnere di Azzano Decimo, indagato, con il lamierino componente un ordigno inesploso nella chiesa di sant'Agnese a Portogruaro.

Sorpresa ed emozione che ora sembrerebbero spiegarsi molto bene.

UNABOMBER (3):
E SE FOSSE UN UOMO IN DIVISA? 

Se davvero a manomettere la perizia sulle forbici sequestrate all’ing. Zornitta è stato l’assistente di polizia Ezio Zernar, come sembrano ritenere i magistrati che indagano su Unabomber, si tratta ora di capire perché l’ha fatto.

L’ipotesi prevalente è che Zernar, sentendosi una sorta di Torquemada, abbia manomesso la prova per pura convinzione. Il soggetto in questione sarebbe stato ”certo” (non si sa perché mai) della colpevolezza di Zornitta e, truccando la prova, avrebbe mirato a convincerlo a confessare.

Questa l’ipotesi, per così dire, prevalente.

Ma ce n’è un’altra. Più inquietante.

Ricordate i poliziotti della Uno bianca? L’ipotesi è che Unabomber sia un uomo in divisa, forse un poliziotto, forse un carabiniere, magari un militare con conoscenze sul trattamento ed il confezionamento degli esplosivi. In questo caso Zernar (o chi per lui, dal momento che lo stesso perito afferma di non essere stato l’unico ad avere accesso a forbici e lamierino) stia coprendo qualcuno.

E’ già accaduto in Emilia, 13 anni fa, perché non potrebbe essere accaduto in Veneto 13 anni dopo?