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Tra lestofanti e servi

di Gianfranco La Grassa - 31/01/2007

 

Mi si permetta di iniziare con una maledizione a questo Governaccio. A gennaio, per la prima volta nella mia vita lavorativa, ho trovato la retribuzione (pensione adesso) diminuita rispetto all’anno precedente, mentre in passato aumentava sempre di qualcosa (dall’entrata dell’euro, un  15-20 unità in più al mese di questa ormai vilissima moneta) per via dell’adeguamento al costo della vita. E ancora mancano l’Irpef regionale e quello comunale che, per motivi misteriosi, l’Inpdap comincia a prelevare (almeno sulle pensioni) a marzo (non si preleva di meno, sia chiaro; semplicemente si suddivide in 10 mensilità, invece che 12, l’ammontare complessivo). E questa mia pensione, oggi diminuita, supera di pochissimo i 40.000 euro lordi l’anno; quindi non è vero che ci si perde dai 75.000 in su, come pretendevano questi imbroglioni; aveva ragione chi (non certo di sinistra) sosteneva che la decurtazione sarebbe avvenuta a partire ai 35-40.000 euro lordi. Infine, non ho ricevuto, come tutti gli altri anni, il tagliandino con indicata la specifica delle varie voci della pensione. Qui siamo alla vera e propria associazione per delinquere, che impedisce persino di meglio verificare e valutare la ruberia subita.

 

E adesso cambiamo discorso. Il Ministro degli esteri della “banda” in questione ha cercato, già qualche tempo fa, di convincere coloro che vorrebbero ritirarsi dall’Afghanistan a recedere dalla loro posizione con la “furbetta” notazione che “nemmeno Cina e Russia chiedono questo ritiro” (di truppe che sarebbero dell’ONU secondo questo “servo sciocco”). Non c’è da meravigliarsi che un ipocrita – il quale, guidando il Governo di aggressione alla Jugoslavia nel 1999, sosteneva che noi compivamo solo missioni di “difesa integrata” quando andavamo a bombardare il territorio di un altro paese – racconti la panzana che l’esercito in Afghanistan risponde all’ONU e non alla precisa volontà degli USA di “difendere” l’intero mondo “aggredito dal terrorismo” (altri begli ipocriti!); sappiamo bene chi ha il comando delle operazioni. Fatta per i gonzi è invece la dichiarazione riguardante la Russia e la Cina.

Tali paesi non fanno parte di un “movimento pacifista”; sono potenze…. “in potenza”, e le loro azioni sono dettate dalla strategia geopolitica tipica di paesi che, nel giro di due-tre decenni salvo eventi casuali al momento non prevedibili, si porranno nettamente quali antagonisti (di tipo imperialistico) degli USA sul piano mondiale, essendolo comunque già oggi su scala “regionale”: in specie in Asia, settore caucasico, aree in parte europee, ecc. Cina e Russia, malgrado si siano recentemente riavvicinate – proprio per contrastare gli USA, che hanno come ottimi alleati il Giappone e, pur se un po’ meno, l’India – si trovano in “sorda” (e qualche volta meno sorda) contesa per alcune zone siberiane e nei rapporti con le repubbliche centroasiatiche. In queste ultime, un tempo parte integrante dell’URSS, si svolge anzi una partita a tre, perché si è verificata una notevole espansione dell’influenza statunitense – vi sono ancora basi militari USA in alcune di queste repubbliche – che sembra adesso effettivamente in ribasso con ripresa di quella russa; ma, lo ripeto, con meno pubblicizzate, ma non poco rilevanti, avances cinesi di “aiuti” e collaborazione, ecc. E’ ovvio che, in questo complesso gioco, Cina e Russia agiscono con duttilità e prudenza, senza alcun bisogno di entrare subito in scontro diretto con gli USA sulla questione afgana.

Ma c’è di più, credo. I due paesi suddetti hanno il comune interesse di veder marcire e impantanarsi – così come sta accadendo, malgrado ci dicano pochissimo (abbiano un’informazione asservita che è reale disinformazione) – la “missione” militare afgana. Russi e cinesi non manifestano alcuna fretta; anzi, quante più legnate prenderanno le “truppe ONU” (cioè degli americani e dei loro stupidi servitorelli), tanto più grave sarà il “botto finale”, quando tra non molti anni esse “toglieranno le tende” lasciando profondi strascichi di odio profondo verso gli occupanti e sostenitori dell’attuale Governo puramente collaborazionista, governo che è nella sostanza un semplice “Protettorato” americano. E quando cadrà l’Afghanistan, gli USA (e coloro che li hanno serviti in tutti questi anni) perderanno anche il Pakistan, che odia l’India ed è già irritato per certi contatti privilegiati stabiliti da tale paese con gli imperialisti predominanti. L’attuale presidente pakistano, Musharraf, o sarà preso a calci o farà “il salto della quaglia”. In ogni caso, si verificherà un deciso cambiamento degli equilibri geopolitici nell’intera area asiatica, ma certo non senza riflessi anche altrove, e soprattutto per quanto concerne questi inetti europei, che non sanno far altro che servire gli USA, sperando di trovare una “buona sistemazione” (per stagnare e marcire!!) nell’ambito della sfera imperiale americana.

Al momento opportuno, non è escluso che si apra un sottile gioco tra Russia e Cina anche per quanto riguarda l’alleanza con il Pakistan; comunque, gli “occidentali” dovranno sgombrare. Ecco perché, in questo momento, Cina e Russia non hanno alcuna fretta di chiedere agli USA (e ai loro sicari) di sloggiare dall’Afghanistan. Ma il servilismo dei nostri governanti è straordinariamente miope; per un momentaneo “piatto di lenticchie” (non si riesce nemmeno a capire bene quale sia) essi perderanno ogni influenza in quell’area. Oggi, ad essi gira la testa pensando all’enorme “mercato cinese”, più altri mercati asiatici minori, che sono anche aree di investimento di capitali, in particolare per le “meravigliose” imprese medie, il nuovo (falso) “mito” delle ignobili classi dominanti (e non dirigenti) italiane, cioè di quella GFeID (grande finanza e industria decotta) che ci porterà al disastro. Tempo ancora 10 anni (se proprio va benone 15), e le aree asiatiche (sia per merci che per investimenti) ce le sogniamo. Si sviluppa la Cina, si sviluppa l’India, si sta riprendendo il Giappone; e gli USA continueranno a giostrare con questi ultimi due paesi per contenere la spinta di Cina e Russia, che avranno dalla loro il Pakistan (forse contendendosi le preferenze di quest’ultimo).

In ogni caso, povera Europa; e povera Italia. Faranno la fine che meritano data l’inconsistenza dei loro gruppi dominanti economici e politici. Ma intanto quell’imb…..(aggiungiamo “elle”, per non essere cattivi?) del nostro Ministro degli esteri racconta la favoletta di Russia e Cina che sembrano quasi d’accordo con la nostra occupazione afgana (come servi degli USA); il tutto nel tentativo di convincere quattro pacifisti, che più inutili, anzi dannosi, di così non potrebbero essere, visto che non hanno la più pallida idea della posta in gioco nello scacchiere internazionale, e asiatico in specie (o quanto meno dimostrano di non averla; se fingono, sono opportunisti alla grande). E’ una vera terribile disgrazia avere una sinistra – e ovviamente anche una destra – come quelle che ci ritroviamo tra i piedi. Eppure sento che non è lontanissimo il tempo (non è dietro l’angolo, ben s’intende) in cui “finiranno al rogo”.