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I talebani riprendono Musa Qala, teatro di una discussa tregua con le forze britanniche

di Cecilia Strada - 05/02/2007

E' di nuovo guerra nel distretto di Musa Qala. Mentre il comando di Isaf passa dal britannico David Richards al generale statunitense Dan McNeill, soprannominato “the bomber”, succede quel che era già stato ampiamente preannunciato: si ricomincia a combattere, e si mette la parola fine a quel “patto segreto” che le forze britanniche e i talebani avevano stretto a Musa Qala.

un ragazzo afgano e un soldato britannico in HelmandLa cronaca. La cittadina principale e il distretto che la circonda portano lo stesso nome, Musa Qala. Un fiume attraversa il territorio, nel nord della provincia meridionale di Helmand, punteggiato da case di paglia e fango. Tutta la popolazione è pashtun, come i talebani. Dopo tre giorni di informazioni confuse e contraddittorie, il ministero dell'Interno afgano ha confermato che i talebani hanno ripreso il controllo della cittadina di Musa Qala. L'offensiva è cominciata giovedì, quando centinaia di miliziani sono entrati in città, hanno disarmato la polizia locale, bruciato alcuni edifici governativi e ammainato la bandiera afgana. Centinaia di abitanti sarebbero scappati da Musa Qala nel timore di un attacco della Nato, che puntualmente è avvenuto: domenica mattina, in un “raid di precisione”, la Nato ha dichiarato di aver colpito una macchina su cui viaggiava mullah Ghaffour, alto comandante talebano che sarebbe dietro all'offensiva di Musa Qala. I talebani però smentiscono la morte del mullah, mentre gli abitanti della zona dicono che la macchina colpita trasportava sei civili, tutti uccisi nell'attacco. Sempre domenica, fonti locali riportano che un convoglio militare britannico sarebbe stato investito da un'esplosione vicino a Garmsir, a circa 60 chilometri dalla capitale provinciale Lashkargah: sarebbero morti tredici soldati britannici. Da Isaf, però, dichiarano di “non essere a conoscenza dell'incidente”. Una guerra, questa, fatta di comunicati stampa oltre che di pallottole. La Nato si sta preparando a passare al contrattacco, per riconquistare Musa Qala: una cittadina che, più che strategica, ha una grande importanza politica. Vediamo perché.

miliziani talebaniModello Musa Qala. E' una strana storia quella di Musa Qala. La provincia è da mesi teatro di sanguinosi scontri tra i miliziani talebani e le truppe della Nato, di sparatorie e attentati suicidi, di bombardamenti delle forze della Coalizione. Come tutto l'Afghanistan meridionale, d'altronde. Ma Musa Qala ha una storia particolare, che ha fatto arricciare il naso - e saltare i nervi – a più di un generale statunitense: qui è stata negoziata la prima “tregua” tra i talebani e le forze britanniche, il “modello Musa Qala”. La partita l'hanno giocata in quattro. Il comando britannico, stremato da un'estate sanguinosa che è costata la vita di quattordici soldati inglesi nella provincia di Helmand, ha cercato un accordo con i talebani. Lo ha trovato grazie alla mediazione del consiglio degli anziani di Musa Qala, che come nel resto dell'Afghanistan, storicamente privo di un governo centrale, detiene il potere reale a livello locale. E una grossa parte ha avuto l'allora governatore della provincia, Mohammad Daud. “Daud ha voluto fortemente questo accordo, si è impegnato in prima persona”, racconta un importante cittadino della capitale di Helmand, che vuole rimanere anonimo per motivi di sicurezza. “Ha tenuto i rapporti con i talebani, passando le richieste da una parte e dall'altra. E quando i britannici hanno donato quaranta jeep ai talebani, è stato lui a consegnare le chiavi”. Trattative? Regali? Si capisce che il comando Nato, fautore – almeno sul piano ufficiale - di una politica di intransigenza nei confronti di tutti i nemici della coalizione, abbia fatto più di un salto sulla sedia.

truppe britanniche in HelmandUn accordo che non piace alla Nato. Agli inizi di settembre, fra i musi lunghi degli alleati, l'accordo è andato in porto. I talebani avrebbero interrotto gli attacchi conto le truppe britanniche, mentre gli inglesi si sarebbero ritirati dal territorio, creando una zona franca di 5 chilometri sotto il comando dei notabili locali. Il 17 ottobre le truppe britanniche si sono ritirate in buon ordine, la guerra e i bombardamenti si sono spostati nel vicino distretto di Kajaki. Ma il patto, vissuto da molti come una concessione al nemico, non era destinato a lunga vita. A dicembre il presidente afgano, Hamid Karzai, su pressione degli Usa ha licenziato il governatore Mohammad Daud, rimpiazzandolo con uno più gradito agli alleati statunitensi: Asadullah Wafa, che ha subito reso noto che con i talebani non avrebbe trattato. E' stato un duro colpo per la strategia britannica nella regione. Il casus belli dell'invasione di Musa Qala l'ha fornito un bombardamento della Nato nella zona di Ghazi Qala. Fuori dal territorio oggetto della tregua, secondo Isaf, abbastanza per gridare alla violazione e agire di conseguenza, secondo i talebani. Adesso la popolazione di Musa Qala sta a guardare con il fiato sospeso, presi fra i fucili dei talebani e i bombardieri della Nato. Tra di loro c'è anche una bambina, Hamida. Vi abbiamo raccontato la sua storia qualche mese fa: colpita da un bombardamento mentre dormiva nella sua casa, Hamida continua a sognare gli aerei della Nato. Forse stanotte li sentirà ancora, e non sarà un sogno.