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I fischi e i fiaschi

di Gabriele Adinolfi - 12/02/2007

Il minuto di silenzio turbato all'Olimpico: non è andata come la racconta la televisone
Domenica pomeriggio mi trovavo allo stadio Olimpico, nel settore Distinti quando il minuto di silenzio per il commissario Raciti è stato interrotto, inizialmente, da una selva di fischi proveniente dalla Curva Sud

In televisione si è parlato di pochi facinorosi (teppisti, imbecilli eccetera) che saranno facilmente identificabili e che verranno diffidati. Non dubito che il sistema della repressione sensazionalista compia questa vera e propria decimazione andando a “zoomare” su questo o quel gruppo. Ma il fatto è che a fischiare, per buoni venti secondi, non sono state meno di dodicimila persone. Né è vero che queste persone sono state “zittite dagli applausi dell'Olimpico” visto che la quasi totalità è passata direttamente dai fischi agli applausi. Col che intendeva significare qualcosa che i soliti eccitatori di folle, gli ottusi forcaioli lottacontinuisti alla Paolo Liguori, quelli che ora s'indignano quando si “attacca lo Stato” non hanno voluto cogliere. I fischi, di cattivo gusto ovviamente vista la circostanza (ma gli applausi nel minuto di silenzio sono di pessimo gusto anch'essi) non erano rivolti al defunto Raciti ma al Palazzo che impone regole idiote per favorire la pay tv e il monopolio della ditta dei tornelli (che cavolo c'entrino con gli incidenti che accadono sempre al di fuori degli stadi qualcuno dovrebbe magari provare a spiegarcelo). I fischi erano rivolti ai Liguori, ai Piccinini, alla Melandri, a tutti i tribuni della plebe capitalista che scalmanano e producono, essi di fatto, irascibilità e odio. I fischi erano rivolti a quelli che sentenziano con imbecille superficialità (e ci ha stupito trovare tra questi Mughini) anziché affrontare la questione nel suo insieme come qualche giornalista sportivo e Spalletti hanno invece suggerito. I fischi magari erano rivolti anche contro le ricostruzioni rabberciate dei fatti di Catania e la taciuta autopsia che indicherebbe che la causa della morte del Raciti sia dipesa da un lacrimogeno. I fischi erano sicuramente rivolti contro coloro che scaricano solo sugli ultrà i mali sociali e culturali quotidiani che sono perfettamente incarnati e magnificamente incoraggiati dal sistema: sportivo, culturale, economico e politico. I fischi, dunque, erano probabilmente destinati a coloro che hanno approfittato della distrazione generale per rimettere in sella, a dirigire le partite della A, gli arbitri coinvolti nelle miserie di calciopoli.

I fischi erano stonati, visto il momento, ma subissavano i veri colpevoli delle miserie italiane e i veri assassini del Raciti.

Tant'è che, terminati i fischi, gli stessi ultrà della Sud hanno applaudito perché, qualunque cosa pensino degli agenti di polizia, intendevano dire che rispettano la morte di un uomo.

Ma la televisione e i soliti imbecilli, manipolatori, eccitatori di odio, gli eredi (e in certi casi sono gli stessi individui di allora) del clero della discordia che seminò sangue e odio trent'anni fa si sono ben guardati dal presentare quello che è successo nella sua giusta luce. Tanto per cambiare. E il qualunquismo reazionario ulivista si è posto come l'alternativa alla brutalità....