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W L'Italia: Pane e politica (1)

di unoenessuno - 06/03/2007

Fonte: unoenessuno.blogspot.com

 
Per qualcuno la politica da il pane per vivere. E vivere anche bene. Come accade al sud, a Catanzaro e in Calabria. Una regione che vive solo di iniziative statali, di finanziamenti pubblici, dove non esiste quasi del tutto l'iniziativa privata.
Entrare in politica dà da vivere: un consigliere comunale guadagna 1300 euro netti al mese, quando al call center arrivi a prenderne a malapena 500. E se arrivi a diventare assessore, puoi prenderne anche 19000, di euro al mese (l'assessore ai lavori in Calabria ..).
In una regione dove la disoccupazione raggiunge il 60%, controllare i bandi che assegnano un posto fisso a 1000 euro al mese, a gente del tuo bacino elettorale, diventa importante. Si creano strani patti tra politici (sindaci, assessori ...) e comitati, che si frappongono tra la gente e il pubblico.

Come avvenuto a giugno 2006 a Reggio Calabria, col bando per 300 posti, cui si sono presentati quasi un migliaio di disoccupati. Una manna, che il sindaco si è guardato bene dal pubblicizzare. E dove in due ore si è formato un comitato, fuori dai regolamenti comunali, che gestiva la cosa, la lista, l'ordine di arrivo ...

Come spiegava Riccardo Iacona, intervistato a "Che tempo che fa", questo sistema crea un problema: se io, come politico, guadagno 10 volte tanto rispetto ad un ricercatore, cercherò di rimanere in politica tanto più a lungo possibile.
E mi occuperò più di fare campagna elettorale che di vera politica, per manterere il mio pacchetto di voti.
Visto che i voti sono l'unico bene posseduto dai politici.

Si crea un nuovo rapporto con gli elettori: scompaiono i partiti tradizionali, perchè la gente vota la persona. A prescindere dal partito che ha dietro, che può cambiare da elezione ad elezione, dal programma ...
Vengono avanti i cosiddetti partiti-persona, vere e proprie macchine elettorali incardinate su persone in grado di poter coltivare il proprio elettorato.

Colpa anche della legge elettorale, per cui non si può scegliere l'eletto, ma questi viene scelto dai capipartito a Roma. Questo crea, a livello locale, delle corti: persone che si tengono stretto il pugno di voti che raccattano nelle proprie liste civiche, perchè con quei voti, saltando da un partito all'altro, diventano l'ago della bilancia, e fanno la fortuna o la disgrazia di questi.
Esemplare il caso delle elezioni del sindaco a Catanzaro:

Mario Tassone (UDC, candidato del centrodestra) è stato trombato al primo turno.
Rosario Olivo è il candidato del centrosinistra. Passato dal PSI al centrosinistra con una trattativa lunga 7 mesi.
Franco Cimino: candidato di una lista che comprende Udeur, Udc, Italia dei Valori e Psi. Da solo ha sconfitto e sottratto voti al centrodestra. Il suo slogan è stato "aggregare, abbracciare, amare".
Poi ci sono le liste dei transfughi da Forza Italia che, sentendo il vento che cambia, hanno creato liste civiche che hanno raccolto più del partito d'origine.

C'è gente come Pino Soriero, passato dai Ds a Italia dei Valori, contro il centrosinistra.
Domenico Tallini: dal Movimento sociale all'Udeur di Mastella. Tutti a fare il salto della quaglia, senza scandalo. Tutti pronti a vendersi al miglior offerente.

Iacona ha intervistato Francesco Leone, capo elettore di Cimino. Spiegava il suo lavoro: raccogliere voti, fare favori, segnalazioni.
"Esistono gruppi di potere, non esistono più i partiti. La gente si rivolge a te per un favore."

Uno come Francesco, con la sua bella lista di elettori, di cui sa vita morte e miracoli, è una persona importante. In diretta abbiamo assistito ad una raccomandazione per un esame universitario.
E Leone, prontamente, ha telefonato al professore (di scienze motorie dell'università di Catanzaro) per chiedere un aiuto per il giovane ...

Tutto alla luce del sole. Con la politica riesci ad entrare in un mondo inavvicinabile: professori, docenti, tecnici .. puoi accellerare l'iter per un esame clinico, par passare un esame. Tutte queste persone sono sensibili alla telefonata di un politico (o di un capo elettore), perchè sanno che pima o poi anche loro avranno bisogno di un favore.
"La gente non vuole la città più bella. La gente vuole qualcuno che gli sappia risolvere i problemi quotidiani. E' triste questo.. in un paese normale non dovrebbe essere così" ammetteva Leone, davanti a Iacona.

E la politica saprà essere riconoscente con gente come Leone: essendo il primo dei non eletti, potrebbe essere scelto per un incarico di sottogoverno, o in regione.
Mentre altre persone, lontane dalla politica, anzi proprio per questo, il posto lo hanno perso. Come è successo a Tommaso Madia: cui la Agecontrol non ha rinnovato il contratto di consulente agrario, in favore di tre persone legate ad A.N., nella figura del deputato Buonfiglio.
Pur non avendo i titoli di studio. Ma essendo parenti, militanti di A.N., consiglieri di A.N.

Queste persone dovranno poi controllare gli abusi per i fondi comunitari, dati ad aziende agricole fittizie. Create per frodare la comunità europea. Come possono, persone che lavorano per la politica, controllare persone appartenenti al proprio serbatoio elettorale?

Questa è la mafia. O pensavate che la mafia fosse solo la fiction con Provenzano e Riina?
Ieri Riccardo Iacona ci ha fatto vedere come lavora la politica degli imbrogli, dei voti di scambio, del "tu fai un favore a me e io faccio un favore a te".
Come l'accordo che chiedeva, sempre alla luce del sole e davanti alle telecamere, il candidato Cimino (Udeur) a Marco Folllini, che lo telefonava da Roma.
Sembrava na scenetta preparata. E invece era tutto vero.
Ma Udeur e UDC non erano avversari?