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L'Afghanistan va a fuoco

di Cecilia Strada - 06/03/2007

Allarme attentati a Kabul, mentre la Nato fa un'altra strage di civili e scatena le proteste
L'Afghanistan sta prendendo fuoco. La guerra dilaga dal sud verso nord e ovest, tra attentati kamikaze e stragi di civili.

Allarme attentati. Fonti vicine agli ambienti militari mettono in guardia sul rischio attentati: potremmo essere alla vigilia di un'ondata di attacchi, con auto imbottite di esplosivo e biciclette-bomba, diretti contro le strutture governative afgane. Secondo la stessa fonte ci sarebbero a Kabul venticinque kamikaze pronti a colpire gli edifici dei ministeri nelle prossime 24/48 ore. 
 
una delle vittime di domenica nella provincia di NangarharCome farsi dei nemici. Questa notte un gruppo di miliziani ha attaccato una base Nato della provincia di Kapisa, a nord di Kabul, dove da alcuni giorni è in corso un'operazione militare delle forze della coalizione. I soldati stranieri hanno risposto al fuoco e hanno fatto intervenire l'aviazione che, poco dopo, ha colpito un'abitazione civile. Il bilancio, secondo il governatore della provincia di Kapisa, Mohammad Dawood Hashimmi, è di nove civili morti: un uomo, tre ragazzi, cinque donne. La polizia locale ha invece riferito che domenica, nel distretto di Najirab della stessa provincia, cinque civili afgani sarebbero morti dopo essere stati coinvolti in uno scontro a fuoco tra truppe Isaf e miliziani armati. E così la guerra è arrivata anche a Kapisa, provincia che era "tranquilla", a poche decine di chilometri dalla capitale.
 
la protesta della popolazione dopo la strage di sabatoUn'altra strage. Questa strage segue di poche ore quella avvenuta lungo l'autostrada Jalalabad - Tokhar, nella provincia orientale di Nangarhar, dove sabato scorso almeno sedici civili sono stati uccisi da soldati statunitensi che hanno aperto il fuoco sulle automobili di passaggio, sparando dalle mitragliatrici a trecentosessanta gradi. Il loro convoglio, sembra, era stato attaccato da un attentatore suicida, ma la dinamica di quel che è successo dopo è ancora da chiarire: mentre il comando Nato parla di legittima difesa, tutte le testimonianze della popolazione locale raccontano di grilletto facile, di ore di follia dei soldati statunitensi, di rappresaglia contro i civili che passavano di lì, di corse sull'autostrada sparando a qualsiasi cosa si muovesse. Certo è che le truppe straniere hanno distrutto il materiale che i reporter di Associated Press avevano girato sul posto: qualcosa da nascondere, quei soldati, ce l'avevano.
 
Il sud sotto le bombe. La Nato intanto continua i raid aerei nel sud dell'Afghanistan. I bombardieri B-1 hanno sganciato ordigni da 900 chilogrammi contro le “postazioni nemiche” vicino a Kajaki, nella provincia meridionale di Helmand. Un altro raid di B-1 ha invece colpito il distretto di Sangin, nella stessa provincia, dove sabato due soldati britannici erano stati uccisi da un razzo. E continuano anche gli scontri a fuoco: gli abitanti di Grishk, poco a nord della capitale provinciale di Helmand, Lashkargah, riferiscono che otto civili sono rimasti uccisi nel corso di due giorni di combattimenti tra miliziani talebani e truppe britanniche. La “guerra finita” in Afghanistan ha già causato più di seicento morti dall'inizio del 2007.