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"Scusa se ti massacro". (d'Alema imbianca e perde il pelo, ma non il vizio...)

di redazionale - 06/03/2007

Aiutiamo gli Usa a conquistare l'Afghanistan e poi facciamo finta di meravigliarci se massacrano donne, vecchi e bambini?!
BRUXELLES - La strage di civili innocenti in Afghanistan ''crea grande turbamento'' e l'Italia appoggia la richiesta del presidente Hamid Karzai di aprire un'inchiesta indipendente, per chiarire come sono andate le cose e stabilire le responsabilita'. A Bruxelles per il Consiglio dei ministri degli esteri della Ue, Massimo D'Alema ha commentato con toni turbati e preoccupati l'escalation di violenza in Afghanistan. ''Quello che e' accaduto ci crea grande turbamento. Sono stati uccisi molti civili innocenti. E' molto preoccupante che possa esserci una crescita della violenza e possa diffondersi verso i cittadini afghani un sentimento di ostilita' verso i militari della Nato: noi siamo li' per difenderli e cio' sarebbe una sconfitta'', ha rilevato D'Alema.

Le dichiarazioni del vice premier giungono all'indomani della morte di civili a Jalalabad in seguito a un'imboscata ai soldati americani, che avrebbero aperto il fuoco sulle auto di passaggio dopo l'attacco, e poche ore dopo un nuovo raid americano che ha fatto altre vittime, anche donne e bambini. Per il ministro degli Esteri, ''tutto questo richiede una riflessione molto seria perche' le cose possano andare meglio. Ad esempio, non uccidere civili potrebbe contribuire a far andare meglio le cose''. E questo al di la' - ha precisato il ministro - delle responsabilita' giuridiche della Nato e degli Usa. ''Nessuno ha ordinato di sparare sui civili, ne' la Nato, ne' gli Usa. Non ci sono comandi che ordinano queste cose''.

Per D'Alema, la cosa fondamentale ''e' vedere come portare avanti quell'opera di pacificazione e di rafforzamento delle istituzioni democratiche, che e' lo scopo della missione internazionale in Afghanistan''. Per questo, il titolare della Farnesina si rechera' il 20 marzo prossimo a New York, alla riunione dell'Onu sul rinnovo del mandato della missione internazionale, per spiegare ''perche' l'Italia ritiene essenziale che ci sia una conferenza per la pace dell'Afghanistan che coinvolga tutti i paesi vicini e l'intera comunita' internazionale''. Sull'Afghanistan, D'Alema annuncia anche una posizione disponibile del governo verso l'ordine del giorno che sara' presentato da Prc, Verdi e Rosa nel Pugno per trasformare l'oppio afghano in morfina e codeina, affinche' la proposta sia discussa in sede internazionale. Una mano tesa alla sinistra radicale in vista del nuovo voto parlamentare sul rifinanziamento della missione.

D'Alema, che ha Bruxelles ha avuto un incontro bilaterale con il ministro degli esteri di Israele Tzipi Livni, ha parlato anche di Medio Oriente, rilevando che la formazione di un governo di unita' nazionale in Palestina, dopo gli accordi della Mecca, rappresenta un indiscutibile passo in avanti: ''l'alternativa e' la guerra civile'', ha commentato. D'Alema ha invitato quindi a valutare l'auspicata coalizione di unita' nazionale tra Hamas e Fatah in modo ''pragmatico''. Alla domanda se considera il riconoscimento di Israele come una pre-condizione, D'Alema ha premesso che siccome il suo mestiere ''non e' di fare il notaio'', ritiene ''che questo governo rappresenti comunque un indiscutibile passo in avanti''. ''L'alternativa - ha ribadito - e' la guerra civile, e' la confusione, e' la gente che muore. Una situazione di fronte alla quale non mi sentirei di potere vestire i panni notarili di chi giudica con la matita rossa e blu''. L'Accordo della Mecca prevede che il nuovo governo riconosca tutti gli accordi internazionale precedentemente firmati dall'Olp, che prevedono il riconoscimento di Israele. ''Se dipendesse da me, sarei andato oltre, ma non dipende da me'', ha concluso D'Alema, rilevando che con questo governo bisogna dialogare e che la comunita' internazionale deve mantenere alta la pressione.

MUOIONO DONNE E BAMBINI IN RAID USA
Nuove vittime civili in Afghanistan che a oltre cinque anni dal crollo del regime dei Taleban continua a non trovare pace: cinque donne, tre bambini e un anziano sono morti in un raid aereo della coalizione guidata dagli Stati Uniti nella provincia di Kapisa, a una settantina di chilometri a Nord di Kabul. Le vittime di ieri - ha detto il governatore della provincia Sayed Daud Hashimi, le cui parole non sono state confermate da fonti indipendenti - sono state uccise mentre erano in casa, in questo freddo e nevoso inverno. Vanno ad aggiungersi ai dieci di sabato in una sparatoria tra militari americani e guerriglia sulla strada vicino a Jalalabad, nell'Est, al confine con il Pakistan.

 In ambedue i casi, le forze della coalizione impegnate dal 2001 nella lotta al terrorismo 'Enduring Freedom' e dell'Isaf, la forza di interposizione internazionale guidata dalla Nato, negano o quanto meno ridimensionano la loro responsabilita': si e' trattato di risposte ad attacchi, hanno detto i portavoce a Kabul. Ieri un razzo ha colpito una base di ricostruzione dell'Isaf, e sarebbe partito dall'abitazione poi distrutta nel raid. Mentre sabato gli americani hanno risposto ad un attentato suicida. Le immagini delle conseguenze della reazione, fra cui quelle di civili uccisi nella loro automobile, sono state distrutte dai soldati americani.

L'agenzia di stampa americana AP ha presentato una denuncia. Ma fra i 30 milioni di afghani, per lo piu' privi di elettricita' in gran parte del Paese, monta l'astio verso una presenza straniera e un governo, quello del presidente Hamid Karzai, che non hanno mantenuto le promesse fatte dopo la fuga dei Taleban sotto le bombe americane nel dicembre 2001. Ci sono state elezioni parlamentari e presidenziali, il Paese ha una Costituzione, ma secondo l'organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch oltre mille civili sono morti nel 2006 in raid, attentati e combattimenti fra militari stranieri e una guerriglia che sempre piu' sta diventando una sorta di associazione per delinquere tra trafficanti di droga, criminali, signori della guerra - come l'ex primo ministro Gulbuddin Hekmatyar, prima sostenuto dagli americani e ora ricercato - e migliaia di altri per facilita' identificati come 'Taleban'. Un rapporto dell'Onu, reso pubblico oggi, indica che la produzione dell'oppio quest'anno sara' in aumento.

L'Afghanistan, il principale produttore al mondo, ha 165 mila ettari coltivati a oppio. Lakhdar Brahimi, che e' stato inviato speciale delle Nazioni Unite per l'Afghanistan, ha criticato piu' volte l'operato dell'Onu: ''siamo troppo lenti, troppo burocratici e francamente abbiamo speso troppi soldi per noi invece che per sviluppare le capacita' degli afghani'', ha detto in una recente intervista alla BBC. Brahimi ritiene che non siano stati inviati abbastanza soldati nel 2002 per la ricostruzione e il disarmo: 5.000 quelli dell'Isaf a Kabul, contro gli 8.000 americani impegnati nella guerra ai Taleban e alla rete terroristica di al Qaida. Davanti alla prevista ''offensiva di primavera'', la Nato, che teoricamente guida una missione di ricostruzione, tenta di rafforzare i suoi contingenti. La Spagna, secondo il quotidiano filogovernativo El Pais, ha deciso di inviare 150 soldati, oltre agli 800 presenti. Mentre la Gran Bretagna, scrive il Times, dopo aver subito con la morte di altri due soldati 50 perdite in Afghanistan, inviera' altri 1.400 militari - per un totale di 7.700 - e anche delle nuove ''bombe intelligenti''. Le GMLRS, Guided Multiple Launch Rocket System, sono in grado di sparare 12 razzi alla volta con un sistema di guida inerziale, collegato a un sistema GPS, che garantisce di colpire in un raggio di due metri dall'obiettivo.