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Senatrice argentina sul FMI e Roosevelt

di movisol - 27/03/2007

 
Cristina Fernandez de Kirchner, senatrice e moglie del presidente argentino, ha pronunciato un importante discorso il 21 marzo in cui ha contrapposto i mali rappresentati dal FMI alla politica del presidente americano F.D. Roosevelt.

Rivolgendosi ai 300 ospiti convenuti ad ascoltarla a Quito, in Ecuador, la sen. Fernandez ha ricordato come Roosevelt capì che i lavori pubblici e i progetti infrastrutturali avrebbero funto da motore nel rilancio dell’economia USA devastata dalla depressione degli anni Trenta. Nestor Kirchner si è rifatto al New Deal, sia quando è stato governatore di Santa Cruz sia oggi come presidente, ha spiegato la sen. Fernandez. “Noi abbiamo compreso l’effetto moltiplicatore [dello sviluppo infrastrutturale], sia in campo economico che sociale. Economicamente ha dato vita alle industrie ... ha fornito le infrastrutture di base necessarie all’attività economica, in maniera tale per cui gli imprenditori potessero dedicarsi alle attività usufruendo di ferrovie, sistemi di comunicazione, aeroporti; e lo stesso poteva fare la società con gli ospedali, le scuole, l’acqua potabile, l’edilizia. Si tratta di un circolo virtuoso completo che ha anche l’effetto di ricostruire la fiducia del paese in sé stesso”.

Ripercorrendo gli ultimi trent’anni, la senatrice ha ricordato come l’Argentina sia riuscita a risollevarsi dalle devastazioni subite sotto la giunta militare, tra il 1976-1983, e sotto la politica neoliberista che continuò ad essere applicata dopo il ritorno della democrazia, ed ha proposto questo come esempio per altre nazioni, nell’esercizio della propria sovranità. L’esperienza argentina dimostra che è possibile governare a favore del bene comune e dell’interesse nazionale, e tener testa al FMI, che ha previsto il disastro per chiunque respinga i suoi diktat. L’Argentina ha deciso di non vivere con “un ‘aggiustamento’ permanente e col restringimento dei consumi interni”, ha detto la signora Kirchner, ma non è stata incenerita “da Giove”. Il presidente Kirchner ha prospettato una missione nazionale che non si fonda sulla “salvezza individuale” né sulla “economia dei casinò”, ma sul successo dell’intera nazione. Ed i risultati positivi di tale progetto sono visibili nella creazione di posti di lavoro, nella diminuzione della povertà, nell’aumento dei salari e delle pensioni, nella crescita dell’industria e nella imponente crescita generalizzata.