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H5N1: monopoli naturali

di Fulvio Gioanetto - 28/11/2005

Fonte: ilmanifesto.it

 

L'anice stellato (Illium verum Hook) è una pianta aromatica ben conosciuta in varie cucine europee e in quelle orientali, e utilizzata in diverse farmacopee per le sue proprietà digestive, espettoranti, stimolanti, diuretiche e per eliminare i gas intestinali. I semi ed i frutti medicinali sono raccolti da un albero della famiglia della Magnoliacee, distribuito in tutto il sud est della Cina e il Nord del Vietnam. Marco Polo, cosí come altri viaggiatori dell'epoca, conservò a lungo il segreto della sua origine; gli olandesi ne beneficiarono fino alla fine del 16esimo secolo, poiché mantenevano il monopolio commerciale dei semi della pianta impiegata già all'epoca per aromatizzare tè e profumare bevande. Altri tempi. Oggi la farmaceutica Roche compra il 92% della raccolta cinese dell'anice stellato, da cui si estrae l'acido shikimico, uno dei suoi principali principi attivi e uno dei principali intermediari biologici precursore di tannini, alcaloidi e di molte sostanze base farmaceutiche ben note: acido salicilico, acido vanillico, scopoletina, podofillotossina. Da questo acido naturale la Roche fabbrica l'oseltamivir, un inibitore virale utilizzato contro l'influenza convenzionale ed è il principio del Tamiflu, il medicamento tanto pubblicizzato per l'eventuale controllo del virus H5N1 - la temibile influenza aviaria.

La difficoltà di produrre sinteticamente l'acido shikimico e quindi l'oseltamivir è il principale degli ostacoli, veri o presunti, invocati dalla Roche per giustificare l'impossibilità di produrre maggiori quantità del Tamiflu. Decine di governi europei e del mondo intero hanno ordinato alla Roche milioni di dosi del farmaco, come misura preventiva. Negli Stati uniti il presidente Bush jr ha chiesto al Congresso statunitense 7.000 milioni di dollari per iniziare a fabbricare vaccini contro la H5N1 e per comprare Tamiflu alla Roche; in giugno il Pentagono aveva già speso 58 milioni di dollari per rifornire di Tamiflu le proprie truppe. Per i comuni mortali il costo attuale di una dose di Tamiflu è di 60 dollari per i cinque giorni del trattamento.

Da notizie trapelate in questi giorni risulta che in realtà l'oseltamivir è stato sviluppato e brevettato dal gigante statunitense Gilead Science nel 1996, un'impresa biotech di cui è stato direttore del consiglio di amministrazione fino al 2001 Ronald Rumsfeld, l'attuale boss del Pentagono, il quale resta il principale azionista con un patrimonio dichiarato di 25 milioni di dollari in azioni. In questi ultimi mesi il valore medio della Gilead Science è lievitato come per incanto dai 35 ai 48 dollari per azione. La Roche ha un contratto di licenza per l'oseltamivir, paga royalties pari al 10% delle vendite alla Gilead e comercializza il farmaco con il nome Tamiflu. La Banca Mondiale ha pubblicato ieri un rapporto nel quale valuta a mille milioni di dollari la spesa mondiale per creare una strategia preventiva all'influenza aviaria. Contratti e guadagni astronomici sulla salute di tante persone e tanti possibili clienti.

Come al solito, la Roche sta difendendo il suo monopolio: oltre ad accaparrarsi con pratiche sleali le materie prime farmacologiche, sta bloccando i primi sforzi vietnamiti e sembra anche cinesi di produrre naturalemente l'acido shikimico dall'anice stellato per produrre il proprio Tamiflu. Per il 2006 la Roche prevede di poter produrre 115 milioni di dosi del farmaco, e 300 milioni per il 2007. Resta da sottolineare che il farmaco sembra meno efficace di quel che si dice, e ci sono ormai i primi indizi di ceppi di H5N1 resistenti a questo antivirale.

Non è ancora detto che l'influenza aviaria si converta nella pandemia catastrofica paventata in queste settimane. E per fortuna continuano a esistere piante e microrganismi naturali che costituiscono un patrimonio accessibile di potenziali farmaci disponibili per l'umanità intera e per la salute pubblica e dei singoli. Sempre quando non siano monopolizzati e brevettati da vecchi e nuovi biopirati.