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Come introdurre nella tua comunità la moneta locale

di Alessandro Iacobellis - 24/05/2011

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Iniziamo subito col dirlo: Local Money, libro di Peter North, non è il solito trattato velleitario e impolitico sulle storture del sistema in cui viviamo.
Al contrario, North (stimato accademico di Liverpool) riesce a condensare nelle pagine di questo lavoro idealismo e pragmatismo, con una miscela capace di catturare anche chi è profano in materia di economia.
North affronta la questione monetaria delineandone un ruolo di primo piano non limitato alla sola sfera economica, ma per l’intero ambito esistenziale all’interno delle società occidentali. Già l’introduzione di Rob Hopkins (appartenente al Movimento per la Transizione) mira a inquadrare la tematica in chiave legandola a un contesto di più ampio respiro che ci riporta alle idee di comunità e sostenibilità. In parole semplici: ripensare la moneta significa ripensare più in generale il nostro intero stile di vita e riappropriarsi di una serie di valori che il paradigma vigente sembra averci tolto. La prima parte è un affresco generale (ma non generico) sull’origine storica e le caratteristiche del denaro e del percorso storico che lo ha modellato così com’è fino ai giorni nostri. Proprio facendo ciò l’Autore individua le ragioni per cui è lecito cercare di migliorare questo strumento (particolare fondamentale: denaro come strumento, e non come fine).
Visione pragmatica, dicevamo: mai nell’intero libro North si lasca andare a giudizi sommari e irrealizzabili, come ad esempio l’abolizione delle valute nazionali. Egli infatti mette bene in chiaro come il denaro su base locale e comunitaria debba integrarsi con quello nazionale, magari col fine di influenzarne nel lungo termine la filosofia che ne è alla base.
Senza dubbio l’opera risente del clima generatosi in seguito alla crisi economica globale del 2008, che ha portato tanti a porsi delle domande in merito al nostro sistema di sviluppo. North (e qui sta un pregio innegabile del libro) si discosta da gran parte della cosiddetta letteratura di contro-informazione asserendo chiaramente più volte di non avere in tasca la verità, ma decide piuttosto di mettere a disposizione del lettore le diverse esperienze personali avute negli anni di contatti con i gruppi per le monete locali sparsi in giro per il mondo (lui stesso è membro fondatore del gruppo per la Transizione di Liverpool Sud).
La seconda parte del saggio è dedicata ad analizzare esempi di valute locali in ambito internazionale. Grande rilevanza viene data a esperimenti avviati negli Usa, nella comunità di Ithaca e con i BerkShares. Inoltre si approfondiscono le monete regionali tedesche, le quali costituiscono forse l’esempio più avanzato e di successo finora realizzato in materia, e (capitolo veramente interessante) si affronta il caso dell’Argentina. Quest’ultimo colpisce nel descrivere una risposta dal basso a una condizione di estrema emergenza, come fu la devastante crisi che colpì il Paese sudamericano a inizio anni 2000. Col collasso di fatto delle istituzioni e dello Stato centrale, l’unica soluzione per mantenere in piedi la società argentina fu la creazione spontanea di reti basate sullo scambio diretto e sul baratto. Altre pagine importanti sono riservate al concetto di “banca del tempo”, ossia di valore retribuito in relazione al tempo impiegato per una mansione.
La parte successiva è incentrata sulle Iniziative di Transizione di moneta locale sviluppatesi nel corso degli anni sul territorio inglese. North si concentra su quattro casi esemplari fra quelli che hanno riscosso maggiori successi all’interno delle rispettive comunità e che hanno avuto grande risonanza mediatica: Totnes, Lewes, Stroud e Brixton. Ognuna con le sue peculiarità e con marcate differenze socio-economiche in cui muoversi (Brixton era nota fino a pochi decenni fa come uno dei sobborghi più impoveriti e degradati di Londra). Quel che è più positivo del lavoro svolto dall’Autore è l’assoluta imparzialità con cui si occupa di rappresentare fedelmente tanto i lati positivi e i successi quanto i problemi e le mancanze per ognuna di queste esperienze. Nessuno sconto, dunque. Al contrario, le vicende affrontate dimostrano come quella delle monete locali sia una storia in continua evoluzione e in perenne ricerca del miglioramento proprio sulla base degli errori commessi e dei problemi venutisi a creare.
Un aspetto particolare su cui l’Autore si concentra è il rischio del settarismo: se è vero che l’istituzione di una valuta comunitaria nasce spesso per volontà di piccoli gruppi di persone (spesso accomunate da una medesima visione del mondo), l’obiettivo deve essere sempre quello di espandersi verso il maggior numero di persone senza alcuna pregiudiziale politica, economica o sociale, ma anzi mostrando attenzione per le ragioni di esercizi commerciali medio-grandi e delle loro necessità (che ovviamente non possono essere uguali a quelle dei singoli o dei piccoli negozi). Lo scopo deve essere quello di includere, non di escludere, insomma.
A questo puntano molte delle conclusioni finali che l’Autore riserva nella quarta e ultima parte del testo.
Il libro, di agevole lettura e immediata comprensione (anche grazie a diverse sezioni e specchietti di approfondimento), può essere una lettura godibile sia per chi si occupa da tempo delle monete complementari sia per coloro che in un periodo di estrema instabilità economica intendono avvicinarsi a una tematica che riguarda così da vicino il nostro futuro.