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La Banca delle Banche Centrali: un Club molto riservato e molto potente

di Glauco Benigni - 14/11/2025

La Banca delle Banche Centrali: un Club molto riservato e molto potente

Fonte: Come Don Chisciotte

A partire dall’età moderna, la Produzione e la Circolazione del Valore sono state ispirate dalla presenza attiva di una Triade Eccelsa: Finanza (Padre) – Economia (Figlio) – Valuta (lo Spirito Santo). Della produzione/circolazione della Valuta/Spirito Santo, o se preferite del Prana, si fanno gioiosamente carico la Banche Centrali che si sono autoattribuite queste preziose facoltà e pertanto godono di grandi privilegi. Tra le tante Banche Centrali del Mondo c’è n’è una che è addirittura esentata dalla tassazione, non ostante abbia profitti attivi, ed è esentata anche dall’essere sottoposta a vigilanza, in quanto lei è il “controllore” di tutte le altre Banche Centrali che contano. Ovviamente il suo Top management gode di immunità diplomatica.

Nella sua sede di Basilea (Svizzera), costruita fra 1972 e il 1977 e riprogettata dall’architetto italiano Mario Botta (2017-2021), esistono vari piani sotterranei e l’edifico, una Alta Torre a base circolare che ricorda gli Zigurrat dei Sumeri, rivela caratteristiche di sicurezza molto elevate, tant’è che nel seminterrato esiste un rifugio che proteggge dalle bombe nucleari e vi si trovano “archivi caveau ” per decine di migliaia di metri quadrati .
Nel suo Statuto si legge: “La Banca, la sua proprietà e i suoi beni e tutti i depositi e altri fondi ad essa affidati saranno immuni in tempo di pace e in tempo di guerra da qualsiasi misura, espropriazione, sequestro, confisca, divieto o restrizione relativa a oro o valuta”.
Il messaggio è piuttosto chiaro…“Siamo intoccabili!”

Come qualcuno avrà già capito stiamo scrivendo della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), un’organizzazione sovrannazionale che è riconosciuta e agisce da “Banca delle Banche Centrali”.
La BRI, fondata quasi un secolo fa, nel 1930, oggi è una società per azioni le cui quote possono essere detenute solo da Banche Centrali dei Paesi membri. I Soci erano 33 nel 1995, oggi sono 63 e i loro PIL, se sommati, corrispondono al 95% del Pil Mondiale.
I membri/azionisti della BRI si rinvengono: 34 in Europa, 16 in Asia, 5 in Sud America, 3 in Nord America, 3 in Africa e 2 in Oceania. Gli Stati Uniti sono rappresentati da due membri: il Federal Reserve System degli USA e la Federal Reserve Bank di New York. Anche la Banca Centrale della Russia è un membro della BRI, ma il suo impegno è stato sospeso da marzo 2022 con l’inizio della Guerra in Ucraina.

Le Missioni principali di questo Club molto esclusivo sono: cooperare tra Banche Centrali e altre autorità monetarie, in primis con il Fondo Monetario Internazionale, per mantenere la stabilità finanziaria; produrre ricerche e analisi politiche su questioni rilevanti monetarie e finanziarie; svolgere il ruolo di agente o fiduciario in operazioni finanziarie internazionali. E inoltre tener conto di quanti MLD di dollari circolano nelle diverse aree; controllare che le Banche Centrali non eccedano oltre i limiti nella creazione di denaro in settori o regioni specifiche; organizzare iniziative internazionali per consentire pagamenti transfrontalieri.

Nella BRI comanda il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. I membri del Comitato, originariamente i Governatori delle Banche Centrali dei Paesi del G10, sono ora rappresentanti di 13 Paesi (tra cui Italia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Giappone, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti). Il Rappresentante italiano è attualmente Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia. In passato Ignazio Visco è stato un influente membro del Comitato.
Il Comitato, nel settennato dal 2010 al 2017, ha realizzato degli importanti quadri normativi generali, che regolano le attività bancarie nel mondo, detti “Accordi di Basilea I, II e III”.

Come già accennato la collaborazione tra FMI (190 Governi) e BRI (63 Banche Centrali) è molto intensa. Le due sigle organizzano corsi e seminari congiunti per i supervisori bancari e si occupano di tokenizzazione*. Con la Banca Mondiale invece la collaborazione è indiretta.
Patrick Wood, analista finanziario, gestore di fondi e scrittore, nel suo libro “The Iron Bank. L’immunità sovrana della BRI è la salsa segreta dietro il colpo di stato globale?” sostiene che la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) sia uno dei tre “motori della globalizzazione”, insieme a FMI e World Bank fin dal 1973. E in dettaglio l’accusa di: verticisno, mancanza di trasparenza e tecnocrazia, finalizzate alla creazione di un “Nuovo Ordine Economico Internazionale” che viene realizzato attraverso politiche come lo Sviluppo Sostenibile e l’Agenda 21 delle Nazioni Unite. Ovviamente Patrick Wood è considerato un importante “complottista” come anche l’economista e autore Ronald Bernard, il quale sostiene che numerose transazioni, eticamente o legalmente dubbie, sono passate attraverso la BRI fin dalla sua fondazione.

In effetti se guardiamo la sua storia si scopre che la BRI debutta nel 1920 quale Commissione per la Restituzione dei debiti di guerra della Germania a seguito del trattato di Versailles. Un compito che si rivelerà impossibile ma che consentì nell’ottobre 1925, all’influente Governatore della Banca d’Inghilterra, di sostenere la creazione di “un ‘Club’ privato ed eclettico delle Banche Centrali”. Nel 1929, sempre finalizzato alle riparazioni tedesche della Prima Guerra Mondiale, si radunò un Comitato di 7 Banche Centrali e per iniziativa del banchiere USA, Mr. Owen Young, venne presentato un testo che costituiva la base per gli sviluppi successivi. Nel corso di un Comitato riunitosi a Baden Baden, la posizione molto attiva dei banchieri statunitensi permise a Young e J. P. Morgan Jr. Di assumere la leadership. Per gli italiani era presente Alberto Beneduce, che nel 1931 fu consigliere economico di Benito Mussolini e nel 1933 fu nominato Presidente dell’istituto per la ricostruzione industriale (IRI).

In quegli anni si decise che Basilea sarebbe stata la sede e il francese e l’inglese le lingue ufficiali. A queste si sono aggiunte nel tempo lo spagnolo, il cinese e l’arabo. La Convenzione e lo Statuto furono approvate dal Consiglio Federale svizzero e quindi ottennero forza di legge il 26 febbraio 1930. Il giorno dopo la BRI fu formalmente creata a Roma. Nonostante il mandato, i pagamenti dei tedeschi per la riparazione furono prima sospesi e poi fermati del tutto e in seguito la BRI si è concentrata sul suo secondo compito legale, cioè favorire la cooperazione tra le Banche Centrali membri. Tradotto: coordinò, alla fine degli anni 30, la raccolta di parte delle riserve auree delle Banche Centrali a Londra e aiutò a trasferire 23 tonnellate d’oro, che deteneva per conto della Cecoslovacchia, alla Reichsbank della Germania nazista, realizzando in tal modo l’azione più “controversa” mai intrapresa.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel settembre 1939, il Consiglio di amministrazione della BRI decise che la Banca dovesse rimanere aperta e comportarsi in modo neutrale, ovvero per tutta la durata delle ostilità non dovevano svolgersi riunioni del Consiglio e la Banca avrebbe dovuto mantenere una posizione equidistante nella conduzione della sua attività: una scelta che si rivelò impossibile perché i nazisti si impadronirono di fatto della BRI.

La Conferenza di Bretton Woods del 1944 ne raccomandò “la liquidazione al più presto possibile” ma, ciò nonostante, la BRI alla fine riuscì a sfuggire alla risoluzione. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, quindi, la BRI dovette ricostruire sia la sua reputazione e il suo modello di business. Durante gli anni ’60 – il periodo di massimo splendore del sistema di cambio fisso di Bretton Woods – la BRI divenne ancora una volta il luogo della cooperazione monetaria transatlantica.

Con la fine del sistema di Bretton Woods (1971-73) e il ritorno ai tassi di cambio fluttuanti, l’instabilità finanziaria è venuta alla ribalta. Il crollo di alcune banche attive a livello internazionale, come Herstatt Bank (1974), ha evidenziato la necessità di migliorare la vigilanza bancaria a livello internazionale. I Governatori del G10 crearono il Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria (BCBS), che rimane attivo.

Per quasi 30 anni, dal 1964 al 1993, la BRI ha fornito il Segretariato per il Comitato dei Governatori delle Banche Centrali degli Stati membri della Comunità europea (Commissione dei Governatori), e ha prodotto un progetto per l’unificazione monetaria successivamente adottato nel trattato di Maastricht (1992).

Con il nuovo secolo la missione prevalente è diventata progettare il futuro dei sistemi monetari digitali suggerendo un sistema basato sulle monete emesse dalle diverse Banche Centrali (CBDC), unitamente a un forte sostegno al “superamento” dell’uso del denaro contante, finalizzato all’aumento della sorveglianza finanziaria. Nella realizzazione di un’unica piattaforma mondiale, che usi le Central Bank Digital Currency e ID Digitale, sono coinvolte, a marzo 2025, le Banche Centrali di 134 Paesi, che rappresentano il 98% del PIL mondiale, le quali avrebbero valutato in varie fasi il lancio di una valuta digitale nazionale. Questa spinta alla digitalizzazione è sostenuta maggiormente dalle economie in via di sviluppo (anche i Grandi Paesi BRICS) che non dalle economie avanzate. Nel 2030 circoleranno 15 CBDC al dettaglio e 9 all’ingrosso.
A metà del 2024 è stato presentato “Project mBridge” una piattaforma di valuta digitale multicentrale (CBDC) condivisa tra Banche Centrali e banche commerciali. Primi promotori sono le Banche Centrali di Thailandia, Emirati Arabi Uniti, Cina e Hong Kong. Lo scopo è facilitare pagamenti transfrontalieri, eliminando i costi elevati, bassa velocità e complessità operative. La piattaforma è basata su una nuova blockchain – detta “mBridge Ledger” – costruita per supportare pagamenti cross-border e transazioni in valuta estera in tempo reale, peer-to-peer.
La BRI ha annunciato un anno fa (ottobre 2024) che stava consegnando il progetto ai partner interessati: (tra cui) Filippine; Indonesia; Francia; Italia; Korea; Brasile; Cile; Egitto; Giordania; Lussemburgo.

Il progetto, “è un pianeta prigione“, dice Edward Dowd, un ex dirigente di BlackRock e avverte sul sistema di “controllo finale” che sta arrivando. “Il Sistema crollerà sotto il proprio peso, comunque. E se sapete che crollerà e siete un banchiere non vorreste controllare il nuovo Sistema? Lagarde sa che crollerà.
Dowd è un ex gestore di portafoglio presso BlackRock, dove ha gestito per 10 anni investimenti del valore di 14 miliardi di dollari. “Una volta che la valuta digitale della Banca Centrale [CBDC] – aggiunge – è collegata a tutte le vostre carte di credito e ai vostri conti bancari, allora il controllo sociale può essere implementato. Se avete troppo contante, rischiate la prigione“.

Chirstine Lagarde, il 29.10.2025, a Palazzo Vecchio al termine della prima giornata di Consiglio direttivo BCE, tenuta a Firenze, ha detto: “Abbiamo raggiunto un punto dove i vecchi metodi non possono più portarci lontano”. Questo significa l’inizio della seconda fase del progetto sull’euro digitale, che servirà a preparare la prima emissione prevista nel 2029. Costo 1,3 MLD Euro.

Un’altra delle missioni contemporanee e fondamentali della BRI è evitare una dedollarizzazione “selvaggia” che faccia crollare l’economia mondiale come una teatrino di cartone. In questa area la BRI si pone quale: osservatore e “cartografo” dell’evoluzione internazionale della valuta raccogliendo dati, analizzando i trend, segnalando i rischi; facilitatore tecnico¬/istituzionale che mette a disposizione piattaforme e cooperative fra Banche Centrali per infrastrutture alternative ai canali tradizionali in USD; guardiano della stabilità finanziaria, che monitora i rischi che possono accompagnare una riduzione dell’uso del dollaro e ne propone polizze o scenari di mitigazione.

Secondo gli studi BRI:
Il dollaro rimane largamente dominante nei mercati FX**, nel debito internazionale e come valuta di finanziamento. La BRI segnala che, nonostante pressioni geopolitiche, cambiamenti strutturali e interessi verso sistemi alternativi, non ci sono ancora segnali forti e generalizzati che l’egemonia del dollaro USA sia destinata a sparire rapidamente. La BRI evidenzia rischi legati alla frammentazione internazionale, al cambiamento delle infrastrutture di pagamento, e all’evoluzione verso sistemi monetari digitali/tokenizzati. Tali fattori rendono il futuro del dollaro “più incerto” che stabile.
Per Paesi emergenti e in via di sviluppo, la dipendenza dal dollaro resta un canale di vulnerabilità: ad esempio, debito estero denominato in dollari o passività in valuta estera. Le infrastrutture tecnologiche (come le valute digitali delle Banche Centrali, CBDC) e la tokenizzazione possono, nel medio termine, offrire alternative o modifiche al “sistema dollaro-centrico”.

* In italiano, “token” significa gettone, ma può anche indicare un segno, una prova, un bene o un diritto. Il suo significato specifico dipende dal contesto: può essere un dispositivo fisico o digitale per l’autenticazione (token di sicurezza), un rappresentante di un valore su una blockchain (token crittografico) o una porzione di testo usata dall’intelligenza artificiale (token testuale).
** Il mercato FX, o Forex (Foreign Exchange Market), è il mercato valutario globale dove le valute di diversi paesi vengono scambiate l’una con l’altra. È il mercato finanziario più grande e liquido del mondo, con un volume di scambi giornaliero che supera i 7 trilioni di dollari.

 

Glauco Benigni. Giornalista professionista e saggista.
Autore del saggio “WEBCRACY – La verità sorvegliata