Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Afghanistan: geopolitica della sconfitta statunitense

Afghanistan: geopolitica della sconfitta statunitense

di Fabio Falchi - 15/08/2021

Afghanistan: geopolitica della sconfitta statunitense

Fonte: Fabio Falchi

Forze armate afghane (fonte: The Military Balance 2020):
Esercito: 173.000 soldati con oltre 1.000 veicoli corazzati da combattimento  e 775 pezzi di artiglieria; Aviazione: 7.300 uomini con alcune decine di aerei leggeri e da trasporto e 190 elicotteri; Forze paramilitari (polizia ecc.): 91.600 uomini.
In pratica questa "macchina bellica", certo almeno "sulla carta" ben più potente delle milizie talebane, si è "squagliata" come neve al sole nel giro di pochi giorni. E i famosi 90 giorni che ci sarebbero voluti per conquistare Kabul sono diventati meno di nove! Come mai? Grande "amore" per gli occidentali e in particolare per gli americani evidentemente il popolo afghano non ne deve nutrire, ma per i "nostri" media porsi qualche domanda è "cosa" che non si deve fare, perché potrebbe offendere il padrone d'oltreoceano e pure il suo Proconsole.
***
Secondo il rapporto della Cia del 2020-2021 l'Afghanistan dopo vent'anni di occupazione americana era ancora un Paese povero Difatti, nel 2017 il Pil pro capite dell'Afghanistan era appena di 2.000 dollari, di modo che  l'Afghanistan si collocava al 209° posto nel mondo in base al reddito pro capite.
In sostanza, in Afghanistan mancano ancora infrastrutture, elettricità, acqua corrente e abitazioni. E pure i servizi sanitari sono insufficienti.
Ben poco, del resto, in questi ultimi vent'anni si è fatto per risolvere il problema della mancanza di lavoro e ai contadini non è stata nemmeno offerta una valida alternativa alla produzione di oppio, che per molti di loro è ancora l'unica fonte di guadagno (com'è noto, i talebani acquistano l'oppio per rivenderlo a prezzi ben più alti, e con il denaro ricavato non solo comprano armi  ma corrompono funzionari e militari governativi).
Peraltro (ed è una critica condivisa da diversi analisti militari) si è preteso che i militari afghani in pratica adottassero le stesse tattiche della Nato contro i talebani, benché si sappia che gli afghani sono soprattutto eccellenti guerriglieri.
Non meraviglia quindi che il solco tra le forze della Nato e la popolazione afghana, nonostante alcuni progressi sotto il profilo sociale, si sia allargato con il passare degli anni.
Questo non significa necessariamente  che la maggioranza della popolazione afghana stia dalla parte dei talebani, bensì che non sta dalla parte degli "occidentali". E questo ovviamente può avere favorito solo i talebani.
Comunque non si può neppure dare per scontato che i talebani riusciranno a "pacificare" il Paese. Il futuro del Paese è incerto e anche gli equilibri geopolitici dell'intera regione sono assai precari.
Nondimeno, è certo che gli Usa, perdendo il controllo militare dell'Afghanistan, perdono non solo la "faccia" ma pure il loro "avamposto geostrategico" nel cuore dell'Eurasia, benché siano ancora capaci di "destabilizzare" l'intera regione  con conseguenze che possono essere serie anche per la Cina e la Russia. Ma è anche vero che l'America a furia di "destabilizzare" "destabilizza" pure i rapporti con alcuni dei suoi principali alleati e perfino sé stessa.