Afghanistan: guerra asimmetrica e ruolo dell'Italia
di Federico Dal Cortivo - 15/08/2021
Fonte: Federico Dal Cortivo
Ora che i nodi vengono al pettine dopo anni di occupazione sanguinosa da parte della
Nato del territorio afghano, ora che gli uomini della resistenza nazionale talebana
stanno per vincere contro una delle più potenti coalizioni militari mai schierate nel
Vicino Oriente, ci si deve chiedere a che prezzo tutto ciò sia potuto accadere e il
ruolo dell‟ Italia .
La “Storia” che è maestra di vita non ha insegnato proprio nulla all‟Occidente, già
l‟Impero Britannico subì una disastrosa sconfitta nel XIX Secolo al passo Khyber che
segnò la fine dei sogni di Londra , poi venne la volta dei sovietici negli anni “80 del
XX secolo che lasciarono sul campo migliaia di morti e che alla fine dovettero
ripiegare, anche se lo fecero in modo ordinato .Ora tocca agli Stati Uniti e ai suoi
alleati. Come per il lunghissimo e sanguinoso conflitto vietnamita, gli statunitensi
non sono riusciti a conquistare i “cuori e le menti “della popolazione locale, fieri
guerrieri da sempre e orgogliosamente attaccati alla propria terra, perfetti conoscitori
del territorio aspro e montuoso, gli afghani non si sono mai piegati nella loro lunga
storia. Una guerra asimmetrica scatenata con il pretesto dell‟ attacco dell‟11 settembre 2001
, ma in realtà facente parte di un piano di accerchiamento geopolitico della Russia e
dell „ Eurasia in generale, il tutto ben documentato nell‟illuminante testo dal titolo “
La grande scacchiera”di Zbigniew Brzezinski(1997), già Consigliere Nazionale per la
Sicurezza Usa sotto la presidenza Carter. Ma partiamo dal secondo punto, l‟Italia non ha mai avuto alcun interesse geopolitico
nella regione Afghana, il debito che l‟Italia ha verso gli Stati Uniti non è un debito,
ma è solamente un obbligo, perché la nostra Nazione è occupata militarmente dalla
fine della “ GM, e la nostra politica estera e di conseguenza quella della Difesa è
”dettata da Washington”. Per quanto riguarda la spesa militare dell‟Italia, questa è
stata notevole in questi vent‟anni ,intaccando un bilancio della Difesa già misero. Se ci riferiamo ad esempio al solo 2009, si spendevano circa 480 milioni di euro
l‟anno, con un dispiegamento massimo di circa 3000 uomini per arrivare fino a 4000 nei periodi di maggior impegno, senza contare le perdite e il logorio dei mezzi. In questa guerra le imprese italiane non hanno avuto nessuna partecipazione in quello che poteva essere un domani la ricostruzione dell'Afganistan, ammesso che la guerra fosse finita nel senso voluta dall‟Occidente. Non vi sono nemmeno interessi nazionali nel settore petrolifero o per gli oleodotti, la guerra Afgana non è nata certamente per
combattere il “terrorismo”,ottima scusa per ogni intervento militare occidentale, ma seguendo la dottrina Brzeziski è stata fatta solamente perché vi era un progetto antecedente l'attacco alle torri gemelle, quello d‟ intervenire sul governo talebano
affinché desse la possibilità alle Corporation Usa, in primo luogo all‟ Unocal , di far
transitare gli oleodotti che dalla regione del Caspio e dagli ex stati sovietici, dovevano arrivare in Pakistan e quindi all'Oceano Indiano, Quando gli accordi con i
Talebani sono saltati vi è stata l'offensiva “ Enduring Freedom”, “ libertà duratura”,
come la chiamano gli americani, che in realtà è stata solamente un'operazione militare di conquista per il controllo di questa zona, che gli Stati Uniti considerano geopoliticamente strategica . Per quello che concernono le conseguenze sulla popolazione, si sono utilizzate in modo indiscriminato su larga scala armi all‟Uranio impoverito ,in precedenza già usate contro la Serbia , Iraq , Bosnia e Somalia. In Afghanistan le truppe Nato hanno utilizzato anche “bombe non convenzionali” meno potenti delle bombe nucleari , ma con un potere distruttivo molto elevato. Utilizzando all'interno delle miscele di nitrato
d‟ammonio-acqua –polvere di alluminio-gelatificante in determinate dose, che si trovano all'interno di contenitori lanciati sul bersaglio mediante paracadute (bomba blu-Blu-82/B),in modo che l‟aereo possa allontanarsi. L'esplosione è enorme e distrugge qualsiasi tipo di organismo nel raggio di 300-400 metri , usata anche a scopo terroristico sulla popolazione locale.
Infine non va dimenticato il ruolo svolto dalle numerose società di “
contractors”termine che ha preso il posto della parola mercenario.
L‟United States Central Command stimava nel
2006 in 100.000 i “contractors” presenti in Iraq ,saliti poi a 160.000 nel 2007,
l‟equivalente delle truppe Usa presenti in quel teatro , di cui almeno 40 - 50 mila
armati e dediti alla difesa di obiettivi umani, infrastrutture e operazioni d‟appoggio a
Cia e Jsoc-Comando Operazioni Speciali . Contractors, che si sono macchiati di abusi
e violenze a danno dei detenuti nelle carceri tristemente famose di Abu Gharib in Iraq
(il 50% degli interrogatori fu fatto da appartenenti alla Titan Corporation e Caci) e di
Bagram in Afghanistan, oltre a numerosi crimini di guerra commessi nelle zone di
occupazione. Per noi italiani purtroppo restano solo le perdite umane e materiali e la
riconferma del ruolo totalmente subalterno della nostra “politica” incapace di avere
un benché minimo sussulto di dignità nazionale, e con essa i vertici della Forze
Armate che ne sono purtroppo lo strumento per missioni coloniali per conto terzi.