Il 12 maggio, Robert Ford, che era stato ambasciatore in Siria dal 2011 al 2014, ha tenuto una conferenza al Consiglio per gli Affari Esteri di Baltimora. In questa sede ha fatto una dichiarazione bomba: nel 2023, una “organizzazione non governativa” britannica specializzata nella “risoluzione dei conflitti” gli aveva fatto un’offerta straordinaria. Volevano la sua assistenza per trasformare Hay’at Tahrir al-Sham – la propaggine di Al Qaeda e dell’ISIS che ora pretende di governare la Siria – da gruppo terrorista a forza politica.
L’ONG era particolarmente interessata al rebranding di Ahmed Hussein al-Sharaa, noto anche come Abu Mohammad Jolani, l’attuale autoproclamato Presidente della Siria. Catturato con il grado di comandante di Al Qaeda a Mosul, in Iraq, nel 2006, era stato inspiegabilmente rilasciato dagli Stati Uniti nel 2011, proprio mentre stava nascendo la “rivoluzione” siriana fomentata dall’estero. Ford ha spiegato di aver incontrato Sharaa in due diverse occasioni, prima nel settembre 2023, poi nel gennaio 2024, dopo che HTS aveva preso Damasco. Secondo Ford, Sharaa non era assolutamente pentito del suo passato di militante:
“Al-Sharaa non si è mai scusato per gli attacchi terroristici in Iraq o in Siria… Ma ha anche detto: ‘Ora sto governando un’area controllata dall’opposizione nel nord-ovest della Siria, e sto imparando che le tattiche e i principi che seguivo in Iraq non si applicano quando devi governare quattro milioni di persone’… Quest’uomo ha rifiutato le elezioni in Iraq… ha fatto saltare in aria i seggi elettorali e non si è scusato per questo. Voglio sottolinearlo”.
I commenti di Ford forniscono una prova convincente del fatto che, lungi dall’aver conquistato il potere in Siria alla fine del 2024 come un fulmine a ciel sereno, HTS era stato preparato per anni in modo concertato e segreto dalle potenze occidentali per sostituire il governo di Bashar al-Assad, con la Gran Bretagna a guidare lo sforzo. Da quando le sue dichiarazioni sono state rese pubbliche, si è speculato su quale “organizzazione non governativa” fosse responsabile dell’assistenza al gruppo e ad al-Sharaa nella sua crociata. Il 22 maggio, Independent Arabia ha rivelato che la società in questione era Inter Mediate.
L’articolo in lingua araba – e il suo significato – è stato notato da pochi in Occidente, ad eccezione della giornalista indipendente Vanessa Beeley. Inter Mediate era stata fondata nel 2011 da Jonathan Powell, capo dello staff dell’allora primo ministro britannico Tony Blair (1997-2007). Nel novembre 2024, pochi giorni prima che HTS prendesse il potere in Siria, [Powell] era diventato consigliere per la sicurezza nazionale dell’attuale premier Keir Starmer, “coordinando tutte le questioni di politica estera, sicurezza, difesa, Europa ed economia internazionale del Regno Unito dal numero 10 di Downing Street”.
Il ritorno a Whitehall di Powell era stato uno sviluppo straordinario. Non solo aveva lavorato lucrosamente nel settore privato per due decenni, ma era stato anche personalmente coinvolto nella campagna di Blair per la criminale invasione anglo-americana dell’Iraq del 2003. La maggior parte degli altri funzionari e apparati statali coinvolti in quella disgrazia sono stati da tempo allontanati dalle posizioni di potere, senza alcuna speranza di ritorno. Ora però, come riporta The Spectator, Powell “potrebbe avere più influenza sulla politica estera di chiunque altro nel governo dopo il Primo Ministro stesso”:
“È uno dei pochi alti funzionari responsabili della guerra in Iraq che è riuscito a tornare nei corridoi – e sui divani – del potere. I dati storici dimostrano che aveva dubbi sulle armi di distruzione di massa dell’Iraq, ma pensava che Saddam Hussein dovesse essere comunque eliminato “perché era un dittatore spietato che reprimeva il suo popolo”. Questo era, secondo la definizione di Blair, “interventismo liberale”…oggi [Powell] ha gli stessi istinti. Dopo l’Iraq e l’Afghanistan, vuole ancora salvare il mondo”.
“Dalla nostra parte”
Questa arroganza è ben visibile sul sito web di Inter Mediate. La presunta ispirazione di Powell alla base dell’organizzazione è “condividere le lezioni dei colloqui di pace in Irlanda del Nord e aiutare altri leader a superare dilemmi simili”. La “missione” dichiarata della società è quella di “promuovere la risoluzione dei conflitti e la riconciliazione attraverso il dialogo e la mediazione, con l’obiettivo di raggiungere una soluzione duratura per conflitti violenti e complessi”. Si vanta della capacità dell’organizzazione di “far leva” sulle risorse di “governi e istituzioni internazionali che spendono miliardi di dollari all’anno per affrontare gli effetti dei conflitti”.
Inter Mediate afferma di limitarsi a “promuovere il dialogo tra le parti in conflitto”, senza “favorire l’agenda di alcuna parte”, e a cercare “soluzioni sostenibili e a lungo termine per i conflitti in tutto il mondo”, “promuovendo la partecipazione di tutte le parti chiave ai processi di dialogo”. L’organizzazione si impegna inoltre a garantire sempre la “riservatezza”, “data la natura delicata di molti conflitti”. Riconosce che in “circostanze instabili… data la possibile importanza dei negoziati, sia dal punto di vista politico che in termini di sicurezza personale delle persone coinvolte, spesso è necessario un processo confidenziale per lo svolgimento delle discussioni iniziali”.
Il che andrebbe benissimo, se non fosse che non c’era stato alcun tipo di “dialogo” tra HTS e il governo di Assad prima che il primo prendesse il potere a Damasco. La propaggine di Al-Qaeda ha spodestato l’amministrazione popolare e, da allora, regna con furia omicida. Le consultazioni confidenziali curate da Inter Mediate in merito alla Siria erano evidentemente tra alti rappresentanti di HTS e le loro controparti occidentali, al fine di ottenere il consenso per il colpo di Stato militare del gruppo. Questo, a sua volta, suggerisce fortemente che HTS sia il cliente della società.
Se così fosse, la domanda su chi o cosa pagasse il conto per HTS rimane aperta e ovvia. Un candidato convincente è l’MI6. Oltre al fatto che il personale dell’azienda è composto da oscuri veterani della diplomazia e che, secondo quanto riportato da Declassified UK, l’azienda ha ricevuto oltre 4 milioni di sterline dal 2010 al 2020 dal Foreign Office; inoltre le e-mail trapelate della ex Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, indicavano che Inter Mediate lavorava “a stretto contatto” con l’agenzia di spionaggio britannica.
Nel marzo 2012, un’e-mail interna dello Stato inviata all’assistente senior della Clinton, Jake Sullivan, asseriva che Jonathan Powell aveva “lanciato una nuova ONG che ha già avviato un lavoro molto interessante sottotraccia” e che stava cercando di proporre i suoi servizi ad alti funzionari del Dipartimento. In una missiva allegata, Powell affermava che Inter Mediate aveva “creato canali segreti tra insorti e governi” in diversi Paesi e si stava preparando ad avviare il lavoro in Birmania, Somalia, Siria e Yemen.
Powell aveva aggiunto che Inter Mediate “lavorava a stretto contatto” con il Ministero degli Esteri britannico, il Consiglio di Sicurezza Nazionale e l’MI6. Il fatto che, a questo punto, Inter Mediate offrisse gli inquietanti servizi della sua società al Dipartimento di Stato americano suggerisce fortemente che, ben dieci anni prima della caduta di Assad, Inter Mediate stava già cercando di sostituire il suo governo con gli “insorti”. Un’e-mail inviata il mese precedente da Sullivan alla Clinton dimostra ampiamente che le potenze occidentali sapevano esattamente quali forze stavano combattendo Assad per loro conto. Era intitolata “AQ” – Al Qaeda – “è dalla nostra parte in Siria”.
“Un ruolo di primo piano”
Forse è proprio grazie al rapporto di lunga data tra l’MI6 e HTS, tramite Inter Mediate, che la Gran Bretagna era stata la prima nazione occidentale ad accogliere e riconoscere la loro salita al potere in Siria. Starmer aveva accolto calorosamente la notizia, dichiarando che la presa di potere del gruppo significava “un ruolo più attivo” per Londra nella regione. Nel dicembre 2024, i diplomatici britannici avevano incontrato formalmente i rappresentanti di HTS, nonostante i media avessero riconosciuto che si trattava di un incontro del tutto illegale, in quanto HTS è un gruppo terroristico proibito dalla legge britannica.
Inoltre, il 19 febbraio, The National aveva rivelato come la Gran Bretagna “stesse esercitando una notevole influenza nella Siria post-Assad, attraverso una combinazione di connessioni politiche, operazioni di beneficenza e una diaspora di ritorno ben collegata”. Powell è una componente fondamentale di questo nesso, con legami profondi con il Paese che precedono la decennale guerra sporca dell’Occidente. Suo fratello, Charles Powell, è un amministratore della Fondazione Said, istituita dall’uomo d’affari e filantropo britannico-siriano Wafic Said, che aveva incontrato al-Sharaa a metà gennaio nel palazzo presidenziale di Damasco.
“Questo legame personale e il lavoro svolto dalla Fondazione Said” hanno garantito a Powell “una conoscenza approfondita e di lunga data del Paese e dei problemi che deve affrontare”, secondo The National. L’organo di stampa ha anche riferito che, oltre agli incontri faccia a faccia con HTS dopo la caduta di Assad, “era opinione comune che [Powell] avesse mantenuto un contatto di riserva” con HTS tramite Inter Mediate, un contatto risalente a qualche tempo fa. The National aveva osservato che i progetti gestiti dall’intelligence britannica in Siria erano proseguiti dopo la dichiarazione di vittoria di Assad [del 2018] in quella sporca guerra, e continuano tuttora.
Tra questi, i Caschi Bianchi, un gruppo umanitario fasullo costruito dall’intelligence britannica. Hamish de Bretton-Gordon – precedentemente smascherato da questo giornalista come agente dell’MI6 – secondo The National era in preda all’euforia dopo una recente visita in Siria e aveva proposto che i Caschi Bianchi “gestissero i servizi di emergenza in tutto il Paese”. Aveva aggiunto che il governo di HTS “non ha bisogno che noi gli diciamo cosa fare”, ma ha invece bisogno di “consigli e risorse” per raggiungere i suoi obiettivi:
“La rivoluzione che ha rovesciato la vecchia guardia a Damasco è nata nel nord-ovest della Siria e il Presidente ad interim… sembra essere un leader valido. I siriani che conosco, alcuni dei quali molto vicini alla nuova squadra, mi dicono che sono loro le persone che contano veramente. La Gran Bretagna, attraverso la diaspora britannico-siriana, è in una posizione unica per fare la differenza e l’apertura dell’ambasciata britannica a Damasco non avverrà mai abbastanza presto”.
Almeno dal 2013, de Bretton-Gordon aveva fatto parte di un’operazione dell’MI6 volta a contrabbandare campioni di terreno dalla Siria per dimostrare al governo statunitense che le forze di Assad stavano utilizzando armi chimiche, nella speranza di innescare un intervento totale su cui Washington era esitante. Un rapporto mainstream su questi sforzi, pubblicato sei giorni dopo il misterioso incidente di Ghouta, citava un’anonima “fonte occidentale di alto livello” secondo cui “l’MI6 aveva avuto il ruolo principale” nell’iniziativa:
“L’esercito americano vuole altre prove prima di accettare il fatto che Assad ha superato il limite nell’uso di armi chimiche. La domanda è: cosa farà ora l’Occidente? Se nessuno reagisce, è stato inutile aver fatto i test”.
Dopo la rivelazione che un’oscura “organizzazione non governativa” britannica collegata all’MI6, già nel 2023, stava cercando di preparare HTS per il governo e che, a tal fine, aveva richiesto l’assistenza di alti funzionari statunitensi, ci si chiede se la cospirazione per destituire Assad sia sempre stata incentrata su Londra. Sebbene l’MI6 non sia riuscito a scatenare un’invasione in stile iracheno inscenando attacchi con armi chimiche con l’assistenza di de Bretton-Gordon e altri, alla fine ha comunque prevalso, mandando al potere i suoi fantocci a Damasco.
Kit Klarenberg
Fonte: english.almayadeen.net
Link: https://english.almayadeen.net/articles/opinion/how-mi6-helped-hts-seize-syria
31.05.2025
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org