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Euro pride in Serbia per normalizzare un Paese recalcitrante

di Antonio Catalano - 29/08/2022

Euro pride in Serbia per normalizzare un Paese recalcitrante

Fonte: Antonio Catalano

Come si fa a non capire che i gay pride rappresentano la testa d’ariete che il cosiddetto mondo libero utilizza per sfondare le resistenze di quei paesi che ancora si ostinano a voler affermare la propria sovranità? Sei mesi fa il patriarca della chiesa russa ortodossa, padre Kirill, lo aveva detto chiaro e tondo, e tutti a far finta di scandalizzarsi per quelle parole di verità. Che cosa aveva detto, tra l'altro, il patriarca? Che «oggi c’è un test per la lealtà di questo governo, una sorta di passaggio a quel mondo “felice”, il mondo del consumo eccessivo, il mondo della “libertà” visibile». Di quale test parlava padre Kirill? «Il test è molto semplice e allo stesso tempo terribile: questa è una parata gay. Le richieste a molti di organizzare una parata gay sono una prova di lealtà a quel mondo molto potente. E sappiamo che se le persone o i paesi rifiutano queste richieste, allora non entrano in quel mondo, ne diventano estranei». Quando il patriarca disse queste parole, all’interno di un discorso più ampio, nel nostro mondo “libero” si scatenò una cagnara contro la grave omofobia espressa nell’omelia del primo rappresentante della chiesa russa ortodossa.  
L’ultima prova della verità che i gay pride rappresentino un terribile test, una prova di lealtà al mondo sponsorizzato dai grandi potentati occidentali, ce lo offre la Serbia. La quale ha comunicato tramite il suo presidente, Aleksander Vučić, che ha cancellato l’Euro Pride che si sarebbe dovuto tenere a settembre perché l’evento rischia di favorire scontri tra gli Lgbt che arrivano da tutta Europa e quei serbi che non accettano la politicizzazione dell’orientamento sessuale con annessa propaganda. Se andiamo a dare uno sguardo al sito https://www.epoa.eu/home/ ci rendiamo ben conto a che cosa servano questi eventi. Nel sito, tra l’altro, si dice che: l’organizzazione europea lavora per sostenere gli organizzatori del Pride in ambienti ostili; attualmente gran parte degli sforzi sono concentrati sul sostegno ai colleghi in Ucraina; si invita tutti a unirsi nello sforzo di far riuscire l’EuroPride a Belgrado dal 12 al 18 settembre. Sì perché hanno comunque deciso di farlo, in barba al divieto.
Ma perché proprio la Serbia quest’anno deve subire questo test? Innanzitutto ricordiamoci di come la Serbia sia stata ferocemente bombardata dagli americani (con il nostro aiuto, allora presidente del consiglio D’Alema) nel 1999 e nessuna anima pia democratica allora provò dolore e sofferenza per una tragedia che si consumava nel cuore dell’Europa a poche centinaia di chilometri da noi. Poi teniamo presente che nonostante le forti pressioni la Serbia non si è allineata alle sanzioni internazionali contro la Russia, anzi ha trovato un’intesa strategica con essa per il rinnovo di altri tre anni del contratto sulla fornitura di gas naturale a condizioni estremamente favorevoli. Da considerare inoltre che la Serbia ha stretto un accordo con l’Ungheria (altro paese da praidizzare) che permetterà a questa di immagazzinare nei suoi impianti gas russo.
Chiaro a cosa serve l’Euro Pride. Padre Kirill era un visionario assillato da omofobia?