I varchi oscuri della storia
di Gianni Petrosillo - 16/11/2025

Fonte: Conflitti e strategie
Non creda chi ha consentito che oltre 2 miliardi di euro di soldi degli italiani, in una fase tutt’altro che rosea, fossero elargiti a una banda di corrotti ucraini, possano essere sottovalutati e dimenticati dai connazionali. Si aggiunga che quei fondi sono serviti a fare la guerra contro un Paese con il quale avevamo grandi vantaggi commerciali e che ci forniva energia a un prezzo molto più basso di quello che ci costa ora. Un Paese che ci guardava con simpatia anche per le nostre aperture ai tempi dell’URSS.
Non credano costoro che, mentre in Italia l’economia in tre anni è rimasta al palo, con un peggioramento complessivo dei servizi, a partire dalla sanità, e con salari che non sempre sfamano le famiglie, tutto ciò si possa cancellare semplicemente con la propaganda ideologica, tra una sinistra che resta peggiore e più pericolosa e una destra che non serve a nulla perché è una sinistra con meno “woke” e più falsità.
Facendo la guerra alla Russia, gli italiani sono stati messi in pericolo, un pericolo che, se non si avverte immediatamente, si sentirà nei prossimi anni, perché ci hanno catapultato sulla prima linea di una disputa geopolitica per cui non siamo attrezzati, se non come avamposto logistico in mano alla NATO.
Questa destra ha completato un lavoro di tradimento della Nazione avviato dalla sinistra, in questo perenne gioco di specchi di schieramenti politici solo apparentemente antitetici, che hanno sposato quasi le stesse parole d’ordine per perseguire obiettivi similari, seppure in forme diverse.
Quando la follia della campagna antirussa si concluderà con l’innegabile disfatta dell’Europa innanzitutto, questa classe dirigente, che aveva scommesso tutto sulla vittoria di Kiev anche se ora lo nega con una sempiterna faccia di bronzo, e con il suo sostegno economico e militare, non potrà fare finta di nulla. O, se lo farà, si metterà in una situazione di rischio sociale i cui esiti sono sempre imprevedibili. Quando si perdono le guerre, anche se si nega di combatterle, perfino quando ci si inventa che siamo infiltrati da italiani che si credono russi e lavorano per i russi, come dice il nostro ministro degli Esteri (lui sì prono a quelli americani e pure fiero di esserlo) tutta la classe dirigente connivente deve farsi da parte.
Se non lo farà spontaneamente, potrebbero aprirsi varchi di Storia oscura che abbiamo già attraversato in passato, con la fuoriuscita di “demoni” incontrollabili. Non sto facendo un discorso metafisico, ma puramente concreto. Gli va bene che oggi non ci siano in giro arditi e camicie nere, o brune o rosse, a praticare altri sistemi, ma quello che cova sotto le macerie che stanno facendo potrebbe presto apparire come un fulmine a ciel sereno. Purtroppo è così, perché certe situazioni vanno sempre oltre la nostra percezione e volontà, potremmo arrivarci di nuovo, dato che dalla storia non si impara nulla e si tira la corda ben oltre il lecito. In una fase di ribollimento internazionale come quella che stiamo vivendo, un Paese che non ha una politica estera è un Paese fallito, destinato a tracollare. Anche a questo stiamo arrivando. Saremo trascinati dai flussi geopolitici di cui vediamo appena le tendenze e alla mercé delle strategie altrui, mentre ci illudiamo che in un mondo simile ci siano veri alleati o addirittura amici, come afferma qualche scemo di guerra che ricopre alti incarichi e parla a vanvera.
L’Italia sarà una nazione da sacrificare integralmente nell’attuale quadro dei rapporti di forza, che subisce senza coordinarli né al proprio interno né all’esterno. Sbaglia Alessandro Orsini quando afferma che l’Italia sta agli USA come la Bielorussia alla Russia. Russi e bielorussi sono praticamente lo stesso popolo, che occupa terre separate solo amministrativamente e che ha avuto sempre lo stesso destino. Oggi la Russia torna sulla scena e i bielorussi si avvantaggiano di questo collegamento subordinato al popolo fratello.
Per gli italiani le cose stanno ben diversamente. Lo Stivale sarà usato e usurato dagli americani per rallentare il proprio declino, senza darsi alcun pensiero per la nostra sorte. E di questo dobbiamo ringraziare la nostra classe politica tutta, che da destra a sinistra, mentre tutto scricchiola, al massimo cerca la transizione energetica, mentre ciò che sta transitando è la storia che ci passa davanti per rigettarci indietro nel tempo, con sperpero di vite e di opportunità.

