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Il cambiamento di paradigma economico

di Giannozzo Pucci - 18/10/2020

Il cambiamento di paradigma economico

Fonte: Giannozzo Pucci

Il cambiamento di paradigma economico. Come cambiare in occasione dell'attuale emergenza e forse disastro economico? 
I bisogni primari, per decenni marginalizzati a favore dei settori terziari e quaternari, hanno ritrovato il loro posto durante il lockdown e il coronavirus.
Anzi sempre più gente cerca prodotti biologici, senza veleni, non coltivati coi diserbanti, chimica di sintesi ecc. cioè sani. 
Abbiamo imparato che le mascherine dobbiamo produrcele da noi in Italia. Potremmo anche capire che se vogliamo mangiare sano non ci bastano le mascherine ma occorre produrci anche il cibo. L'Europa, che sprona a diventare più verdi, non dovrebbe aver problemi se ci mettiamo a far nascere l'agricoltura contadina senza chimica, relegando quella chimica all'industria. L'Italia può coprire tutti i propri bisogni di alimenti sani in prodotti da orto, di frutta e legumi più proteici. 
A causa della cementificazione del territorio non abbiamo abbastanza terra per produrre anche tutti i cereali sani. 
Finora eravamo pronti a pagare anche molto telefonini, computer, televisioni, automobili, viaggi, ecc. ma volevamo pagare poco i prodotti agricoli, ora che scopriamo di essere disposti a pagare di più e a volte anche molto il cibo sano, la campagna può ricominciare a diventare un posto vivibile. E chi ha pochi mezzi può trovare degli accordi, come abbonamenti ecc., col nuovo mondo contadino.
Ridisegnare l'economia sull'agricoltura sana, regione per regione, può essere una prima fase del necessario cambiamento di paradigma economico. Del resto, in barba alla globalizzazione, un piccolo villaggio autonomo come alimentazione e come artigiani, se è tutto libero da virus, può essere un luogo di libertà e gioia di vivere, in attesa che questa o altre pandemie passino.