Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Il coronavirus, la mente e la materia

Il coronavirus, la mente e la materia

di Guido Dalla Casa - 26/03/2020

Il coronavirus, la mente e la materia

Fonte: Arianna editrice

Premesse

  La mentalità più diffusa in Occidente, e in gran parte della scienza, è ancora basata su queste premesse:

-       La materia è l’unica realtà (dopo un secolo di Fisica Quantistica!)

-       I fenomeni mentali sono illusioni. Al massimo, sono produzioni del cervello umano (quando va bene, di qualche altro mammifero!);

-       La mente e la coscienza sono più o meno la stessa cosa (dopo un secolo di Psicoanalisi!);

-       La Terra è una sfera di materia inerte con i viventi che “la abitano” (dopo qualche decennio di studi sui Sistemi Complessi!).

  In altre parole, la mentalità più diffusa in Occidente è incapace di concepire l’immanenza; perlomeno, fa un’immane fatica ad accettarla.

Il coronavirus e il suo “messaggio”

  Con le premesse sopradette il coronavirus sarebbe un agglomerato di molecole che ha cominciato ad “esistere” quando abbiamo visto quella specie di pallina con tanti peduncoli grande più o meno un milionesimo di millimetro (zero più, zero meno).

  Guarda caso, il virus fa fatica a diffondersi dove è piccolo “lo sviluppo”, dove ci sono poche fabbriche e poca “produzione”, invece è velocissimo dove è massima   l’”attività produttiva” e sono ben manifeste tutte le smanie della civiltà industriale.  Qualcuno ha subito cercato una spiegazione nella materia: saranno le polveri sottili.   Nessuno  pensa che l’andamento del coronavirus possa essere un segnale del Grande Inconscio, della Terra?  L’atmosfera è tornata pulita, gli altri esseri senzienti danno chiari segni di risveglio e di contentezza, il tutto dopo poche settimane che si sono perlomeno fermate “le macchine”! Tutto questo ha reso evidentissimo che la crescita economica è una terribile patologia della Terra. L’avvertimento è chiaro: cessate immediatamente la crescita, annullate il primato dell’economia.

 Ma i politicanti e gli economisti parlano di “ripartire”, mai di “cambiare rotta”, o meglio, di “invertire la rotta”. Pensano alla “ripresa”! Vogliono continuare a modificare il mondo, senza nemmeno rendersi conto che ha 4-5 miliardi di anni.

  Il segnale del virus è evidente: dobbiamo arrestare la crescita economica, che distrugge la Vita e sostituisce materia inerte a sostanza vivente. Volere lo sviluppo economico significa voler rifare il mondo, ma c’è da chiedersi: quanti ne sono veramente convinti, anzi, quanti ci hanno mai pensato? “Lo sviluppo” significa mettere mostruosi grattacieli al posto di meravigliose foreste, inquinare fiumi e torrenti, alterare l’atmosfera in modo irreversibile, distruggere miliardi di esseri senzienti (altri animali, piante, ecosistemi, esseri collettivi), vivere spesso in squallide periferie urbane.

  La vera, grande preoccupazione dovrebbe essere questa: tutte le autorità pensano già a tornare alla “normalità”, cioè a riprendere la crescita economica, che è la causa dei guai. Tornare alla normalità? E quale sarebbe? La normalità è quella del mondo naturale, che dura da milioni e milioni di anni, non quella anomala degli ultimi decenni.

   In Italia, per un vero cambiamento si potrebbe cominciare col modificare quel famoso Articolo Uno, quell’esaltazione del “lavoro”. Ecco l’articolo nuovo: “L’Italia è una Repubblica fondata sul Mondo Naturale”.

Conclusioni

  Se fossimo pronti, il coronavirus potrebbe dirci che possiamo vivere senza pensare all’economia. Così vivevano cinquemila culture umane.

  L’indicazione è chiara: non dovete più modificare il mondo, la crescita economica deve cessare immediatamente, basta con il fare e il modificare. Basta con le “grandi opere” e con il “mercato globale”. Ci sarebbe invece un provvedimento utile sul piano mentale, e quindi poi anche su quello materiale: non parlare più della crescita, anzi di tutta l’economia, abolire il PIL e gli altri indicatori suoi fratelli. Il messaggio della Terra è un invito a ritrovare la Natura e non distruggere la Vita.

 Ma gli industrialisti-sviluppisti (politicanti, industriali, economicisti, sindacati) non hanno capito: pensano solo a riprendere con più vigore l’andamento precedente per ricuperare i punti perduti. Vogliono tenere sempre in piedi le “attività produttive”, anche a costo della morte. Allora ben presto arriverà un virus ancora peggiore, sempre materializzato dalla mente estesa, dal Grande Inconscio (o Inconscio Ecologico), dalla Terra.