Il futuro ordine globale è imperniato sulla guerra per procura in Ucraina
di Brian Berletic - 21/10/2025
Fonte: Giubbe rosse
La graduale avanzata della Russia nella regione del Donbass sta creando un accerchiamento operativo dell’ultima importante linea difensiva dell’Ucraina, la sua “cintura fortificata”, uno sviluppo che potrebbe decidere non solo il destino della guerra, ma anche la forma dell’ordine globale emergente.
Nelle ultime settimane, le forze russe hanno accerchiato sempre più le città attorno Pokrovsk, nel centro del nel Donetsk, mentre si avvicinavano a Lyman e Siversk più a nord. Analizzando vari progetti di mappatura in tempo reale che monitorano il conflitto in corso in Ucraina, sembrano emergere le prime tenaglie in quello che alcuni analisti ritengono potrebbe essere un accerchiamento su larga scala di ciò che resta della “cintura fortificata” ucraina nella regione del Donbass.
Composta da una serie di centri urbani edificati e pesantemente difesi a partire da Kostiantynovka che si estendono verso nord nella direzione di Kramatorsk e Slovyansk, più vicino a Lyman, la cintura fortificata rimanente dell’Ucraina comprende probabilmente migliaia, forse decine di migliaia di militari ucraini. Il loro accerchiamento da parte delle forze russe infliggerebbe una sconfitta catastrofica all’Ucraina e ai suoi alleati statunitensi e comporterebbe il raggiungimento di un importante obiettivo russo nell’ambito della sua Operazione Militare Speciale (SMO) in corso: la completa conquista della regione del Donbass.
Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi si deciderà il destino di questa operazione militare, sia sul campo di battaglia nella regione del Donbass, sia ben oltre, nelle profondità strategiche dell’Ucraina e della Russia, sia a livello geopolitico mondiale.
Le realtà di un importante “accerchiamento” del Donbass
Sebbene molti possano immaginare un accerchiamento fisico della cintura fortificata ucraina in stile Seconda Guerra Mondiale da parte di colonne mobili di unità corazzate e di fanteria russe, l’accerchiamento assumerà molto più probabilmente la forma di un involucro operativo, piuttosto che fisico.
Le forze di terra russe continueranno ad avanzare in modo incrementale lungo la linea di contatto, avvicinandosi alle città tenute dagli ucraini, assediandole e infine conquistandole, assicurandosi che i salienti che emergeranno siano ben protetti dai contrattacchi ucraini e dal tipo di avvolgimento operativo che la Russia stessa ha cercato e cerca di continuare a imporre alle forze ucraine.
Invece, le capacità belliche russe a lungo raggio e la guerra con i droni in particolare – che si è evoluta rapidamente sia in termini di qualità che di quantità – saranno in grado di colpire la linea di comunicazione dell’Ucraina lungo tutta la parte posteriore della sua rimanente cintura di fortificazioni. Con l’inevitabile caduta di Pokrovsk a favore delle forze russe nel Donetsk centrale e l’avvicinamento delle forze russe a Lyman nel nord, i droni russi FPV (visuale in prima persona) e a fibra ottica saranno nel raggio d’azione praticamente di tutto ciò che si trova nel mezzo.
L’accerchiamento di Pokrovsk e il saliente emergente che si estende a nord raggiungendo quasi direttamente l’ovest di Kostiantynovka hanno già compromesso la logistica della stessa Kostiantynovka. Man mano che le forze russe consolidano il controllo in questa regione, le operazioni dei droni che mirano alla logistica di Kramatorsk e Slavyansk diventeranno sempre più efficaci, insieme alle forze russe che faranno altrettanto muovendosi da nord a sud vicino a Lyman e Siversk.
Quanto più queste tenaglie si avvicineranno l’una all’altra, tanto più efficace diventerà l’accerchiamento operativo e tanto più precarie diventeranno le posizioni ucraine tra di esse.
Proprio come Pokrovsk non richiede un accerchiamento fisico completo da parte delle forze russe per compromettere gravemente la logistica ucraina e quindi indebolire le posizioni difensive all’interno della città, la Russia non ha necessariamente bisogno di accerchiare fisicamente la sezione Kramatorsk-Slavyansk della cintura fortificata ucraina per compromettere gravemente sia la logistica che le posizioni militari al suo interno.
Per certi versi, un accerchiamento operativo è preferibile a un accerchiamento fisico. E questo in quanto la Russia sta combattendo quella che è essenzialmente una guerra di logoramento, cercando di smilitarizzare l’Ucraina anziché concentrarsi sulla rapida conquista del territorio, pertanto cerca di costringere l’Ucraina a impegnare enormi quantità di riserve a Pokrovsk e altrove lungo la cintura delle fortezze per fronteggiare le consolidate posizioni militari russe e i tiri a lungo raggio.
Una rapida avanzata russa verso il fiume Dnepr o anche oltre sarebbe costosa e permetterebbe a ciò che resta delle forze ucraine di operare sempre più vicino alla propria base di supporto materiale lungo il confine con la NATO. Invece, ora l’Ucraina è costretta a inviare continuamente truppe e materiali lungo l’attuale linea di contatto, dove la Russia li sta distruggendo.
Le azioni occidentali sul campo di battaglia e oltre
I media occidentali ormai accettano che la Russia stia combattendo e vincendo in modo decisivo questa guerra di logoramento e che gli Stati Uniti e i loro stati clienti europei possano fare ben poco per fermarla, almeno in termini di continuo sostegno militare alle forze ucraine.
Ecco perché gli Stati Uniti e l’Europa insistono per un cessate il fuoco e per quello che essenzialmente sarebbe un congelamento “Minsk 3.0“ durante il quale l’Occidente collettivo potrebbe ampliare la propria produzione industriale militare e, proprio come durante i primi accordi di Minsk, consentirebbe di ricostruire le forze armate ucraine per il successivo ciclo di ostilità.
Il rifiuto della Russia di un cessate il fuoco e il suo continuo successo delle operazioni militari all’interno dell’Ucraina hanno costretto gli Stati Uniti sia a intensificare gli interventi sul campo sia a ricorrere a mezzi esterni alla battaglia in Ucraina per imporre un congelamento o, in mancanza di questo, ad aumentare il più possibile i costi per la Russia nel continuare la sua SMO.
Un’opzione è stata la minaccia di inviare in Ucraina missili da crociera Tomahawk. Pur non essendo di per sé una capacità decisiva, la sua introduzione avrebbe aumentato ulteriormente i costi del proseguimento del conflitto per la Russia, costringendola a riorganizzare le sue difese aeree per difendere più in profondità il territorio russo e potenzialmente rallentando l’avanzamento delle operazioni lungo la linea del fronte. Inoltre i missili avrebbero anche potuto colpire e infliggere danni su larga scala alle infrastrutture militari, industriali e di produzione energetica russe rispetto a quanto già fanno gli attuali attacchi missilistici e con droni guidati dagli Stati Uniti. Parallelamente a questa escalation sul campo di battaglia, gli Stati Uniti hanno anche minacciato una serie di sanzioni e dazi rivolti sia alla Russia stessa che ai suoi più stretti partner commerciali, in particolare India e Cina.
Le minacce mirano a costringere l’India o la Cina (idealmente entrambe) a scegliere l’accesso ai mercati statunitensi e al loro sistema finanziario globale dominato dal dollaro invece che al commercio con la Russia, in tal modo isolandola e rendendole infinitamente più difficile continuare le sue operazioni militari in Ucraina. Se l’India e la Cina dovessero cedere alle richieste degli Stati Uniti e la Russia si trovasse isolata o addirittura indotta al collasso economico e politico, questo isolerebbe ulteriormente sia l’India che la Cina stessa – una componente chiave della sequenza strategica degli Stati Uniti e del loro obiettivo finale di impedire a tutti i rivali, alleati o avversari, di assumere un ruolo di primo piano.
Se poi l’India e la Cina dovessero rimanere ferme nelle loro posizioni, le sanzioni e i dazi imposti dagli Stati Uniti le danneggerebbero entro breve termine, sebbene anche a spese degli stessi Stati Uniti. L’escalation significativa di Washington in termini di sanzioni e dazi a tappeto potrebbe inoltre accelerare la tendenza a lungo termine verso un ordine economico multipolare.
La sfida immediata per nazioni come l’India e la Cina – tagliate fuori dal dollaro USA e dai mercati occidentali – costringe a una rapida diversificazione del commercio e dei sistemi di pagamento finanziario, già in atto fin dalla nascita dei BRICS. Però questa ulteriore pressione strategica degli Stati Uniti, volta a infliggere danni a breve termine alla Russia, inavvertitamente incentiva e accelera lo sviluppo di alternative non occidentali, e quindi anche contro il dollaro e i sistemi di pagamento dominati dagli Stati Uniti.
La battaglia per la cintura fortificata ucraina è quindi un microcosmo della più ampia guerra per procura in Ucraina degli Stati Uniti contro la Russia: un’operazione militare lenta e logorante che determina enormi conseguenze geopolitiche. L’esito di questa battaglia determinerà probabilmente l’esito complessivo del conflitto ucraino stesso. Più in generale, la risposta degli Stati Uniti, che si è spostata dal contenimento militare alla guerra economica contro i partner globali della Russia, conferma che questo conflitto è sempre stato solo una parte di una strategia statunitense molto più ampia, volta al suo obiettivo finale di eliminare i rivali e mantenere il primato a livello mondiale.
I prossimi mesi saranno cruciali non solo per quanto riguarda il conflitto in corso in Ucraina, ma anche per quanto riguarda l’ordine globale che emergerà come parte del conflitto più ampio che gli Stati Uniti stanno combattendo non solo contro la Russia, ma contro l’intero mondo multipolare.
journal-neo.su — Traduzione a cura di Old Hunter