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L'inversione della narrativa bellica atlantica

di Enrico Tomaselli - 31/08/2023

L'inversione della narrativa bellica atlantica

Fonte: Giubbe rosse

“Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.”
Sun Tzu, "L'arte della guerra"

Dopo aver demonizzato per oltre un anno chiunque chiedesse l'avvio di un processo di pace, nonostante la persistenza di un nocciolo duro di super-guerrafondai iper-atlantisti, l'idea di porre fine al conflitto in Ucraina comincia a farsi strada all'interno del NATOstan.
Le ragioni principali di questa inversione a 180° sono fondamentalmente tre o quattro.
Innanzi tutto, l'Ucraina non può né vincere (a ciò nessuno, al Pentagono, ha mai creduto) né tantomeno reggere un conflitto di lunga durata; la quantità di perdite umane è ormai letteralmente insostenibile, il supporto della popolazione (anche a fronte di una corruzione spaventosa, che non si fa scrupolo di lucrare e rubare su tutto, comprese le forniture militari, gli aiuti umanitari, le esenzioni dal servizio militare...) alle continue mobilitazioni è quasi prossimo allo zero. Al contrario, la Russia sembra essere pronta a sostenere un conflitto che vada avanti per anni, anzi considera questa opzione come la più vantaggiosa (attualmente) per logorare i propri nemici e conseguire i suoi obiettivi strategici.
La Russia non è stata piegata dalle sanzioni, che anzi hanno colpito fortemente le economie occidentali, né tanto meno è stato possibile isolarla internazionalmente; Mosca non è mai stata così ben vista sulla scena globale, almeno da decenni.
La capacità di sostegno militare della NATO si è consumata, non solo molto più rapidamente di quanto fosse stato immaginato, ma soprattutto al punto da avvicinarsi pericolosamente ad una 'linea rossa', oltre la quale si profilano solo due alternative: o la drastica riduzione delle forniture belliche a Kiev, o l'intervento diretto sul terreno. Ma con la consapevolezza che uno scontro frontale NATO-Russia apre le porte ad una possibile escalation nucleare, e più di ogni altra cosa che un tale intervento si scontrerebbe col medesimo problema: la NATO non ha abbastanza armamenti (e munizioni!) per affrontare la Russia oggi. Per non parlare, ovviamente, della insostenibilità di perdite come quelle subite dagli ucraini.
Il prezzo di questa serie di clamorosi errori di calcolo è sotto gli occhi del mondo: il NATOstan è in affanno. Da qui l'esigenza di trovare vie d'uscita, che comportino il minor danno possibile. Il che, a questo punto, fondamentalmente significa salvare (almeno) la faccia.
Ma ci sono ancora due ostacoli, sulla via del negoziato.
Il primo, il minore, è che all'interno dei vertici politico-militari statunitensi (gli unici che contino qualcosa, in questa vicenda) non c'è ancora né sufficiente consenso su questa prospettiva, né tantomeno chiarezza su quale possa essere una via percorribile per conseguire tale risultato.
Ma soprattutto c'è un ostacolo gigantesco, rispetto al quale non si coglie alcun segnale di cambiamento. Esattamente come gli USA hanno spinto l'Ucraina nell'abisso della guerra con la Russia, e poi vi hanno trascinato l'intera NATO, senza avere una reale conoscenza del nemico (delle sue capacità belliche, economiche, politiche), ancora adesso a Washington non solo non conoscono (non capiscono) la Russia, ma non riescono nemmeno a ????????????????????????????.
Nel pensiero politico-strategico statunitense, la Russia è quasi un entità astratta, un corpo malefico ma privo di essenza attiva. Al di fuori della narrazione propagandistica, attraverso la quale si è cercato di assimilarla al male assoluto, non viene concepita come portatrice di interessi e di esigenze in quanto entità geopolitica, elementi con cui invece è necessario fare i conti.
Perché - ovviamente - con chi altro la fai, la pace, se non con il nemico? È con lui che devi trattare, e questo implica che lo si riconosca, che si accetti in premessa il fatto di dover accogliere anche il suo punto di vista. E che - altrettanto ovviamente - i termini del negoziato sono prioritariamente stabiliti dai rapporti di forza, sul campo di battaglia e non solo. Rapporti di forza che, allo stato attuale, vedono prevalere chiaramente la Russia. La quale, non a caso, si dichiara disponibile a discutere di una soluzione negoziale al conflitto, ma non avanza alcuna proposta in tal senso. L'onere, sta in capo alla NATO.

E quindi, tanto per cominciare, chiediamoci: qual'è il punto di vista della Russia?
Per Mosca, questa è una guerra che ha cercato in ogni modo di evitare, invitando ripetutamente l'occidente ad un negoziato che tenesse in considerazione le reciproche esigenze di sicurezza. Profferte che il NATOstan ha sempre sprezzantemente respinto.
Ciò che la Russia ha visto, dal crollo dell'URSS, ma soprattutto negli ultimi 20-25 anni, è stata una espansione bulimica della NATO verso est (nonostante le promesse che ciò non sarebbe accaduto) e l'evidente tentativo di circondarla con una rete di paesi ostili. È stato scoprire che gli Stati Uniti sognano di annientarla come potenza, di dilaniarla e rapinarne le ricchezze; e lo scivono esplicitamente nei documenti dei loro più autorevoli think tank. È stato accorgersi che gli europei, la cui ricchezza degli ultimi decenni si deve in grande misura al gas russo fornito in quantità, hanno sempre tramato alle loro spalle (vedi accordi di Minsk). È stato prendere atto che tutto ciò ha portato ad un'ondata di fanatica russofobia, e ad una vera e propria guerra non dichiarata da parte della NATO. Il punto di vista della Russia è che l'occidente è totalmente inaffidabile, pronto a mentire ed infrangere qualsiasi accordo, pur di mantenere il proprio dominio, e vuole ad ogni costo mettere le mani su tutto ciò che è russo, distruggendo la Russia.
In buona sostanza, l'occidente sogna di annientare la Russia, la quale non si fida dell'occidente e sta vincendo la guerra. E la leadership del NATOstan continua ad ignorare la Russia, se non come oggetto delle proprie brame e del proprio odio.
Insomma, a queste condizioni, le possibilità di un negoziato e di una pace durevole, sono quasi inesistenti.
Dunque - parafrasando il banchiere che ha ideato le sanzioni finanziarie contro Mosca - ???????????????????????? ???????????????????????????????????????? ???????? ???????????????????????? ???????????????? ???????????????? ????????????????????????????????????, ???? ???????????????????? ???????????????? ???????? ???????????????????????????? ???????????????????? ???????????????????????????????????????? ???????????????????????????????????????? ???????? ?????????????????????????????????????