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La bufala Tomahawk e il tifo di Ue e Kiev

di Fabio Mini - 29/10/2025

La bufala Tomahawk e il tifo di Ue e Kiev

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Americani e russi stanno sostenendo la finzione che esista una guerra soltanto fra Russia e Ucraina. La finzione è politicamente conveniente per entrambi fintanto che essa permette di continuare a dialogare. Sebbene la mistificazione della realtà non sia di grande aiuto nelle guerre perché alimenta soltanto la propaganda, in questo caso potrebbe tornare utile. Si tratterebbe dell’unico caso nella storia che un falso pretesto sia adottato per fare la pace. Sempre che essa sia veramente contemplata almeno come obiettivo sussidiario. Nel caso della guerra in Ucraina la Storia ha già parlato. A partire dal 2004, gli Stati Uniti non si sono limitati a dare sostegno all’Ucraina e al rovesciamento del regime legittimo appoggiando e finanziando le frange estreme anti-russe. Le forze armate e di sicurezza degli Stati Uniti di cui il presidente è comandante in capo sono state profondamente coinvolte nella questione ucraina. Con la guerra nel Donbass ufficiali statunitensi hanno partecipato attivamente alla preparazione, equipaggiamento e addestramento delle forze ucraine non solo “regolari” ma soprattutto irregolari. Le stesse che fino al 2014 gli Usa definivano milizie private degli oligarchi ucraini e bande neonaziste. L’attuale Comandante supremo della Nato, nel periodo successivo alla débâcle ucraina del 2015, quando era in servizio presso il comando delle forze statunitensi in Europa ha diretto per conto degli Usa e non della Nato, la ricostituzione dell’esercito ucraino. Ufficiali statunitensi e britannici hanno effettivamente diretto e comandato le offensive ucraine nelle regioni di Kherson e Kharkiv nel 2022. Le uniche ad aver avuto un minimo successo. Come è stato ampiamente confermato, anche dal New York Times, gli americani hanno sostanzialmente comandato la controffensiva ucraina dell’estate 2023. Un’azione fallita completamente e che gli americani hanno voluto addebitare all’incapacità ucraina. Ed è stato ampiamente confermato che gli inglesi hanno svolto un ruolo molto simile con un’operazione risultata catastrofica attraverso il Dniepr che gli ucraini hanno cercato di condurre nell’inverno del 2023-2024. Da sempre gli Stati Uniti forniscono intelligence e dati di targeting all’Ucraina. Almeno da luglio 2024 hanno aiutato l’Ucraina a condurre attacchi con droni contro posizioni russe, comprese le raffinerie di petrolio all’interno della Russia. E naturalmente, di recente hanno iniziato a parlare di fornire missili Tomahawk all’Ucraina per condurre attacchi in profondità praticamente in tutta la Russia. Quindi, come ha ammesso una volta il Segretario di Stato americano Marco Rubio, evidentemente alle prime armi e ignaro del significato delle parole che pronunciava, questa è quantomeno una guerra per procura tra Ucraina, Russia e Stati Uniti. Anche la perplessità di Trump nel fornire all’Ucraina i missili Tomahawk è legata alla finzione che non sia coinvolto nella guerra. La fornitura dei missili porta con sé lo spiegamento in Ucraina di forze militari Usa e contractors per operarli e questo farebbe decadere la finzione dell’estraneità. Ma è un dettaglio trascurabile come lo è stato per gli Atacm, i Patriot, i Taurus tedeschi e altri mezzi. Non è nemmeno una questione di disponibilità. Gli Usa hanno circa settemila di queste armi e Zelensky ne chiede “soltanto” un centinaio. Sarebbe semmai una questione di soldi perché ogni missile disponibile costa circa 2 milioni di dollari e quelli per rimpiazzarli il doppio. Ma anche questo elemento è superabile specie se i dollari sono virtuali o a debito, o sottratti agli assetti finanziari russi congelati in Europa. Ma la cosa più importante per il Pentagono è la funzione di deterrenza che tali missili assolvono e che non ammette finzioni. La deterrenza è una strana bestia, deve essere credibile e funziona soltanto se, durante l’impiego, gli effetti reali corrispondono a quelli minacciati. Se tale rapporto non viene rispettato la minaccia perde di credibilità. I Tomahawk, come gli stessi bombardieri tattici e strategici, con gittata fino a 2.500 chilometri, possono portare testate convenzionali e nucleari. Ufficialmente gli attuali missili imbarcati sono armati di sole testate convenzionali perché quelle nucleari sarebbero state ritirate nel 2010, ma da allora a oggi il clima di fiducia tra Russia e Usa è crollato e quello tra Russia e Ucraina è inesistente. Nessuno può dire se le amministrazioni precedenti di Obama e Biden o Trump stesso non abbiano restituito le testate alla loro funzione iniziale. E se lo dicono nessuno ci crede. Inoltre, il presunto ritiro degli ordigni ha segnato il rinnegamento dei trattati di limitazione e controllo sugli armamenti nucleari, mentre gli Stati Uniti sono tornati a esprimersi in chiari termini di guerra contro la Russia. I missili Tomahawk appartengono alla categoria delle armi di teatro. Non appartengono alla Triade nucleare strategica che comprende i missili intercontinentali balistici da sommergibili e da terra e dai bombardieri strategici. Ma sono nati come fulcro della deterrenza convenzionale e nucleare tattica. Come armamento di teatro (a esempio Europa) l’incertezza sul reale munizionamento è un fattore che aumenta la deterrenza, ma anche il rischio di escalation nucleare dal livello tattico a quello strategico. I russi lo hanno chiarito in modo inequivocabile: l’incertezza li costringe a considerare tutti i mezzi a lungo raggio come potenziali vettori nucleari e quindi ad agire di conseguenza entrando di fatto nella guerra nucleare. I Tomahawk sono spiegati in tutto il globo a bordo di piattaforme navali e sommergibili. Hanno velocità di crociera relativamente bassa, inferiore a quella del suono, e guida con rilevamento ottico di punti stabiliti sulla mappa elettronica di bordo. Possono sfuggire ai radar ma non al jamming elettronico e all’avvistamento ottico propri delle difese contraeree più elementari. Nei lunghi percorsi può essere intercettato e inseguito e raggiunto dai moderni missili supersonici e quelli ipersonici che i russi possiedono e usano regolarmente. Finora il missile è stato impiegato con cariche convenzionali contro avversari completamente privi di difesa aerea e missilistica su obiettivi fissi chiaramente individuabili, attraversando aree sicure per la compiacenza o l’alleanza di Stati terzi. In pratica un impiego facile e sicuro, di grande effetto che ha contribuito al mito della loro letalità. Tuttavia, dare all’Ucraina 20-50 missili che impiegherebbe per attacchi in profondità sulla Russia significa far attraversare al missile aree di difesa aerea avanzata, con capacità d’intercettazione e abbattimento elevate e con capacità di reazione che supera decuplicata quella dell’azione subita. In Ucraina l’efficacia delle precedenti armi “risolutive” come gli Atacm e Patriot è crollata dal dichiarato 90% al 6%. Considerando che gli Usa con i Tomahawk tengono sotto ricatto intere nazioni e sotto tiro milioni di poveracci e che hanno ingenti ordini di acquisto (ad esempio 175 dalla sola Olanda), non si possono permettere il lusso di vederne diminuita la credibilità ai fini della deterrenza. Il Pentagono lo sa e lo ha detto chiaramente al presidente che a sua volta deve nicchiare e continuare nella finzione di non essere coinvolto. Lo sanno anche al Cremlino e assistono stupefatti alla piega infantile assunta dall’argomento. Da parte loro Ucraina ed Europa, che non fanno parte della partita strategica e se ne fottono delle conseguenze, puntano sull’azzardo rischiando il tutto per tutto o per niente continuando nella finzione che l’ennesima arma letale possa far capitolare la Russia. In realtà entrambe vogliono punire Trump e liquidarlo nella prospettiva che un cambio di amministrazione porti di nuovo l’America nel conflitto europeo. Senza finzioni né funzioni.