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La Cina più che il Covid ha vinto la paura del Covid

di Gennaro Scala - 03/10/2020

La Cina più che il Covid ha vinto la paura del Covid

Fonte: Gennaro Scala

Sì, la Cina si sta dimostrando superiore ai paesi occidentali nella gestione del Covid, ma non per la narrazione che si è affermata secondo cui essa non appena scorto il virus avrebbe “sigillato” la regione dello Hubei, compresa la capitale di oltre 10 milioni di abitanti e sconfitto in pochi mesi il virus, il quale intimorito da tanta efficienza e disciplina sarebbe praticamente fuggito dalla Cina dirigendosi in alternativa in tutte le nazioni del mondo, nonostante che deve aver pur circolato in Cina prima del lockdown.
Sono ovvi i motivi per cui al governo cinese tale narrazione fa comodo, tuttavia essa non è credibile. Proviamo a formulare un'ipotesi  più ragionevole. Il sistema sanitario cinese rileva una serie di influenze anomali, si teme che sia l'epidemia da tempo annunciata che sarebbe una catastrofe tremenda in una nazione che attualmente conta una ventina di megalopoli da 8 milioni di abitanti e passa (Shangai ne ha 24 milioni). Si prova a fermare il virus nella regione in cui è stato rilevato attuando per la prima volta nella storia il “lockdown” di un'intera regione. Ma con il passare dei giorni ci si rende conto che si tratta di un'influenza con sintomi talvolta gravi, ma non è l'epidemia temuta. Si tratta soprattutto di un problema per il sistema sanitario, ma non essendo la Cina prigioniera dei dogmi liberisti può dirigire in questo ambito le risorse necessarie. Vengono conteggiati i morti per solo Coronavirus, , in modo da poter dichiarare cessato l'allarme. Il che spiega l'enorme divario con la mortalità nei paesi occidentali (170 a 1 per una nazione come l'Italia, dove invece viene fatto il tampone per ogni decesso, motivo per cui fra i “morti per coronavirus” si trovano, secondo le cronache, un morto annegato, un finanziere in  coma per uno sparo accidentale, malati terminali ). Vengono conservate delle precauzioni ma in Cina la vita torna alla quasi normalità, a Wuhan riaprono le scuole dove la mascherina è solo “consigliata”e riaprono persino gli stadi.
La Cina insomma, più che il Covid ha vinto la paura del Covid.
Da dove nasce questa paura? Chiaro che la paura di una malattia contagiosa ha un elemento razionale, ma quando questa paura supera il pericolo effettivo, essa ha altre motivazioni. Attualmente, per una persona giovane è più pericoloso un viaggio in autostrada.
Fino agli anni settanta si parlava molto di alienazione. Marx, che applico tale concetto, tratto da Hegel, al capitalismo, riteneva che tra le tante “alienazioni”da esso prodotto vi fosse la “frattura metabolica” tra uomo e natura. Era uno dei motivi per cui tra gli obiettivi del futuro comunismo vi doveva essere il superamento della dicotomia fra città e campagna.
L'obiettivo non si è certo realizzato, anche in una grande nazione che al governo vede un governo che nominalmente resta comunista, anzi la Cina attuale ha portato ad un livello ancora più alto la tendenza alla concentrazione metropolitana rispetto all'Occidente.
Cos'è una metropoli? È un sistema complesso in cui la concentrazione di masse umane può produrre talvolta cose mirabili, ma è anche un sistema fragile perché complesso, che dipende completamente dall'esterno per il rifornimento alimentare e energetico. Quando si verificano fenomeni che intralciano il normale funzionamento del loro complesso meccanismo si rivela tutta la fragilità di questi sistemi. La città è poi il luogo dove maggiormente si diffondono le epidemie, come nella Firenze di Boccaccio, che era una delle più grandi metropoli dell'epoca.
Quindi non è un caso che nella Cina delle megalopali da  20 milioni di abitanti si sia scatenato il panico nei confronti del coronavirus. Ma la Cina ha dimostrato di saper vincere questo panico, mentre le nazioni occidentali ne sono ancora preda.