La diffidenza
di Francesco Petrone - 25/09/2025
Fonte: Francesco Petrone
Il professor Barbero talvolta si perde in luoghi comuni. Parla delle abitudini dell’umanità e irride la diffidenza che ogni uomo ha nei confronti dell'altro, specialmente se diverso. Non si rende conto che è la cosa più normale e ragionevole che ci possa essere. La diffidenza esiste al limite anche per i propri simili se sconosciuti. Viene attenuata se vediamo modi familiari, rassicuranti. Se incontriamo un estraneo in una passeggiata nel bosco è buona educazione salutare anche il passante per rassicurare e rimuovere l’eventuale momentanea ansia. Mio padre era un funzionario delle Finanze e si era trasferito in un piccolo centro della Romagna per lavoro. Io ero indicato come forestiero anche se ero del centro Italia come loro e come tale entravo lentamente nel gruppo. Esistevano piccoli rituali per essere accettati. Uno, mi ricordo, era quello di partecipare alla processione dei sepolcri che fra quei bambini era ritenuta un vanto del posto. Oggi si direbbe che la ritenevano uno dei riti inclusivi perché avrei commesso un errore a non apprezzare. Erano piccole cose; in quel tempo lontano le campane venivano sciolte il sabato santo e i compagni di giochi correvano a bagnare la fronte con acqua fresca, era un rituale comune. Non sapevo cosa significasse ma mi univo al rito collettivo. Erano gelosi e orgogliosi delle storie locali che narravano, delle torte pasqualine che le donne preparavano, un dolce locale. Tutti hanno soggezione di un volto estraneo che potrebbe essere ostile, e turbare l'ordine di quel microcosmo che per loro era il mondo ed esiste il timore che non condivida le abitudini rassicuranti, i gusti e le feste del posto. Se si parla un’altra lingua e si fanno cose “strane” nel senso di diverse, nasce una diffidenza ma anche una curiosità. Chiaramente la diffidenza è bene che in un primo momento ci sia. Infatti le mamme dicono ai bambini di non accettare caramelle dagli sconosciuti e di non dare confidenza agli estranei. Non vedo cosa Barbero trovasse di strano e grottesco nella diffidenza del diverso, cioè l’estraneo. Tanti anni fa ci si fidava del prossimo e tutti tenevano d’occhio i bambini come se non fossero mai soli. E proprio oggi che è normale diffidare dello sconosciuto, maggiormente se estraneo alla comunità.