La Unione europea è una scuola di bugie
di Massimo Cacciari - 20/05/2025
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Una speranza di pace c’è, dice Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia. Certo, c’è da augurarsi che Zelensky “non segua i consigli di quest’Europa sciagurata”, che negli anni “ha aperto una scuola di menzogna”, ma se davvero Donald Trump e Vladimir Putin trovano un’intesa in nome della realpolitik, il resto potrebbe venire di conseguenza.
Professor Cacciari, come vede l’avvicinamento ai tavoli di Istanbul?
Se è un tavolo a cui Russia e Stati Uniti siederanno con la decisione di porre fine alle loro ostilità, si può sperare in qualcosa.
Parla di Russia e Usa, non di Ucraina.
Lasciamo perdere i convitati. La questione centrale è tra Stati Uniti e Russia, poi viene il resto.
Le sembra che questa volontà ci sia?
Per gli Stati Uniti non ha più senso questa secolare inimicizia con la Russia: è chiaro che non ha più nulla di imperiale e, pur essendo una potenza nucleare, non rappresenta un pericolo, pur essendo ovviamente non conquistabile. E quindi potrebbero avere interesse a chiudere la partita. D’altra parte, Mosca deve convincersi che non può più essere quella che invade Budapest e Praga, tanto per intenderci. Deve riconoscere il colossale errore commesso con l’invasione dell’Ucraina e porre soluzioni concrete e realistiche, che vedano il riconoscimento della sovranità di Kiev, un accordo sul Donbass e, come conditio sine qua non, che la Crimea sia parte della Federazione russa. E mi sembra anche ragionevole, se conta ancora qualcosa il principio di autodeterminazione dei popoli.
Lei parla di soluzioni “concrete”. Sembra essere questo l’approccio di Trump, non solo in Ucraina ma anche con l’Iran e i Paesi arabi. Anche a costo di polemiche personali come quelle sull’Airbus ricevuto in dono dal Qatar.
Trump sa che la competizione globale è con la Cina, per questo ha interesse a chiudere la questione russa. In Israele è più complicato, anche per l’appoggio incondizionato a Netanyahu, ma per esempio Trump ha avuto interesse a fermare ogni velleità di Israele contro l’Iran, ben sapendo che la situazione sarebbe potuta sfuggire dal controllo degli Usa. E dunque la questione è pura realpolitik.
L’Europa fa bene a tenere un atteggiamento più intransigente?
L’Europa è assente in questa partita. Manca la politica europea, mancano la storia di mediazione che ha mantenuto fino a 20-30 anni fa. È incastrata in questo giuramento di seguire Zelensky senza se e senza ma. In questi anni l’Europa ha aperto una scuola di menzogne. Menzogne su tutto: sulla genesi di questo conflitto, sulla costruzione di questo nemico universale che è la Russia. Se siamo convinti che Mosca sia una minaccia, andiamo a combattere. Non facciamo guerre per procura, mandiamo i soldati francesi, tedeschi e italiani in guerra, poi voglio vedere cosa succede.
Zelensky ha chiesto di parlare soltanto con Putin.
Sarebbe augurabile un contatto tra Zelensky e Putin, vedremo come Trump prenderà in mano la cosa. Non è facile capire i condizionamenti a cui è sottoposto Zelensky nel suo Paese, perché già in passato è stato sconfessato dalle forze oltranziste che lo circondano. In cuor suo credo sappia che servirebbe una mediazione sul modello di Minsk, ma bisognerà vedere cosa succede e anche se qualche sciagurato leader europeo spingerà per far continuare la guerra.