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Oggi è il compleanno di Roma, il 2775°. Tanti auguri, Roma!

di Gennaro Scala - 22/04/2022

Oggi è il compleanno di Roma, il 2775°. Tanti auguri, Roma!

Fonte: Gennaro Scala

Non ho "fatto gli studi classici", come suol dirsi, il mio legame sentimentale con la cultura romana passa per la pittura. Secondo il mio personale giudizio, la pittura romana, conservatasi fino a noi negli affreschi di Pompei, nei mosaici di Ravenna e di Costantinopoli, pardon Istanbul, è la più bella forma di pittura, superiore persino ai nostri Leonardo e Raffaello (perlomeno, a me coinvolge di più). Diana cacciatrice di Pompei da  un quarto di secolo veglia al mio sonno, nella forma di un poster dell'affresco pompeiano nella mia camera da letto.
L'eredità di Roma è per noi controversa, molto più negativa che positiva. Immediatamente pensiamo che fu uno potenza espansionista e schiavista, quale indubbiamente fu, dimenticando, immersi come siamo in un eterno presente, lo stato ferino da cui emerge la civiltà umana, cosa che un po' cercava di fare il film Il primo re, che appunto voleva rappresentare la lotta ferina contro la natura e contro gli altri esseri umani da cui emergono vincitori i fondatori di Roma (per il resto, un film troppo influenzato dallo stile delle serie tv attuali). Frederich Engels, meno "presentista" di noi, diceva che la schiavizzazione era, a suo modo, una forma di progresso rispetto all'uccisione, o persino, divoramento dei nemici sconfitti. Inoltre, pesa il fatto che sia il fascismo che il nazismo vollero presentarsi come eredi di Roma per motivi propagandistici, anche se il razzialismo era antitetico al carattere multi-culturale, multi-razziale, multi-religioso, multi-etnico, che poi è stato proprio anche di altri imperi, come ad es. l'ottomano e l'austro-ungarico, e in un certo senso anche il cosiddetto “impero americano”, che però per altri versi non può definirsi impero.
Grande estimatore di Roma fu Dante, che per primo rovesciò il giudizio negativo del cristianesimo.  Roma non era la civitas diaboli agostiniana, ma il popolo sanctus pius et gloriosus di cui parla nella Monarchia.  Dante contrappone Roma a Firenze, la prima città più compiutamente capitalistica della storia, il cui espansionismo è dettato dalla cupidigia, e non a caso l'invettiva contro Firenze è posta all'inizio del "canto di Ulisse", personificazione della cupidigia intellettuale, la forma più alta e quindi più peccaminosa di cupidigia.
L'espansionismo di Firenze dettato dalla cupidigia, nella forma dell'avidità di denaro e della volontà di potenza, la spinge a sbattere le ali disordinatamente per il mondo perché priva di un disegno divino (“Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande,/che per mare e per terra batti l’ali”). Invece, il cammino di Roma segue il percorso rettilineo proprio dell'Aquila della Provvidenza, percorso che incarna una forma di civilizzazione compiuta. Tra i numerosi volti di Ulisse, vi è quello di Alessandro Magno, dalla cui rappresentazione nella letteratura medievale Dante trae il tema del superamento delle Colonne d'Ercole, quale peccaminosa intenzione di superare il limite che è proprio dell'essere umano in quanto essere mortale.
Ancora oggi vi è chi trae da Roma insegnamenti per il presente. Scrivevano in un editoriale di un numero di  Limes  dedicato alla "Tempesta sull'America":
«Il potere americano non può né vuole nominare l’impero perché implicherebbe limes. Come millenni di storia universale insegnano e tutti i precedenti confermano, dall’Egitto all’Inghilterra. L’impero di Washington non è impero di Roma a stelle e strisce. All’origine non c’è il fondatore che traccia un solco sul Palatino, divisorio fra interno ed esterno, patria e nemico o terra di nessuno.»
L'assenza di limite, la malattia genetica della civiltà europea-occidentale, quale emerge dal confronto con la civiltà romana. Ricordarsene potrà essere utile quando dovremo prendere atto realmente che il limite c'è ed è presente nella forma di altre civiltà dotate di armamenti atomici. Difficile che si possa soddisfare il compito di conservare quanto vi è di più necessario nell'eredità della civiltà romana rimanendo organici alla NATO.