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Omologazione e nazionalismi

di Fabrizio Fratus - 20/08/2025

Omologazione e nazionalismi

Fonte: Il Talebano

Il nazionalismo che nega le tradizioni e gli usi e costumi di una popolazione generare conflitti e disordini sociali. L'esempio della lingua in Ucraina è emblematico in questo senso. La distinzione tra nazionalismo e patriottismo è fondamentale per comprendere le dinamiche in gioco. Il patriottismo è un sentimento di amore e attaccamento per la propria terra, cultura e storia. È inclusivo e non si basa sulla supremazia di un gruppo rispetto a un altro. Al contrario, il nazionalismo può diventare un'ideologia esclusiva e aggressiva che, in nome di un'identità nazionale monolitica, cerca di sopprimere le diversità interne e le tradizioni minoritarie.
In Ucraina, la politica di promozione esclusiva della lingua ucraina ha avuto conseguenze complesse. Storicamente, una parte significativa della popolazione, in particolare nelle regioni orientali e meridionali, ha sempre utilizzato il russo come lingua principale per la comunicazione quotidiana, l'istruzione e il commercio. Con l'indipendenza, e in particolare dopo la rivoluzione del 2014, le autorità hanno cercato di rafforzare l'identità nazionale ucraina, anche attraverso la promulgazione di leggi che rendevano l'ucraino l'unica lingua ufficiale in ambito pubblico, limitando l'uso del russo in vari contesti. Questa politica, percepita da molti come una negazione dei loro usi e costumi, ha alimentato un profondo senso di ingiustizia e alienazione tra la popolazione russofona. Invece di unire la nazione, ha creato una frattura e ha fornito un pretesto narrativo per l'intervento russo, che si è presentato come protettore delle minoranze russofone.
Il nazionalismo che tende a omogeneizzare la cultura e la lingua è spesso una caratteristica di modelli politici ispirati alle esperienze di costruzione dello stato-nazione in Europa occidentale, in particolare Francia e Regno Unito. Questi modelli, emersi tra il XVIII e il XIX secolo, puntavano alla creazione di un'identità nazionale uniforme, spesso a scapito delle lingue e delle culture regionali o minoritarie (ad esempio, il gaelico in Scozia e Irlanda o le lingue regionali in Francia). Questo approccio, se applicato in contesti multi-etnici e multi-culturali, ha storicamente generato problemi e conflitti. Basti pensare alle tensioni in Belgio tra fiamminghi e valloni o ai conflitti etnici che sono esplosi in Africa e nel Medio Oriente dopo la decolonizzazione, dove i confini tracciati dalle potenze coloniali non tenevano conto delle divisioni etniche e tribali.
La tesi che un nazionalismo esasperato possa essere l'anticamera di un sistema unipolare si basa sull'idea che, sopprimendo le tradizioni e le culture locali, si indeboliscano le identità che si oppongono a un sistema globale. In questa prospettiva, l'omogeneizzazione culturale a livello nazionale sarebbe un passo intermedio verso una omologazione più ampia a livello globale. In un mondo in cui le nazioni perdono le loro peculiarità, sarebbe più facile imporre un unico modello politico, economico e culturale, tipico di un sistema unipolare. Il nazionalismo esasperato, distruggendo le diversità interne, apre la strada a un'ulteriore omologazione, minacciando la ricchezza del patrimonio culturale globale e la pluralità di visioni del mondo.