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Post capitalismo?

di Pierluigi Fagan - 03/09/2019

Post capitalismo?

Fonte: Pierluigi Fagan

Se fate una piccola ricerca sul termine “capitalismo”, a partire dalla pagina Wikipedia, noterete che il concetto a tutti noto e che usiamo comunemente, non ha una accettata e comune definizione.

In breve, si possono convocare due famiglie di teorici, gli economisti ed i non economisti. Tra gli economisti: Adam Smith, K. Marx, J.M.Keynes, F. von Hayek, J. Schumpeter, M. Friedman. Implicitamente, secondo gli economisti, il “capitalismo” è un modo economico, un modo economico che determina la società secondo Marx, ma in fondo anche secondo gli altri a lui successivi (quindi non Smith).

Tra i non economisti: M.Weber, T. Veblen, K. Polanyi, J.R.Commons, F. Braudel. Ognuno di loro proviene da una disciplina originaria ma è considerato a spettro più largo dentro un recinto che potremmo definire lungo gli assi della sociologia (W-V-P), la filosofia (W-P), l’economia (tutti e cinque), la storia (W-P-B), anche un po’ di antropologia (V-P), i sistemi culturali (W). Vediamo meglio. Commons segnalava come il “capitalismo” non promanasse le sue regole o leggi dall’interno ma fosse il prodotto di vari tipi di istituzioni sociali, dalla società al potere politico e soprattutto giuridico. In estrema sintesi, ma si potrebbe dire che questa visione accumuni tutti e cinque gli studiosi. Weber vi introduce elementi culturali e sociologici e molti altri dopo di lui, Veblen e Polanyi addirittura antropologici, Commons giuridici, Polanyi e Braudel storici. Esplicitamente o implicitamente tutti e cinque presuppongono un ruolo politico nella formazione, protezione ma anche attivo sviluppo del modo economico. Del resto, anche Smith, Marx e Keynes prevedono anche se diversamente un ruolo del politico. Quale impostazione scegliere per inquadrare meglio il concetto?

Si dovrebbe forse partire dall’impostazione più larga quella che legge il fenomeno indubbiamente complesso, da più punti di vista ancorati a diverse discipline. Questa scelta porta a K.Polanyi, economista, storico, antropologo, sociologo e filosofo. Fatto salva la sottolineatura “giuridico politica” degli istituzionalisti americani (Veblen, Commons, Galbraith) o quella culturale di Weber e successivi, Polanyi usa tutte le possibili lenti di osservazione contemporaneamente. Tra gli “economisti” anche Marx aveva questa inter-disciplinarietà metodologica, ma senz’altro ferrato in economia, sociologia e forse più di tutti in politica, su storia ed antropologia lo era senz’altro meno. L’antropologia nacque ai tempi di Marx e lui ne fu rapito visto che gli ultimi anni della sua vita ci dicono che si concentrò sullo studio della nascente materia (Taylor 1861, Morgan 1977) con Engels che invano lo rincorreva per fargli terminare la revisione del secondo e terzo libro del Capitale. Ma certo non ebbe davanti il portato delle ricerche che si svilupparono nel secolo successivo alla sua morte. Quanto alla storia, Marx vi fa delle incursioni ma non si può dire certo basate su una adeguata profondità di campo. In effetti, questi temi, vennero trattati più da Engels il cui Origine della famiglia, della proprietà e dello Stato è dell’anno successivo la morte di Marx. Si noti anche quel “Origine” che richiama quella di Darwin, libro che colpì molto Marx, anzi per certi versi “entusiasmò” da quello si che legge nelle corrispondenze. Ma era tutto molto giovane, tutto in formazione, tutto accennato, intuito forse ma non sistematizzato.

Senz’altro non a livello di risoluzione dato da Braudel e Polanyi quanto a storia (economica e non), antropologia e sociologia quanto a Polanyi e Veblen, storia culturale quanto a Weber per la “alta” mentre Braudel e le Annales per la “bassa”, storia istituzionale e giuridica resasi più chiara e varia (ad esempio il “caso” americano) di quanto non fosse ai tempi di Marx.

Se però di “capitalismo” si dà quindi una definizione di fenomeno complesso antropo-storico-socio-economico-politico-giuridico-culturale, la sua stretta definizione solo economica risulta meno significativa e decisiva. Soprattutto si perde quella convinzione esplicitata in Marx ma implicita negli altri economisti citati, che sia il modo economico a determinare tutto il resto e non invece tutto il resto a determinare il modo economico.

Seguendo quest’ultima posizione, “postcapitalismo” dovrebbe essere una nuova forma antropo-storica-socio-economica-politica-giuridica-culturale che certo avrà evidenti novità decisive in campo economico ma non può nascere solo da quel sistema e forse, neanche afferire a quel sistema nei termini stretti con cui certe ideologie economiciste hanno previsto.

Nella cultura della complessità si è convinti che le società umane siano sistemi complessi adattativi. Sistema e complesso dicono più o meno la stessa cosa ovvero quell’insieme di fatti studiati da quel lungo elenco di discipline prima citato, in interrelazione tra loro, senza che uno specifico possa intendersi il motore di tutti gli altri. Adattativi dice che le società si adattano, al loro interno, al loro esterno, esterno fatto di altre società e natura. Si adattano muovendo ed aggiustando tutti i fatti sussunti nel lungo elenco disciplinare.

La ricerca allora sarà capire come una società ( quale? nazionale? continentale? di area che diciamo appartenente ad una civiltà? mondiale?) si dovrà adattare ai tempi che vengono, osservando tanto il suo interno che il suo esterno, fatto di altre società in genere concorrenti e di natura ovvero di pianeta in senso ampio, bio-ambiental-geologico.

Post capitalismo allora è un progetto di ricerca su che tipo di società possa risultare adattativa a tempi storici diversi da quelli da cui proviene il format della società ordinata dal mercato, ovvero ordinata dal modo economico così come definita da Polanyi. Una società non ordinata dal mercato ma ordinata da cosa, da chi, in che modo? In effetti, più che Post capitalismo, sembrerebbe forse doversi dire Post economicista. Siamo invitati a pensare in ampiezza una nuova forma sistemica adattativa ad un mondo che non ha nulla a che vedere con quello degli ultimi secoli? Questo è il menù?