Progresso?
di Francesco Petrone - 29/10/2025

Fonte: Francesco Petrone
Una riflessione su quello che crediamo un inevitabile progresso. I nativi americani delle grandi praterie vivevano in villaggi temporanei abitando in tende di pelle perché essendo nomadi mutavano residenza stagionalmente. Praticamente vivevano come da noi nel paleolitico con un'economia basata quasi esclusivamente sulla caccia. Più a sud, attraversando il Rio grande, facciamo un viaggio nel tempo e incontriamo civiltà più progredite di 10.000 anni. troviamo grandi civiltà stanziali come i Maya, gli Incas, gli Aztechi e precedentemente gli Olmechi e i Toltechi. Queste civiltà avevano già realizzato la rivoluzione del neolitico da ben 10.000 anni e vivevano in quella che noi denominiamo età del rame. Praticavano l’agricoltura in modo razionale, coltivano e selezionavano ortaggi come il mais che non esiste in natura ma è frutto di un sapiente innesto, inoltre avevano piantagioni di patate, cacao, fagioli, peperoncino, cotone, zucche, pomodori e altro. Vivevano in grandi città monumentali che impressionavano gli europei per la grandiosità. Avevano un sistema di scrittura, un metodo originale di matematica e soprattutto una più complessa teologia rispetto ai nativi delle grandi praterie. Percorrevano una rete stradale con vie lastricate come facevano gli Incas, avevano mercati, magistrature, una polizia annonaria, un servizio di pulizia delle strade. Nonostante ciò, a differenza dei Dakota o dei Lakota, Navajo, Cherokee ecc, gli Aztechi facevano in determinate ricorrenze sacrifici umani di massa vere ecatombi e alcune tribù praticavano addirittura l’antropofagia rituale e questo pareva loro naturale. Un po' come accadde nel nostro emisfero dove fino al periodo classico, grandi civiltà sviluppate da un punto di vista tecnico e come economia, come i Fenici e i Cartaginesi, praticavano ancora in determinati periodi sacrifici umani, degli infanticidi, a livello di massa. Questo nonostante fossero civiltà raffinate, con giuristi, artisti, architetti, ingegneri all’avanguardia per i tempi e con economie floride e con un livello di cultura maggiore di molte popolazioni barbariche. Sembra vero ciò che affermava Alessandro Manzoni che non tutto ciò che viene dopo è progresso. La storia non è un percorso lineare che progredisce regolarmente dalla barbarie alla civiltà, dalla crudeltà all’umanesimo, dalla turpitudine alla morale, dalle tenebre mentali alla luminosità della ragione. Non esiste un modello da raggiungere, una meta fatale nell' iperuranio del progresso con una mano invisibile che guida l’uomo. Questa è una teoria molto rassicurante perché è una narrazione dove gli occidentali raccontano a se stessi. che il domani sarà meglio dell' oggi e oggi è sempre meglio di ieri per definizione. Tutti pensano che basti andare avanti passivamente senza pensare e automaticamente ogni cosa si aggiusta da sola. Le perversioni non sono solo nel passato come non sono unicamente nei Paesi non occidentalizzati che gli europei considerano collocati in un passato retrivo o nelle autocrazie che occorre sempre combattere con guerra giuste come quando c’erano guerre sante perché si diceva “Dio lo vuole”.

