Questa nostra civiltà
di Guido Dalla Casa - 29/10/2025

Fonte: Guido Dalla Casa
Vediamo questo elenco di fatti:
-L’atmosfera terrestre si sta inquinando sempre più (in primis con l’aumento di CO2).
-L’aumento di CO2 è la causa dei cambiamenti climatici, con le conseguenze ben note.
-Tutti gli ecosistemi, esseri senzienti che costituiscono la Vita, sono in grave pericolo.
-Le specie viventi scompaiono a un ritmo velocissimo e quindi la biovarietà sta diminuendo rapidamente.
-La capacità omeostatica della Terra si regge sulla biovarietà.
-Sappiamo di far parte integrante dell’Organismo Terra, o Ecosfera, assieme a trenta milioni di specie di esseri senzienti.
-La Natura (la Terra) è un sistema ad altissimo grado di complessità, con un numero enorme di variabili.
-Il sistema economico, che ne fa parte, ha una sola variabile, il denaro.
-La Natura (la Terra) funziona per cicli chiusi. La civiltà industriale consuma risorse e produce rifiuti.
-Il consumo di territorio, con sostituzione di materia inerte a sostanza vivente, ha raggiunto cifre spaventose e aumenta inesorabilmente.
-C’è un Primate di 70 Kg che ha superato gli otto miliardi di esemplari.
-La bellezza del mondo sta declinando velocemente.
-I disturbi psichici e in generale l’angoscia sono in aumento evidente.
-La civiltà industriale si è autonominata il progresso e ha invaso il mondo intero.
-I fenomeni caratteristici della nostra civiltà avanzano con legge esponenziale: quindi, quando gli effetti si manifestano visibilmente, manca poco alla sua fine.
Questi fatti non sono contestati singolarmente, se non da piccole minoranze.
In generale, si è innescato qualche tentativo per porre rimedio, o rallentamento, ai guai elencati, quasi sempre però esaminandoli ciascuno separatamente dagli altri: sostenibilità, green economy, crescita verde, transizione energetica sono espressioni che si stanno diffondendo, anche se spesso non hanno alcuna credibilità, sembrano fatte apposta per andare avanti come prima.
Se esaminiamo assieme tutto il complesso e non separatamente i singoli problemi, appare evidente che la causa dei guai è sintetizzabile in poche parole: cosa ha provocato tutto questo è l’intera civiltà industriale, quel modello culturale umano nato all’inizio dell’Ottocento in Inghilterra e che ha come fondamento il primato assoluto dell’economia.
Dobbiamo quindi chiederci: Qual’è l’origine di questo modello, quali sono i fondamenti di pensiero che lo hanno fatto nascere?
I fondamenti di pensiero della civiltà industriale sono:
- l’antropocentrismo, cioè l’avere considerato l’umanità come al di fuori e al di sopra della Natura, che sarebbe a nostra disposizione. Questa visione del mondo discende in gran parte dal mito delle origini dell’Antico Testamento (la Genesi);
- il materialismo, cioè l’idea che tutto quanto ci sta attorno, compresi trenta milioni di specie di esseri senzienti (!), sia soltanto materia manipolabile a nostro piacimento. Questa filosofia discende in gran parte, almeno storicamente in Occidente, dal pensiero di Cartesio, Bacone, Locke e alcuni altri.
Questi fondamenti hanno dato origine a quel modo di vedere il mondo che il fisico-filosofo Fritjof Capra ha battezzato paradigma cartesiano-newtoniano.
Quindi, andando alla radice, sono quelle le premesse filosofiche che dobbiamo buttare nel cestino per potere rimediare ai gravissimi problemi elencati. Gli altri provvedimenti, anche se utili, sono soltanto palliativi di breve durata.
E’ sorprendente notare che i due fondamenti sopraddetti (antropocentrismo e materialismo) dovrebbero già essere scomparsi con l’evoluzione biologica (Lamarck–1809) e la fine della separazione mente-materia (Heisenberg-1927), ma le conseguenze pratiche ancora non si vedono. Anche la scala dei tempi, ormai nota, viene completamente dimenticata nel pensiero corrente: fra gli andamenti attuali della nostra civiltà e qualunque storia della Terra c’è grossolanamente un rapporto 1:10.000.
Eppure…ancora oggi si sente parlare di “Patto di Abramo”! Speravo che fosse uno scherzo…Quando finirà nel cestino l’Antico Testamento? Perlomeno, la Genesi dovrebbe essere considerata allo stesso livello del mito delle origini dei Lakota, degli Asmat, degli Eschimesi, degli Aborigeni, e così via. Poi, c’è il cestino della memoria…
Così, per inciso, ricordo che, anche senza fare alcuna considerazione storica, molto difficile dopo duemila anni, la predicazione di Cristo è molto più simile alle idee che si aggiravano attorno alle rive del Gange (“l’amore compassionevole verso tutti gli esseri senzienti” del Buddhismo Mahayana) che non a quelle dell’area mediterranea, dove si ragionava solo con “chi vince–chi perde” (come oggi). Se poi si vuol parlare di “monoteismo-politeismo”, di cui il primo sarebbe “un progresso” (!) rispetto al secondo, sarà meglio pensare al monismo del Brahman, che tutto pervade, anzi “è”.

