Sanzioni: una guerra interna all'Occidente
di Vincenzo Costa - 25/10/2025

Fonte: Vincenzo Costa
Cina e Germania. Forse non è chiaro quanto sta accadendo.
Non è solo che i cinesi hanno rifiutato di ricevere il ministro degli esteri tedesco, con un gesto senza precedenti. E che questi andava per mettere a posto la fornitura di minerali rari e altri prodotti da cui l’industria tedesca dipende completamente. I cinesi hanno detto: non c’è niente di cui discutere e non abbiamo tempo da perdere.
La Cina non vuole ricattare nessuno: ha semplicemente risposto alle sanzioni ricattatorie della UE, alla mancanza di rispetto per la sovranità della Cina, a chi vorrebbe dettargli come si deve comportare, con l’ingiunzione di non comprare gas e petrolio russo. E in maniera molto cortese la Cina ha detto: “noi non vi diciamo come dovete agire, e voi come mi permettete di dire a noi come dovremmo agire noi?” Hanno detto che la UE è maleducata, fatta di cretini, giovane e vecchi, che credono ancora di poter spadroneggiare. Hanno detto, molto chiaramente: disponibili a discutere, e noi vi rispettiamo, anche quando siete pazzi. Ma esigiamo rispetto da voi.
Se credete di bullizzarci vi facciamo a pezzi.
Adesso in Germania, e basta guardare i TG, sono presi da una crisi isterica. Perché la Germania è già in recessione, l’industria è in fibrillazione. Se non si risolve questa disputa con la Cina la crisi si aggraverà, l’economia rallenterà. Le sanzioni di Trump sul petrolio russo danneggiano la Germania, che ha chiesto delle eccezioni.
Insomma: STA STORIA DELLE SANZIONI È DIVENTATA UNA GUERRA INTERNA ALL’OCCIDENTE.
Questi sono i risultati di una banda di pazzi. Altro che unità dell’Occidente.
Ma c’è poco da sorridere delle sventure dei tedeschi, perché il rallentamento dell’economia tedesca avrà effetti anche sulla nostra, dato che se si ferma l’economia tedesca si fermano gli ordinativi all’industria del nord, diminuisce il gettito fiscale.
Però Calenda dice che dobbiamo spezzare le reni alla Russia, che bisogna isolarla.
La realtà è che non stiamo isolando la Russia: ci stiamo isolando dal mondo. Siamo noi gli isolati. Qualche vecchio può produrre fiumi di retorica, ma la realtà è la roccia dove la vanga si piega. E quella retorica la pagheranno le famiglie.
La verità è molto semplice: la comunità internazionale ne ha le scatole piene della boria europea.
C'è un mondo che vuole nascere, e nascerà.
La scelta è solo se nascerà perché in Europa è maturata una coscienza nuova e più matura del nostro ruolo nel mondo o dopo una guerra devastante.

