Unione europea: sì o no, tertium non datur
di Ugo Boghetta - 16/07/2021
Fonte: Ugo Boghetta
I leaders dei partiti sovranisti di destra hanno sottoscritto una Dichiarazione con l'intento di intervenire nel dibattito promosso dalla stessa Ue sul suo futuro.
Il tema è affrontato dalle colonne del Sole 24 Ore di domenica scorsa da Sergio Fabbrini. Il nostro svolge il tema in maniera professorale e da unionista convinto. E per questo è sempre utile leggerlo.
In primo luogo, Fabbrini fa notare che la Dichiarazione riconosce il legame con gli Usa e la Nato. E, a differenza del passato, non c'è equidistanza con Russia e Cina.
In secondo luogo, si sottolinea che la Dichiarazione riconosce nella Ue il contesto in cui collocare le politiche nazionali. L'Unione andrebbe profondamente modificata, ma dall'interno. Si esclude, dunque, qualsiasi exit. Fabbrini vede in questo lo sforzo di: "districarsi dai lacci e lacciuoli del sovranismo indipendentista". E' questo un indubbio ammorbidimento delle posizioni precedenti.
A fronte di queste novità, il testo ribadisce che i sovrani d'Europa rimangono le nazioni ed i popoli.
Il terreno di contesa scelto è quello della re-interpretazione sostanziale dei Trattati con la proposta di stilare: "una lista delle competenze inviolabili degli Stati Membri della UE" ed un maggiore ruolo delle corti costituzionali nazionali. In buona sostanza, afferma Fabbrini, i leaders in questione fanno propria la teoria del pluralismo costituzionale.
Ma qui arriva l'affondo. Fabbrini scrive infatti che il rifiuto della primazia unionista:" ... è inconciliabile con il funzionamento del mercato unico, che richiede l'esistenza di una Corte sovranazionale indipendente per risolvere dispute tra divergenti giurisdizioni e legislazioni nazionali". In realtà sappiamo che dietro a questo paravento si nasconde l'obiettivo (illegale) di imporre una primazia senza che la Ue abbia una propria Costituzione.
Ma, sul punto l'opinionista coglie i sovranisti di destra in castagna. Afferma infatti che non si può volere la botte piena e la solita moglie ubriaca. Vale a dire che l'Unione è il Mercato Unico e la Moneta Unica! Tutto il resto deve seguire in modo coerente.
La Dichiarazione si colloca in una situazione di forte tensione in quanto sul futuro dell'Unione c'è anche una faglia di scontro fra il blocco iper-europeista e quello del nord. Il paese al centro di questo scontro è ovviamente la Germania. E la nuova, insolita e recente alleanza fra Francia e l'Italia di Draghi ed il ruolo di Biden fanno parte di questo scontro. La situazione è davvero complicata, gli esiti sono incerti, ma Fabbrini ha ragione nel sottolineare con chiarezza che l'Unione è il Mercato unico e l'euro! Non c'è una terza posizione per nessuno. Non si può modificare l'Unione dall'interno. I sottoscrittori della Dichiarazione in fin dei conti lo hanno sempre saputo. Tutto è tattica come dimostrano gli atteggiamenti di Salvini e Meloni: i firmatari italiani del testo.
E' inutile girarci attorno. Non c'è alternativa. L'Unione prima va rotta poi si ricostruisce su nuove linee: confederali o a blocchi, fra cui quello euro-mediterraneo. Mediterraneo che è venuto a trovarsi nuovamente al centro delle vicende mondiali ed è oggetto di pesanti contese. Situazione che vede il nostro paese ed i suoi interessi messi fuori gioco, soprattutto dopo l'imbecille partecipazione alla guerra contro Gheddafi.
Come sempre, le tattiche, come le bugie, hanno le gambe corte, sono dannose e non vanno lontano.