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Volete sapere cosa fa davvero paura oggi?

di Andrea Zhok - 31/03/2022

Volete sapere cosa fa davvero paura oggi?

Fonte: Andrea Zhok

Volete sapere cosa fa davvero paura oggi?
Cose come quella testimoniata qui sotto, dove Wikipedia - a palese sostegno delle politiche Nato - trasforma la strage di Odessa in un rogo accidentale. (Siamo entrati nell'era dei Gramellini).
Essendo le nostre fonti di informazione oramai, in misura schiacciante, digitalizzate e accessibili dalla rete, chi ha la forza per agire può letteralmente cancellare e riscrivere la storia a proprio piacimento. E lo fanno, senza remore.
Qui siamo - di principio - alla soglia di un inveramento globale delle peggiori distopie: il passato, da memoria comune diviene strumento di battaglia cangiante a seconda di chi esercita il potere.
Si dirà che cose del genere non sono inedite nella storia. Ma le cose non stanno proprio così. C'è una differenza di carattere materiale e una di carattere politico, entrambe cruciali.
Sul piano materiale è vero che falsificazioni storiche con funzioni di strumentalizzazione politica non sono un evento inedito (per quanto non comune). Dopo tutto la "Donazione di Costantino" si rivelò essere un falso che giustificava il potere temporale della Chiesa. Ma Lorenzo Valla poté denunciare il falso analizzando un testo fissato settecento anni prima e la cui inerzia materiale impediva aggiornamenti. Niente di tutto questo accade in un sistema digitalizzato e connesso, dove potenzialmente puoi "aggiornare" qualunque cosa in remoto e in tempo reale e puoi cancellare le tracce del cambiamento (o renderle talmente periferiche e minoritarie da screditarle).
E sul piano politico il contesto qui cambia ogni cosa, perché tutto ciò oggi accade in un'epoca e in paesi che si pretendono democratici, e che ufficialmente traggono la legittimazione per i propri atti dall'opinione pubblica (dalla sovranità popolare).
In questo contesto manipolare la verità storica (e l'informazione in generale) è uno strumento politico di potenza davvero inedita, uno strumento che consente di mantenere parvenze esteriori di democrazia, mentre di fatto siamo in presenza di un governo opaco e autoritario delle menti.