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Zelensky abbandonò i negoziati nel 2022 perché fu convinto di battere la Russia

di Alessandro Orsini - 20/05/2025

Zelensky abbandonò i negoziati nel 2022 perché fu convinto di battere la Russia

Fonte: Alessandro Orsini

Carlo Calenda ha ripreso a insultare questa rubrica e il direttore di questo quotidiano in un video YouTube del 15 maggio 2025. A rinfocolare la violenza verbale di Calenda è stata una puntata di Radio Anch’io di Giorgio Zanchini. Secondo i grandi media italiani, Zelensky abbandonò i colloqui con Putin della primavera 2022, perché la Russia non voleva concedere garanzie di sicurezza all’Ucraina. A sostegno dei suoi insulti, Calenda cita “quell’articolo di Foreign Affairs”, che sicuramente non ha letto, giacché l’articolo in oggetto non presenta una tesi così semplicistica. Siccome la materia è complessa, proverò a ristabilire la verità sostanziale dei fatti in due punti.
Punto uno: la ragione profonda per cui Zelensky si ritirò dalle trattative della primavera 2022 non è stata la mancanza di garanzie di sicurezza per l’Ucraina. La ragione profonda è che Zelensky si convinse di poter sconfiggere la Russia sul campo giacché, nella primavera 2022, l’esercito russo non dava buona prova di sé in quanto Putin aveva sfondato il fronte con un numero di soldati inferiore alle necessità. Zelensky e la Nato sottovalutarono la Russia e fu fatale. Ai vari Paolo Mieli basta semplicemente raccogliere le migliaia di dichiarazioni di Zelensky dopo il collasso dei colloqui. Zelensky ha dichiarato, insieme con Giorgia Meloni, che egli avrebbe certamente sconfitto la Russia costringendola a ritirarsi dai territori occupati. Per raggiungere questo fine, la Nato e Meloni hanno armato la controffensiva ucraina, iniziata il 5 giugno 2023, risoltasi in un disastro colossale.
Punto due: l’Ucraina non ha garanzie di sicurezza non per colpa di Putin, ma della Nato, che non vuole obbligarsi a entrare in guerra con la Russia riproducendo il meccanismo di innesco della Seconda guerra mondiale. Putin non ha nessun potere di impedire a Starmer di inviare al governo ucraino la stessa nota che Chamberlain inviò al governo polacco il 29 marzo 1939: una nota con cui l’Inghilterra, in buona sostanza, si impegnava a entrare in guerra con Hitler in caso d’invasione. Putin non può impedire a Macron, Starmer e Meloni, di firmare un accordo “alla Chamberlain” con Zelensky. Macron, Starmer e Meloni, non vogliono obbligarsi a sparare sulla più grande superpotenza nucleare del mondo. Zelensky ha accusato tante volte la Nato di aver tradito la sua promessa di assorbire l’Ucraina.
I grandi media continuano a ripetere che i colloqui della primavera 2022 collassarono a causa della mancanza di garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Perché? Ecco la risposta: perché la società giornalistica filo-americana deve coprire i disastri causati dall’intransigenza della Nato in Ucraina e, quindi, il fallimento di Draghi e di Meloni. Quale fallimento? Nella primavera 2022, Putin non chiedeva nemmeno un centimetro quadrato di territorio ucraino. Il 30 settembre 2022 ha annesso quattro Oblast. La Nato, cercando di sconfiggere la Russia sul campo, ha costretto la Russia a fare un investimento smisurato nella guerra. Il risultato è che la Russia ha soggiogato l’Ucraina e adesso tutti sono in ginocchio da Putin supplicando la tregua.

Vademecum contro la disinformazione:
1) L’Ucraina non ha garanzie di sicurezza per colpa della Nato;
2) Zelensky abbandonò i colloqui della primavera 2022 perché era convinto di sconfiggere la Russia;
3) la Nato, cercando di sconfiggere la Russia, ha causato la distruzione e lo smembramento dell’Ucraina (come questa rubrica aveva previsto).