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Sudditanza atlantica: l'Italia pienamente coinvolta nello scudo spaziale a stelle e strisce

di Andrea Perrone - 03/04/2007

 


Le strategie di Washington per il dominio sull’Europa e il contenimento della Russia coinvolgono adesso anche l’Italia. Il Pentagono ha siglato un accordo con il nostro ministero della Difesa per il coinvolgimento dell’Italia nel progetto dello scudo spaziale made in Usa. Il comandante dell’agenzia missilistica del Pentagono, generale Henry Obering, ha dichiarato che l’Italia sarà coperta dal sistema di difesa missilistica che gli Stati Uniti intendono realizzare in Europa, esattamente come “tutti gli altri Paesi europei che si trovano nel raggio d’azione di missili di lunga gittata” iraniani. Il nostro Paese, quindi, collabora con gli Usa al progetto che tante polemiche sta suscitando nel resto dell’Unione. Ben prima della vicenda dell’allargamento della base di Vicenza, insomma, il ministro Arturo Parisi aveva dato il semaforo verde ad un accordo che sancisce ulteriormente la nostra sudditanza militare alle strategie Usa: come confermato da Obering gli Usa e l’Italia hanno firmato un accordo per la condivisione di tecnologie legate al cosiddetto scudo spaziale americano già nel dicembre del 2006. “Con il governo italiano – ha sottolineato Obering, nel corso di un incontro con la stampa a Washington - abbiamo siglato di recente un accordo quadro, che definisce le linee principali e i meccanismi sulla base dei quali collaboreremo a questo progetto”. “Non posso dare indicazioni specifiche - ha aggiunto il generale – perché è solo l’inizio di un cammino”. Obering ha aggiunto che l’Italia è andata così ad unirsi ad altri Paesi che hanno raggiunto accordi analoghi con gli Usa sulla difesa missilistica, quali Gran Bretagna, Danimarca, Australia e Giappone. Nelle ultime settimane erano stati sollevati molti interrogativi, in sede Nato, sulla possibilità che lo scudo creasse una divisione tra Paesi protetti e non protetti in Europa. “Non devono esserci due livelli di sicurezza in Europa - ha detto il sottosegretario di Stato Daniel Fried, nel corso dello stesso briefing - in cui ci sono Paesi vulnerabili e altri protetti. Se come Stati Uniti proteggessimo noi stessi e non i nostri alleati europei, sarebbe una scelta strategicamente sbagliata”. In realtà Washington vuole portare avanti una strategia della tensione contro la Russia per farla sentire sotto scacco statunitense.
Obering ha inoltre spiegato che lo sviluppo tecnologico dello scudo, sta procedendo bene: su 32 test eseguiti fino ad ora, ne sono riusciti 24 e i fallimenti risalgono quasi sempre alla prima fase. Il generale ha anche voluto sottolineare come si tratti di un sistema puramente di difesa, perché sui missili non ci sono neppure esplosivi: tutto si basa sull’energia cinetica e la velocità di impatto. Tuttavia, dietro a tutto questo non si cela soltanto il desiderio di dispiegare un sistema difensivo ma anche di mantenerne e svilupparne uno aggressivo contro la Federazione russa. Tanto che le strategie di Washington non comprendono soltanto lo scudo spaziale ma anche con l’aiuto dei loro alleati filoatlantici la creazione e l’utilizzo di gasdotti e oleodotti alternativi a quelli di Mosca. “Vogliamo garantire a tutti i nostri alleati - ha aggiunto il generale - una protezione adeguata contro quella che noi vediamo come una minaccia iraniana emergente”. Una minaccia ipotetica visto che ai confini con l’Europa c’è soltanto la Russia e non Teheran. Se gli Stati Uniti volessero eventualmente contrastare il lancio di missili dall’Iran potrebbero benissimo impiantare le loro batterie antimissili in Turchia che da sempre è un fedele alleato di Washington. Accanto all’Italia e agli altri Paesi europei che hanno dato il loro assenso alle strategie di Washington è giunta ieri un’altra notizia in cui si afferma che il sistema antibalistico (ABM system) verrà dislocato anche in Slovacchia. A dare l’annuncio è stato il vice presidente dei capi del personale degli Stati Uniti, l’ammiraglio Edmond Giambastiani. Giambastiani, che è attualmente nel Paese dell’Europa centro-orientale, si è intrattenuto in un colloquio con i funzionati del ministero della Difesa slovacca per favorire la cooperazione militare fra Stati Uniti, Nato e Paesi dell’Ue, e per garantire l’assistenza Usa alla realizzazione di un esercito slovacco pienamente professionale.
Le parti hanno discusso anche la formazione di una forza di reazione rapida europea e della partecipazione del Paese dell’Europa centro-orientale nelle operazione dell’Alleanza Atlantica. Gli Stati Uniti, inoltre, stanno progettando di rendere attivo l’uso delle basi aeree della Slovacchia, garantendo anche la dislocazione di mezzi e infrastrutture militari Usa, inclusi gli intercettori da combattimento F-16. Ovviamente questi progetti servono a garantire e a rafforzare la presenza Usa nel Vecchio Continente minacciando e accerchiando così la Federazione russa.